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Discussione: Schrapnellmine 35

  1. #1
    Utente registrato L'avatar di AndreaBG
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    Schrapnellmine 35

    Ciao a tutti
    La s-mine, nelle sue due versioni, è probabilmente la mina tedesca più famosa del secondo conflitto mondiale.
    è una "mina saltante"; ovvero una volta che viene azionata proietta grazie ad una carica di polvere nera il suo corpo principale all'altezza di un metro da terra per poi esplodere proiettando ad alta velocità le schegge metalliche ( schrapnell ) contenute all'interno della mina.
    La produzione di questa mina risale al 1935, fu un dispositivo molto ben progettato e funzionale ma la componentistica interna era complessa ed il costo di produzione elevato, infatti nel 1944 iniziò la produzione di una versione semplificata della mina detta s-mine 44.

    Questa è la mia S-mine 35, qui con un accenditore a pressione "s-minen zunder 35"

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    Con adattatore per utilizzare 3 accenditori, uno a pressione e due zugzunder 42 così da poterla innescare anche tramite fili di inciampo.

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    Con il tappo, senza accenditori

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    Smontiamola...

    i fori piccoli sono per i detonatori mentre quello più grande per la carica principale

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    Ho visto esemplari che contenevano schegge circolari, simili a biglie, la mia le ha così.

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    Qualche foto d'epoca

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  2. #2
    Utente registrato L'avatar di stecol
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    "La Sprengmine 35 è una mina antiuomo ad azione estesa funzionante, a seconda dell'accenditore montato, a pressione, strappo, pressione-strappo, rilascio di tensione e telecomando.
    L'azione di questa mina si esplica con la proiezione radiale di biglie di acciaio provocata dall'esplosione di un corpo a frammentazione lanciato a circa un metro di altezza.

    Vista la sua complessità richiese un lungo periodo di messa a punto: concepita nella prima metà degli anni '30 e adottata nel 1935, la prima serie di mille esemplari venne distribuita ai reparti solo nell'agosto del 1938.
    La produzione assunse subito un ritmo elevato e le consegne ammontarono a 43.070 nel 1938, 345.000 nel 1939, 797.800 nel 1940, 353.600 nel 1941, 1.625.700 nel 1942, 2.966.200 nel 1943, 3.232.800 nel 1944 (comprese le S.Mi. 44), 193.000 nel 1945 (S.Mi. 35 e S.Mi. 44).

    La mina, che pesa circa 4 kg, ha un contenitore esterno cilindrico in lamiera di acciaio del diametro di 122 mm alto 130 mm, che sul fondo porta una sede per una carica di 2 g di polvere da sparo, o 5 g di polvere nera, destinata a lanciare in aria il corpo eiettabile.
    Il corpo eiettabile è un cilindro composto da un robusto fondo rotondo in ghisa, su cui sono montati due tubi di lamiera concentrici che vanno a formare rispettivamente la parete esterna e quella interna: l'intercapedine, di circa 12-13 mm di spessore, che si crea tra le due pareti ospita circa 320-365 tra biglie (diametro 9,4 mm, peso 3,4 g) e/o spezzoni di tondino di acciaio. Nel vano creato dalla parete interna si trova il tubo di vampa centrale, che sulla sommità riporta l'innesto a vite per l'accenditore, tre tubicini destinati ad ospitare altrettanti detonatori e, naturalmente, la carica esplosiva, circa 400 g di TNT.

    Quest'ultima, almeno all'inizio di guerra, era contenuta in un contenitore di bakelite cilindrico a sezione trilobata, dove nelle tre cavità longitudinali si trovano 3 "tubi" di TNT che sono i booster dei tre suddetti detonatori; al centro del contenitore c'è un canale passante destinato al tubo di vampa. In seguito il caricamento venne fatto tramite esplosivo fuso colato direttamente nel vano interno del contenitore eiettabile, oppure con esplosivo in polvere a volte addirittura a cura dei parchi campali del genio.

    Sopra alle pareti è posto un coperchio rotondo di acciaio che chiude il corpo eiettabile ed è caratterizzato da cinque fori. Uno centrale, che permette l'accesso al tubo di vampa che serve anche da interfaccia con il/i sistemi di accensione: al suo interno si trova un ritardo pirotecnico.
    Intorno al foro centrale ci sono tre fori posti a triangolo che mettono in collegamento con i tubi portadetonatori e infine leggermente spostato e asimmetrico rispetto a questi il foro di caricamento. I tubi portadetonatori ospitano a loro volta un ritardi pirotecnici contenuti in tubetti di ottone. Tutti questi fori sono chiusi da tappi a vite impermeabilizzati, mentre il bordo superiore, tra contenitore e corpo eiettabile, è sigillato con mastice o paraffina.

    All'inizio della sua carriera la mina poteva funzionare solo con un accenditore a pressione S.Mi.Z. 35, oppure con due accenditori a strappo Z.Z. 35 montati su apposito adattatore a due vie; in seguito, montando adattatori a tre vie, divenne possibile installare contemporaneamente accenditori di tipo diverso.
    Furono utilizzati anche accenditori a strappo funzionanti a frizione modello Zundschuranzünder 1929 e accenditori a strappo e rilascio di tensione Zu.Z.Z. 35. Più tardi nel 1942, venne adottato anche l'accenditore a pressione E.S.Mi.Z. 40 a funzionamento elettrochimico.

    L'assemblaggio della mina, normalmente fatto in fabbrica, poteva essere realizzato anche presso i reparti, pertanto si possono rilevare notevoli differenze nelle tipologie di esplosivo e nel tipo di schegge utilizzate da questa mina.

    La posa della mina è manuale: con accenditore a pressione la mina deve sporgere dal suolo con i soli steli, mentre con accenditori a strappo deve sporgere almeno l'intero accenditore. Dall'uso pratico scaturì che in suoli ghiacciati era opportuno posare la mina in superficie, ancorarla al suolo con un picchetto e mimetizzarla, in quanto la carica di espulsione avrebbe potuto non essere in grado di superare la resistenza del terreno gelato per espellere la mina. In terreni cedevoli invece era previsto che sul fondo della buca venisse posta una tavoletta di legno di 25x25 cm.

    La Sprengmine 35 non è dotata di sistemi di autodistruzione e/o autodisattivazione e data l'alta qualità dei materiali utilizzati, soprattutto nei primi anni di produzione, è possibile che in condizioni ambientali favorevoli si trovino mine ancora efficienti. Non sono presenti nemmeno di dispositivi antirimozione, ma l'elevata sensibilità degli accenditori utilizzati ne sconsiglia qualsiasi tentativo di disattivazione o disinnescamento. L'idea iniziale e i primi modelli di questa tipologia di mina hanno risalgono alla I G.M., durante la quale venne sviluppato il concetto guida di questa mina.
    Negli anni '20, per le limitazioni sugli armamenti pesanti dovuti al trattato di Versailles e la scarsità di fondi, la Germania si impegnò al massimo nel settore delle mine terrestri, sforzi che col riarmo attuato negli anni '30 le diedero un forte vantaggio nel settore.


    Anche la Sprengmine 35 dovette sottostare all'economia di guerra tedesca: difatti se all'inizio la mina era munita di biglie in lega di piombo-antimonio trattate con bagno galvanico ed era caricata con TNT, durante la guerra il piombo venne sostituito da acciaio in biglie o cilindretti e il TNT con Amatolo, per arrivare all'ultimo anno con schegge ottenute da scarti di cava ed esplosivo costituito da surrogati di bassa qualità. Nel 1944 iniziò la produzione della S.Mi. 44, versione avanzata della S.Mi. 35, destinata a sostituirla.

    La Sprengmine 35 è stata imitata da molte nazioni o ne ha ispirato la realizzazione di modelli analoghi durante e dopo la II G.M: la Francia mise a punto almeno vari modelli durante e dopo la guerra, tra cui una copia prima della sua caduta nel 1940, che i tedeschi adottarono come preda di guerra con la denominazione S.Mi. 422(f) schierandola in seguito sul Vallo Atlantico. Gli USA hanno in servizio ancora oggi le mine della serie M16 che si ispirano alla S.Mi. 35, come anche l'Unione Sovietica che ha prodotto alcune delle mine della serie OZM concettualmente ispirate a questa mina. Esistono copie più o meno dirette realizzate in Spagna, Belgio, Egitto, Israele, come tutta una serie di mine realizzate in seguito dalla Germania durante la II G.M. e nel dopoguerra dalla RFT e dalla RDT.

    Il primo impiego operativo avvenne durante l'invasione della Polonia del Settembre 1939 da parte del 171°Btg. Pionieri; ma la rivelazione della S.Mi. 35 si ebbe sul fronte occidentale, lungo la Linea Sigfrido, quando molte azioni di pattuglia intraprese dai francesi vennero compromesse da queste mine. Inizialmente gli alleati valutarono che le cause di questo efficace contrasto fossero dei tiri di mortaio particolarmente precisi, effettuati con munizionamento in grado di esplodere rimbalzando dopo l'impatto al suolo come le 8 cm Wrf.Gr. 39; ma la verità venne rivelata durante l'offensiva nella Saar del 1939 quando le S.Mi. 35 ebbero un ruolo fondamentale nel fallimento di alcuni attacchi della fanteria francese. Il settore interessato era stato minato dal 252° Btg. Pionieri della 252^ Divisione di Fanteria.
    "

    Ciao
    Stefano
    É difficile volare con le aquile quando hai a che fare con i tacchini ....

  3. #3
    Utente registrato L'avatar di AndreaBG
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    Grazie Stecol, sempre esauriente

  4. #4
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    Per quanto si possa definire una mina stupenda,per me questa presentata è Favolosa! Davvero complimenti a AndreaBg per il materiale sempre al top, e grazie a Stecol per l'integrazione.
    kappa

  5. #5
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    Bel topic
    ciao Nicola
    "coloniale"

    SUMMA AUDACIA ET VIRTUS!

  6. #6
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    Grazie per aver apprezzato ragazzi

  7. #7
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  8. #8
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