Quanti nomi errati sulle lapidi del Leiten?
Grazie alle foto scattate un secolo fa dall’artigliere Luigi Bini notiamo la primaria sepoltura di alcuni caduti oggi tumulati al Leiten. Come per altri casi scopriamo errori e refusi sull’identificazione dei soldati

Tutto parte da un album fotografico, frutto delle settimane di guerra trascorse sull’Altopiano dal soldato abruzzese di Empoli Luigi Bini. Durante la permanenza tra le rovine dei Sette Comuni l’artigliere ebbe modo di annotare molti appunti sul suo taccuino, inoltre, essendo appassionato di fotografia, cercò di documentare con immagini la distruzione causata tanto dalle bombe austroungariche quanto da quelle italiane e alleate. Tra i tanti scatti della raccolta conservata oggi dal nipote Paolo Malvisi, ve ne sono alcune che meritano particolare attenzione. Interessanti risultano quelle in cui fanno da sfondo le abitazioni di Gallio e Asiago, con le rispettive chiese ridotte ad un ammasso di pietre. Ma ancor più stimolanti per lo storico appaiono le due riferite ai cimiteri di guerra. Bini li distingue come due luoghi diversi, identificandoli come “Cimitero - Campomulo” e “Campomulo – 2° Cimitero”. Si nutrono dubbi sulla collocazione dei luoghi di sepoltura fatta dall’artigliere, in quanto dell’ospedaletto da campo numero 147 è nota l’ubicazione presso località “Busa di Tortima”, nell’omonima contrada in Comune di Conco. A ben guardare le date che accompagnano i nomi dei caduti si realizza subito che si tratta di soldati morti in buona parte durante il periodo dell’offensiva austroungarica del maggio 1916, anche nota come Strafexpedition, oppure nelle settimane immediatamente successive. Spicca tra le tombe quella del colonnello Luigi Scotti, caduto il 28 giugno del 1916 mentre era al comando del 228° reggimento fanteria (Brigata “Rovigo”). Qui ci scontriamo con la prima incongruenza, dato che il diario della Brigata ne spiega il decesso avvenuto sul Monte Zingarella, mentre sulla lapide posta dai suoi ufficiali e soldati è segnato il Monte Colombara. Se in questo caso il refuso riguarda solo il luogo di morte dell’ufficiale, la seconda foto di Bini ci illumina su altri nominativi di soldati morti in battaglia, le cui spoglie riposano senza dubbio al Sacrario di Asiago, ma in certi casi dietro a lapidi riportanti nomi errati. Dallo scatto “Campomulo – 2° Cimitero” riusciamo a distinguere senza margine di errore i seguenti nominativi: Soldato Gaspero Libero 227° Fant. 6-7-916, Antonini Domenico 159° Fant. (probabili asterischi per indicare la stessa data di morte di Gaspero), Sold. Zironi Silvio (30 è l’unico numero leggibile), sold. Bersini Giuseppe 227° Fant. (data di morte non leggibile), Soldato Piacentini Davide 228° Fanteria 30 - 6 - 1916, Sold. Villa Enrico (numeri non leggibili).
Partendo da questo documento è iniziata la ricerca rivolta ad appurare quali di questi siano tra i noti tumulati al Leiten. Con l’ausilio del sito online di cui è responsabile il Ministero della Difesa, si sono potuti analizzare uno per uno i dati relativi ai sette soldati. Se ne ricava quanto segue.
Bersini Giuseppe Antonio di Isidoro, soldato 227° fanteria, nato 26 aprile 1895, a Travagliato distretto militare di Brescia. Disperso sul monte Colombara in combattimento il 30 luglio 1916
Zironi Silvio di Francesco, soldato 159° Fanteria, nato 27 febbraio 1885 a Grizzana, distretto militare di Bologna, morto 30 giugno del 1916 presso l’ospedaletto da campo n. 147 per ferite riportate in combattimento.
Osso Ermenegildo di Giuseppe, soldato 228° Fanteria, nato il 6 gennaio 1896 a Palmanova distretto miliatre di Sacile, morto il 29 giugno 1916 presso l’ospedaletto da campo n. 147 per ferite riportate in combattimento.
Piacentini Davide di Domenico, soldato 228° Fanteria, nato 28 agosto 1896 a Pedergnaga Oriano, distretto di Treviglio, morto 30 giugno 1916 presso l’ospedaletto da campo n. 147 per ferite riportate in combattimento
Gaspero Libero di Tobia, soldato 228° Fanteria, nato il 16 agosto 1892 a Treppo Grande, distretto militare di Sacile, morto il 5 luglio del 1916 presso ospedaletto da campo n. 16 per ferite riportate in combattimento.
Villa Enrico di Ferdinando, soldato 159° reggimento Fanteria, nato il 16 luglio 1891 a Ornago, distretto militare di Monza, morto 29 giugno 1916 presso ospedaletto da campo n. 147 per ferite riportate in combattimento.
Antonini Domenico di Enrico, soldato 159° Fanteria, nato il 5 marzo 1892 a Milano, distretto militare di Milano, morto il 6 luglio 1916 sull’Altopiano di Asiago per ferite riportate in combattimento.
Ottenuti i dati specifici sul reparto e il decesso dei soldati, si scopre che il Sacrario asiaghese custodisce le spoglie note di soli tre soldati sui sette in oggetto della ricerca. Quindi Osso Ermenegildo, Antonini Domenico e Villa Enrico possono vantare una lapide che riporta esattamente il loro nome e cognome. Dei fanti Zironi, Piacentini e Bersini si è persa traccia durante le traslazioni delle rispettive salme prima al cimitero militare di Gallio e poi al tempio di Asiago, non si escludono alterazioni sulle lettere iniziali dei cognomi, più volte trascritti dagli scrivani militari nei vari registri. Diversa sorte è toccata al povero Gaspero Libero, che oggi riposa al Leiten sotto l’errato cognome Gasiero. La certezza che si tratta di un refuso è data dal fatto che nessun Gasiero compare tra i soldati morti catalogati dal “Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti”. Queste nuove informazioni, supportate dalla documentazione fotografica ricavata dall’Archivio Bini, sono state recentemente inoltrate al Ministero, con l’auspicio che almeno una delle quattro salme, rese ignote dalle riesumazioni, possa ottenere la giusta e meritata identificazione.


sempre dalla immagine che ritrae più tombe, è visibile il nome del soldato Silvestri/o Domenico, soldato del 159° reggimento fanteria, che potrebbe essere compatibile come reparto e data di morte ad quello di altri lì vicino sepolti
538 - Silvestri Domenico particolare-1.jpg, tra l'altro risulta deceduto all'ospedaletto da campo n.147


by Giovanni Dalle Fusine



Luigi Bini, autore dell’album da cui sono tratte le due immagini, nacque a Empoli il 21 giugno1897. Al ritorno dalla guerra conseguì il diploma di secondo grado presso l’Accademia d’Arte di Firenze, si sposò ed ebbe 2 figli, quindi diresse il Regio Istituto d’Arte per la Ceramica di Castelli (Teramo) e in seguito l’Istituto “Paolo Toschi” di Parma. Morì nella città emiliana il 3 marzo 1980. Bini partì per il fronte il 15 ottobre 1916 ed il 16 assegnato alla 4a compagnia automobilisti, promosso caporale il 6 agosto 1917 e caporale maggiore il 22 marzo 1918. Fu coinvolto nelle disfatta di Caporetto, partecipò all’avanzata e varcò il Piave dal Montello. Il 30 aprile 1919 venne assegnato al 19° Reggimento Artiglieria da Campagna. Promosso al grado di sergente il 15 ottobre 1920 ed assegnato al 7° reggimento Artiglieria da Campagna con sede a Pisa, fu quindi mandato in congedo illimitato. Il suo archivio è oggi custodito e valorizzato dal nipote Paolo Malvisi, residente a Novara.



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il soldato Bini, autore delle foto all'epoca della guerra

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uno dei nomi sulle lapidi del leiten ad Asiago, trascritto in maniera errata, poichè Gasiero non esiste

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la foto della tomba del colonnello Scotti, fotografata da Bini

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