Questo era un elemento assolutamente indispensabile ai nostri piloti durante la Grande Guerra.
Essenziale per calcolare l'autonomia di volo in primis; poi per tutte le annotazioni che la missione richiedeva, compresi ad esempio, i rapporti di combattimento, di osservazione, bombardamento, ecc. ecc.
Tali orologi, dotazione del pilota, trovavano alloggiamento nel cruscotto del velivolo, bene in vista come il resto della strumentazione, a mezzo di un particolare sistema di sospensioni a molla.
Vi era poi anche un particolare bracciale in pelle che era foggiato in modo da poter introdurre lo strumento e portarlo così al polso sopra la tenuta di volo, immediatamente consultabile.
Questi orologi vennero commissionati dalla Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare -che aveva sede a Torino presso l'aeroporto di Mirafiori ed era presieduta dal colonnello Ottavio Ricaldoni - alla ditta svizzera Otcidi Watch, a partire dagli ultimi mesi del 1915.
Era un orologio spartano, assai grande (6,5cm di diametro) e spesso (oltre 1,5 cm) per essere ben visibile durante l'operatività.
Aveva una carica che ne garantiva la durata di 8 giorni, meccanismo a 16 rubini.
Questo esemplare della mia raccolta, non reca (più?) la scritta 8 giorni nel quadrante, come ho sempre riscontrato negli altri osservati, mentre è presente l'incisione "8 Days Patent" nel corpo del meccanismo, che riporta la matricola (piuttosto bassa qui, nel centinaio del 500 e ribadita nella cassa esterna posteriore) ed il marchio della Direzione Tecnica dell'Aviazione Militare consistente in un'elica sovrastata dall'acronimo D.T.A.M. e dalla corona reale di Savoia.
Dopo cent'anni funziona ancora perfettamente, e per me, resta un oggetto dal fascino insuperabile!
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