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Discussione: Sahara: Propaganda usa, eroi italiani

  1. #1
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    Sahara: Propaganda usa, eroi italiani

    Ricordate "Sahara"? Il film americano con Humphrey Bogart ambientato ad El Alamein, dove un pugno di combattenti alleati, appartenenti alle più svariate etnie e nazionalità difendono, con riminiscenze da western un pozzo da una agguerrita ed assetata colonna dell' Afrikakorps sino all' "arrivano i nostri" finale? In realtà non è un gran film, è zeppo di luoghi comuni sui personaggi positivi e quelli negativi. Non sfuggono a questa sorte neanche i due prigionieri. Se il "jerry" tedesco, biondo e nibelungico è odioso in quanto nazista e razzista, ne viene però ammirato lo spirito combattivo. Il "dago" italiano è invece trasandato, pavido, piagnone e imbelle. Non a caso nella versione italiana il doppiatore era Alberto Sordi. Oltretutto si poterebbe parlare di uno dei primi casi di pubblicità occulta, dato che il carrista Bogart, riferendosi al suo carro armato (il mediocre M3 Lee) ripete varie volte nel corso della pellicola: "Questa è una tank americana, costruita a Detroit, è la migliore del mondo". Ebbene alcuni sanno che il film è tratto da una storia vera, ma pochissimi ricordano che i protagonisti di quell' atto d' eroismo (purtroppo nella realtà senza happy end) furono in realtà italiani. Nel 1941, dopo la resa dell' AO, dieci nostri militari sbandati, appartenenti a vari reparti, si trincerarono nella località di Ad-Teclasan. Accerchiati da truppe britanniche preponderanti per numero e armamento rifiutarono di arrendersi, combattendo fino alla morte. Un tutto sommato piccolo episodio bellico, che suscitò l' ammirazione del nemico e fu oggetto di un articolo da parte di un corrispondente di guerra inglese. Il testo finì per attirare l' attenzione degli sceneggiatori hollywoodiani così, un anno dopo gli eventi, nacque "Sahara". Questo retroscena rimase sconosciuto al pubblico italiano finchè - quasi 30 anni dopo - Enzo Bernardini, nel suo libro "Il marò di Matapan ed altri racconti", rievocò il sacrificio supremo di quei pochi ignoti eroi d' Africa.
    _____________
    Accludo il testo del racconto.
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  2. #2
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    Grazie per la condivisione di questa piccola ma Grande storia di noi italiani.
    sven hassel
    duri a morire

  3. #3
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    Di niente sven hassel, si tenta di fare un po' di controinformazione quando possibile...

  4. #4
    Moderatore L'avatar di coloniale
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    La storia della guerra d'Africa e' piena di questi momenti di puro eroismo patriottico. Mi sono commosso leggendo questo episodio. Onore a questi eroi dimenticati.
    ciao Nicola
    "coloniale"

    SUMMA AUDACIA ET VIRTUS!

  5. #5
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    Purtroppo il giornalista britannico e Bernardini non ne citano i nomi, che evidentemente non conoscevano. Chissà se qualcuno conosce qualcosa in più del combattimento descritto ?

  6. #6
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    Pensavo che probabilmente i dieci saranno stati seppelliti rapidamente in loco dagli inglesi, poi magari traslati in qualche cimitero militare quando negli anni '60 il Negus permise ad ONORCADUTI il riordino delle sepolture italiane, senza lasciare altra memoria del loro eroismo che un filmetto a stelle e strisce.
    Ignoti a tutti, tranne che a Dio...

  7. #7
    Utente registrato L'avatar di brus
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    Citazione Originariamente Scritto da coloniale Visualizza Messaggio
    La storia della guerra d'Africa e' piena di questi momenti di puro eroismo patriottico. Mi sono commosso leggendo questo episodio. Onore a questi eroi dimenticati.
    Quoto tutto.

    Ciao
    brus

  8. #8
    Moderatore L'avatar di BIGGET
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    Citazione Originariamente Scritto da brus Visualizza Messaggio
    Quoto tutto.

    Ciao
    brus
    Mi associo!
    Perché negarlo...mi piaccion le Fibbie!!

  9. #9
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    Purtroppo, nella maggior parte di Paesi, soprattutto in quelli che contano quanto a capacità militari, il soldato italiano è sempre visto con lo stereotipo riportato dal Il Cav.. Tale definizione forse, a mio avviso, dipende in buona parte dalle sconfitte (posso aggiungere incapacità dei comandi?), disorganizzazione, assenza di mezzi, scarso addestramento (tranne quello formale, sempre ritenuto importante) ecc. caratteristiche ritenute tipiche del Regio Esercito (mi astengo circa la Regia Marina…Lissa e Regia Aeronautica). Forse perché il R.E. è sempre stato un esercito da parata e da caserma, scorrendo le battaglie sostenute dal 1861 al 1943, si possono ricordare Custoza (III guerra d’indipendenza l’unico che ha vinto qualcosa è stato Garibaldi, che non ha mai frequentato un accademia), Dogali, Adua, le difficoltà avute durante la campagna di Libia del 1911, Caporetto, Guadalajara, la campagna di Grecia, l’operazione Compass, la Russia. L'episodio dei marinai con analoghe eroiche vicende è sintomatico del sacrificio, sempre seguito a sconfitte, sostenuto, sopratutto da pochi, nella II G.M..

  10. #10
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    Grazie molte Cav., grazie moltissime ed onore a questi Eroi!

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