Vi segnalo questa piccola ma gustosa mostra a via Giulia 80 a Roma, a cura della Fondazione Mario Moderni, fondazione nata nel 1925, nel decennale della morte, per volontà della famiglia dell'Eroe MAVM Mario Moderni.

Mario Moderni, nato a Roma il 20 luglio 1893, morì il 3 novembre 1915, a soli 22 anni nei pressi di Volzana, in Val Camenca, durante un azione bellica sul fronte dell’Isonzo. Sottotenente della Milizia Territoriale, ricevette la medaglia d’argento, conferita motu proprio dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III con la seguente motivazione: “Moderni Mario da Roma, gravemente ferito da una granata a mano, che gli asportava ambedue i piedi, non cessava di incoraggiare i propri dipendenti e al comandante della compagnia, che gli rivolgeva parole di conforto, rispondeva ad alta voce di non aver fatto che il proprio dovere, dando così nobile esempio di grande coraggio e di elevato sentimento patriottico. Santa Maria di Tolmino 2 novembre 1915”. Dal rapporto del portaferiti che si prese cura di Mario Moderni leggiamo inoltre: “Durante il lungo tragitto, come durante l’amputazione dei piedi, per la quale non volle essere addormentato, le sofferenze atroci del ferito erano rivelate dal pallore estremo del volto, ma dalla sua bocca non uscì mai un gemito, i suoi occhi non versarono una lacrima. Così visse stoicamente per 30 ore inneggiando alla Patria”. La vita di Mario Moderni fu contrassegnata fin dall’inizio da avversità: orfano di madre a soli tre anni, venne allevato da un’amica della madre, la sig.ra Rosa Gordini, poi sposatasi con il padre Colonnello Pompeo. All’età di 6 anni iniziò ad accusare una malattia di origine psicologica, curata con successo dal prof. Sancte De Sanctis. Ciò nonostante si affermò gradatamente negli studi, orientandosi verso l’Accademia delle Belle Arti, dove fu iscritto fino al 1914, data del suo arruolamento come volontario nella milizia territoriale. Acceso sostenitore dell’intervento italiano, emulo della tradizione di famiglia che vedeva, oltre al padre colonnello, il nonno garibaldino e patriota, chiese volontariamente di essere inviato al fronte e fu tra i primi a partire.



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