Questo mio lavoro è stato pubblicato, in origine, sul forum "Vetroplastica.it".
Dopo la chiusra del forum, è stato ripubblicato su Kronos forum.
Non è ancora completato: appena sarà finito verrà pubblicato anche qui di seguito.
Nel frattempo, il lavoro in fase di esecuzione sarà visibile, insieme ad altri lavori sugli orologi militari sul forum Kronos:KRONOS ? Login
Nel quale sarete sempre tutti benvenuti.


Non si può pensare all'orologeria militare francese senza pensare ai leggendari Type 20 Airain, Auricoste, Breguet, Dodane, Chronofixe e Vixa.
Si tratta di orologi dalla storia molto significativa e anche molto noti: sul web si trovano un sacco di notizie al loro riguardo.
Purtroppo, però, non tutti ne parlano con cognizione di causa e qualcuno ne ha scritto, evidentemente, dopo una bella bevuta di cognac e questo è un peccato, perchè la materia merita un buon approfondimento...

Si potrebbe un giorno aprire un dibattito, tra collezionisti ed appassionati, su quali nazioni abbiano maggiormente contribuito allo sviluppo dell’orologeria militare e per mezzo di quali orologi e modelli abbiano svolto un ruolo guida.
Emergerebbe che senza dubbio l'orologeria militare ha radici antiche e ce l’ha proprio in Francia.
È impossibile, infatti, studiare l’orologeria militare senza ricordare che Napoleone fu tra i primi strateghi moderni a dotarsi di un segnatempo affidabile e a dotarne i propri principali collaboratori.
L’uso si diffuse prestissimo, anche negli altri eserciti, tanto che i due protagonisti dalla battaglia di Waterloo, Sua Altezza imperiale Napoleone 1° e Sir Arthur Wellesley, I duca di Wellington, avevano tutti e due un bel Breguet nel taschino…

Però… mentre UK, USA, Germania, Olanda e, in misura minore, Italia e URSS, già a cavallo tra gli anni 30 e gli anni 40 iniziarono ad adottare, oltre agli orologi specialistici, anche degli orologi d’ordinanza e alcuni eserciti si spingono anche oltre, ovvero fino all’adozione di field watches per le fanterie, la Francia rimase indietro in questo percorso che pure aveva inizialmente tracciato.
Come mai?
Le Forze Armate francesi sono una realtà di tutto rispetto fino a tutta la Grande Guerra ed oltre, ma i Type 20 e i primi “field watches” francesi, gli Stowa, appaiono solo negli anni ’50, dopo un lungo periodo di difficoltà per la Francia.
La Prima Guerra Mondiale lascia profonde lacerazioni e conflitti irrisolti: tutta l’Europa soffre per una profonda crisi politica, sociale ed economica.
Nel '36 il Fronte popolare della sinistra vince le elezioni, in Francia, ma il governo del socialista Leon Blum non riesce a risollevare le sorti del paese, che giunge impreparato alla guerra.
Non è vero, come si disse, che la Francia si arrese senza opporre una convinta resistenza.
È vero piuttosto che le concezioni tattiche e strategiche utilizzate, nel primo periodo di guerra, da tutti i belligeranti erano obsoleti ed inadeguati ad arginare il concetto modernissimo e inedito della Guerra Lampo tedesca: in un… “lampo”, gli eserciti polacco, francese, inglese, olandese e belga furono travolti senza aver avuto modo di organizzare una resistenza adeguata.
Ora, sarebbe noioso e fuori tema andare a specificare oltre le vicende storiche e politiche della Francia: quello che interessa è che, proprio quando, a cavallo tra il 1939 e il 1940, i belligeranti comprendono l’utilità di fornire orologi alle truppe, la Francia è in profonda crisi politica e militare.

Il concetto di Field Watch.
Ovviamente la Wehrmacht, come gli altri eserciti è già dotata di orologi.
Anzi: pare che il primo esercito a dotare orologi in modo diffuso (non ai soli generali) fosse proprio quello prussiano e tedesco del XIX secolo, solo che gli orologi rimanevano all'epoca ancora appannaggio di ufficiali, specialisti, di tecnici di bordo, marconisti etc.
Si tratta di orologi robusti, moderni, ben fatti, spesso raffinati e costosi, ma di dimensioni cospicue e principalmente da tasca, da tavolo o da parete.
Le loro prestazioni erano e sono ottime, ma il loro costo, le dimensioni, la scarsa praticità di uso, li rendevano poco versatili e per forza di cose non poterono avere una grande diffusione.
Qualche esercito, però, ha già iniziato a dotarsi di orologi da polso, economici, meno pregiati, ma molto più numerosi, all'inizio del XX secolo.
Già in quegli anni, infatti, le meccaniche di dimensioni minori cominciarono ad essere affidabili e precise. Successivamente, l’incabloc inizia agarantire anche una notevole robustezza. Sono orologi dal costo limitato: senza complicazioni, a carica manuale.
Una diffusione massiccia di orologi garantisce che una grande quantità di militari sappia sempre l’ora.
Si comprende che, tatticamente e strategicamente, è meglio essere in tanti a conoscere un orario magari approssimativo, che essere in pochissimi a conoscere l’ora esatta.
Frutto di questa concezione militare e strategica è il “field watch”, un orologio economico, robusto, forse poco preciso, ma anche affidabile, del quale dotare il maggior numero di soldati, anche di fanteria, e non solo i piloti, i navigatori, gli specialisti e i tecnici.
Ebbene, proprio nei giorni in cui la Germania e l’UK scoprono il field watch (e, nel contempo, si ampia il fronte di guerra al punto da avere la necessità di coordinare le operazioni belliche anche su diversi fusi orari) e dunque proprio quando si decide di adottare i DH e gli ATP, la Francia è in condizioni di profonda crisi e non può partecipare a questa evoluzione.
Le truppe tedesche hanno sfondato le linee di difesa, il primo ministro Paul Reynard si dimette, sostituito dal maresciallo Philippe Petain, che si affretta subito a chiedere un armistizio alla Germania.
Per la Francia inizia un periodo, che ancora oggi pesa sulla coscienza di molti: il"collaborazionismo" con gli occupanti, che porterà una parte della società francese, primo fra tutti il governo, trasferito a Vichy, a condividere l'odio e la follia dei nazisti.
De Gaulle ripara a Londra da dove, il 18 giugno, lancia dai microfoni della BBC un famoso appello ai francesi perché resistano ai tedeschi.
Qualche giorno dopo denuncia l'armistizio e questo gli vale una condanna a morte in contumacia.
Conquistata la fiducia di Churchill, da Londra e dall'Africa organizza le forze della Francia libera. Nel settembre 1941, de Gaulle creò il Comité National Français (CNF, Comitato Nazionale Francese), il governo della Francia Libera in esilio.
Il 24 novembre gli Stati Uniti garantiscono il supporto economico all'iniziativa.
Il 3 giugno del '44 viene nominato presidente provvisorio della repubblica dal Consiglio della difesa, nato in Congo nel '40. Un governo che viene riconosciuto dalle grandi potenze, Usa, Urss e Gran Bretagna.
Gli equipaggiamenti delle FF.AA. della Francia libera sono inizialmente presi in prestito dall’Inghilterra, ma si tratta di materiale obsoleto ed inadeguato.
Successivamente i francesi ricevono il più moderno equipaggiamento americano. A parte alcuni pezzi di origine francese o svizzera, anche gli orologi sono di provenienza anglosassone e nordamericana, dunque.
Il 25 agosto gli americani liberano Parigi e De Gaulle entra nella città dove costituisce un governo provvisorio sotto il suo stretto controllo. Egli presiede il governo per i mesi seguenti, ma si dimette nel gennaio del 1946, in seguito ai contrasti con l’Assemblea costituente appena eletta, dovuti alla sua concezione di un esecutivo forte.
De Gaulle nutre forte la speranza che il paese faccia ancora appello a lui.
Ma le elezioni che si svolgono in autunno lo vedono sconfitto.
Un destino simile spetta a Churchill in UK.
Gli Usa varano il Piano Marshall, programma, impegnativo e coraggioso, ma anche molto saggio, di aiuto alle nazioni europee devastate dal conflitto.
Gli aiuti vengono gestiti direttamente da un’organizzazione sovranazionale, dalla quale discende sia l’Ocse che l’idea stessa di Unione Europea.
In tutta Europa si ricomincia a ricostruire: anche la Francia si dà una nuova Costituzione, si fanno riforme sociali e c’è notevole impulso allo sviluppo economico e sociale.
La Francia è tra le nazioni Alleate e/o confinanti che si dividono il territorio tedesco in altrettante zone di influenza, secondo questo schema:





La zona di occupazione destinata alla Francia è nel sud ovest, con capitale Baden Baden, ma ciò che maggiormente ci interessa è che nel settore francese capita uno dei grandi poli industriali orologieri tedeschi, forse quello con la maggiore concentrazione di fabbriche di orologeria: la Schlenker – Grusen ha sede in Villingen Schwenningen, la Junghans è a Schramberg, nel Baden-Württemberg, la Stowa ha sede in Engelsbrand, mentre Laco, Durowe e Puw hanno sede a Pforzheim, la Kienzle in Schwenningen, come la Hanhart, che inizialmente era nata in Svizzera, (nel 1882, in Diessenhofen) spostata in Germania nel 1902.
Le produzione degli orologi di queste fabbriche era stata tutta convertita dal governo nazista alle esigenze di guerra ed era volutamente distribuita in diversi centri, sufficientemente vicini per garantire efficienza logistica, ma anche distribuiti per esigenze di difesa passiva.
Ciò nonostante molte di queste fabbriche erano state pesantemente bombardate dagli alleati.
Grazie agli aiuti del piano Marshall vengono ricostruite e riavviate alla produzione.
A titolo di esempio, la Laco, Lacher e Co. e la Durowe a metà degli anni ’50 vengono ospitate in un edificio di 5 piani, occupano 1500 dipendenti e producono 80.000 movimenti meccanici al mese.
Ovviamente una consistente parte della produzione orologiera di queste fabbriche venne assorbita dalle esigenze francesi.
Non per nulla molti Junghans, molti Kienzle e molti Schlenker – Grusen che circolano sono privi di assegnazioni tedesche e, infatti, furono fabbricati per uso commerciale dopo la guerra, sotto l'egida francese...
Ricordate che ne abbiamo già visto uno?




Non solo:... gli orologi d'ordinanza francesi mostrano un chiaro imprinting tedesco... notate questi Breguet:


Una tra le maggiori di queste esigenze era la ricostruzione di FF.AA. efficienti e moderne, dotate di segnatempo di buona qualità, per far fronte alle nuove crisi politiche e militari internazionali.
Ciò nonostante la Francia vive anche una profonda crisi politica, dovuta all’instabilità politica e alle lotte di insorgenza nazionale nelle diverse colonie d’oltremare.
Dopo una guerra durata nove anni, la Francia abbandona l’Indocina nel 1954. Nello stesso anno inizia la Guerra di Algeria.
Nel maggio del 1958 ufficiali dell’esercito e civili europei, temendo che il governo di Parigi si stesse preparando a negoziare con i ribelli, insorsero nei confronti della madre patria e presero il controllo di Algeri, appoggiati dal comando dell’esercito: sull’esempio algerino, il colpo di stato militare sembrava imminente anche in Francia.
In questa situazione critica il generale De Gaulle rientrò sulla scena politica come un salvatore: a giugno l’Assemblea nazionale gli concede pieni poteri per governare il paese per sei mesi e preparare una nuova Costituzione.
Dunque questa è la situazione storico politica in cui appaiono i primi veri orologi militari francesi da polso: i Type 20 e i field watches della Stowa, orologi il cui DNA teutonico è innegabile...
I risarcimenti di guerra, però, è bene dirlo da subito, con le forniture di orologi militari... non c'entrano nulla...