Nel suo libro "La resistenza antisovietica e anticomunista in europa orientale" Alberto Rosselli oltre ad una documentata analisi dei fenomeni resistenziali autoctoni, tratta anche le operazioni portate avanti da CIA ed MI6 a partire dal 1948 nel tentativo di contrastare l' imperialismo sovietico. A proposito delle missioni di intruding oltre la cortina di ferro, vi si legge che inizialmente si tentò di infiltrare commandos e operatori radio scelti tra gli esuli anticomunisti, molti dei quali ex-SS reclutati dal generale Gehlen. Costoro indossando battle dress inglesi senza mostrine e forniti di armi automatiche tedesche di p.b. venivano sbarcati da apposite imbarcazioni o paracadutati da bimotori C47 senza insegne. Successivamente ci si avvalse alla bisogna di quadrimotori B29 a grande autonomia, completamente dipinti di nero opaco e con equipaggi polacchi, cecoslovacchi - raramente americani - (appartenenti ai nuclei 580°, 581°, 582° dell' Air Resupply & Communication Squadron ed al Psycological Storm Wing). Quasi tutti i tentativi fallirono a causa delle delazioni della spia inglese Kim Philby ed i commandos furono subito uccisi o catturati dal controspionaggio sovietico. Visti gli scarsi risultati ottenuti, dal 1950 si tentò anche di utilizzare l' esperienza delle "Balloon Bombs", lanciate dai giapponesi tra novembre '44 e aprile '45 sfruttando le correnti di alta quota del Pacifico nel tentativo di colpire le coste americane con cariche incendiarie. I tecnici del SIS britannico lanciarono dal Mediterraneo moltissimi palloni aerostatici, specialmente concepiti per far giungere via aerea in Albania, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania ed Ucraina materiali di propaganda, radio e a volte agenti. Ciò mi ha ricordato qualcosa, così andando a spulciare tra le mie cartacce, ho ritrovato questa fotocopia di un volantino, pubblicato il 3 marzo 1980 dal mensile Notiziario Ufo, organo ufficiale del centro Ufologico Nazionale diretto da Roberto Pinotti.
L' 8 ottobre 1954 il pastore sardo Giuseppe Milia si imbattè in uno strano uomo - biondo e in tuta kaki - sceso dal cielo su un oggetto bianco simile ad un pallone, subito ripartito lasciando a terra numerosi manifestini scritti in una lingua sconosciuta. In seguito l' allenatore della squadra di calcio del Sassari, il magiaro Plemick, la riconobbe per ungherese, traducendone il testo. Si trattava di un appello in dodici punti redatto da un fantomatico Movimento Nazional Popolare. Vi si chiedevano un nuovo governo per il popolo; maggiore giustizia; il ripristino della libertà; il ritorno delle industrie al popolo ungherese; la costruzione di abitazioni civili invece di caserme; il rispetto della religione e della famiglia. Si tenga conto che l' episodio avvenne nel 1954, anno della prima ondata di avvistamenti UFO in Italia e due anni prima della rivolta d' Ungheria, scoppiata sulla base di rivendicazioni antisovietiche in gran parte corrispondenti a quelle dell' anonimo volantino "piovuto dal cielo". L' ufologia degli anni '50, assai poco scientifica e piuttosto orientata a dare agli eventi ufologici una spiegazione mistico-contattista alla Adamsky, vi vide una conferma dell' interesse per gli avvenimenti sociali e politici della terra da parte di "fratelli da un altro mondo". Poi il caso, riconosciuto come di origine terrestre, cadde nel dimenticatoio, forse con una spintarella da parte dei servizi segreti italiani e occidentali. Ad oggi la possibilità che lo pseudo-marziano in battle-dress fosse un agente del SIS destinato in Ungheria, forse lanciato col suo pallone-sonda proprio da una base militare della nostra isola, lontano da occhi indiscreti è più credibile dell' ipotesi che un alieno sia arrivato dagli spazi siderali solo per fare volantinaggio politico in Sardegna.