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Discussione: Libere elezioni... nella RSI

  1. #1
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    Libere elezioni... nella RSI

    Sfogliando distrattamente il libro "SENTIRE, PENSARE, VOLERE" di Corbatti/Nava edito da Ritter e dedicato alle SS italiane, mi sono imbattuto in una foto apparentemente normale, che però svela un particolare incongruo, che secondo la vulgata antifascista non avrebbe dovuto esserci. L' immagine mostra due volontari delle SS italiane che osservano i noti manifesti di Boccasile "tre dita" e "pugnale" dedicati alla loro arma affissi su un muro di Cremona nei primi mesi del '45. Ma parzialmente coperto si vede un grande manifesto bianco con la scritta: ELEZIONI AMMINISTRATIVE 1945 - XXIII° / PREFETTURA REPUBBLICANA DI CREMONA / IL PREFETTO ...... COMUNICA. Indubbiamente è un manifesto elettorale, nella culla del gerarca Farinacci ed in epoca precedente alla liberazione, ciò mi lascia molto perplesso. Ad avercelo tra le mani sarebbe forse il secondo manifesto più raro della Rsi (considerando il primo in assoluto il fantomatico e forse mai esistito manifesto su Via Rasella). Qualcuno sa dirmi di più al riguardo?
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  2. #2
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    Certamente è noto che Mussolini stesso, nel discorso del Lirico, auspicò la formazione di entità politiche esterne al PFR, le quali potessero attuare una funzione di controllo dell' amministrazione dello stato, dialogando coi fascisti sulla base del trinomio Italia-Repubblica-Socializzazione. D' altro canto il "Raggruppamento" costituito dal filosofo Edmondo Cione, discepolo di Benedetto Croce e soprannominato " 'o vaccariello ", che stampò anche un proprio quotidiano, non ebbe il tempo di articolarsi in un vero partito. Eppure il manifesto in foto parla di elezioni -per quanto amministrative- con relativi seggi e assembramenti di elettori, molto pericolosi in tempo di guerra. Io non ho mai saputo di nulla di simile, e voi ?

  3. #3
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    Allora ? Nessuno sa qualcosa di elezioni amministrative nella RSI ?

  4. #4
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    La cosa e' interessante. Pero' per me e' nuova, anche se ipotizzo che podesta' e consiglieri da qualcuno dovevano essere scelti.PaoloM

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da marpo Visualizza Messaggio
    La cosa e' interessante. Pero' per me e' nuova, anche se ipotizzo che podesta' e consiglieri da qualcuno dovevano essere scelti.PaoloM
    Eh, certo. Ed anche se è probabile che non ebbero mai luogo causa eventi bellici (o per l' opposizione dei tedeschi), l' idea di una forma di rappresentanza popolare, seppur parziale, nella Rsi è dirompente. Nei giorni scorsi ho cercato su vari siti dedicati a fascismo e Rsi, purtroppo senza esito. Di solito podestà e consiglieri erano nominati dall' alto, ma nel '43/'45 un buon numero rifiutava l' incarico per tema di compromettersi (podestà e fiduciari di sezioni PFR erano le categorie di civili più a rischio di attentati partigiani). Son sempre + perplesso...

  6. #6
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    Molto interessante. Di norma il podestà era di nomina governativa... voglio chiedere ai miei amici dell'Istituto storico della RSI.

  7. #7
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    Grazie Vexillifer, probabilmente loro ne sanno di più...

  8. #8
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    E' da escludere certamente un sistema pluripartitico, cosa che non sarebbe mai stata accettata dai fascisti repubblicani. Lo stesso Mussolini, nel discorso del Lirico (ma anche in diversi scritti e interventi), non "cedette" MAI alla democrazia partitica, ma parlò chiaramente e inequivocabilmente di Repubblica a partito unico (anche per il futuro!!!). Diverso il discorso sulla libertà di associazione che in RSI fu affrontato (che, comunque, non portò MAI l'accettazione di partiti antagonisti, concezione al di fuori del pensiero fascista).
    In questo caso (elezioni amministrative in provincia di Cremona), possiamo chiaramente immaginare una sorta di "democrazia oligarchica" o "aristocratica" se vogliamo. Ossia la scelta di un Podestà e relativi membri della Consulta da parte dei cittadini tra una lista precedentemente presentata dal PFR e ratificata dal Capo della Provincia.
    Del resto, seppur non se ne è mai parlato, all'interno del PFR vi era stato un generale ripensamento sul sistema della "nomina dall'alto" e, in numerosi casi, vi erano state le cosiddette "elezioni di Fascio", dove era stato eletto - tra i fascisti ovviamente! - un Segretario politico che godeva la stima dei fascisti iscritti a quel Fascio.

  9. #9
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    Interessante, grazie per il contributo Piero, però mi stupiva il fatto che si pensasse ad elezioni (che presuppongono l' affollarsi di molte persone nei seggi) facendone un obiettivo potenziale in un periodo della guerra dove gli JABO a stelle e strisce si accanivano contro bersagli minimi, anche civili,chei muovessero nelle strade, scendendo a mitragliare tram, carri agricoli, giostre cariche di bambini (come a Grosseto), persino ciclisti o viandanti isolati...

  10. #10
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    Il “Manifesto di Verona” approvato nel 1° Rapporto Nazionale del P.F.R. il 14 novembre 1943, per quanto riguarda la materia costituzionale e interna della neonata R.S.I. presentava tra gli altri il seguente enunciato, che riporto integralmente.

    IV – La negativa esperienza elettorale già fatta dall’ Italia e l’ esperienza parzialmente negativa di un metodo di nomine troppo rigidamente gerarchiche contribuiscono entrambe ad una soluzione che concilii le opposte esigenze. Un sistema misto come, per esempio, l’ elezione popolare dei rappresentanti alla Camera, la nomina dei Ministri da parte del Capo della Repubblica e del Governo, e nel Partito elezioni di Fascio salvo la ratifica e nomina del Direttorio Nazionale da parte del Duce, sembra il più consigliabile.


    Fermo restando che la maggior parte dei principi del “Manifesto” rimasero lettera morta, vuoi per il boicottaggio degli occupanti tedeschi, vuoi per la loro effettiva inapplicabilità se non come mera propaganda, vuoi perché rimandati dallo stesso Mussolini a dopo la conclusione del conflitto, sembra evidente che il manifesto in foto si riferisse proprio a queste caute e rudimentali aperture della dirigenza repubblichina verso una qualche forma di rappresentanza elettorale nello Stato e nel Partito. Sorge però una domanda: se nel 1944 l’ autorità locale di Cremona (Prefetto, ovvero Capo Provincia) era già arrivata ad affiggere i manifesti che indivano le elezioni, avrà pur dovuto provvedersi anche delle schede elettorali, giusto? Io di schede elettorali del periodo R.S.I. non ne ho mai sentito parlare, e voi? Se furono effettivamente stampate è probabile che siano finite al macero o bruciate nell’ aprile del 1945. Chissà se prima o poi non ne rispunti fuori qualche esemplare, sarei ben curioso di vederle…

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