Prendo lo spunto di quanto si è accennato nel topic " Sparsi e abbandonati per il mondo" riguardo il ritrovamento di soldati giapponesi.

Il sergente Shoighi Yokoi nel 1941.


Shoighi Yokoi dopo 28 anni


La guerra personale del sergente Shoighi Yokoi dell`esercito imperiale giapponese "catturato" il 25 gennaio 1971 dove si nascondeva da 28 anni appare ai nostri occhi una storia incomprensibile.
Le guerre è vero hanno spesso messo in luce episodi di dedizione, di sacrificio o di fanatismo, ma inquadrati sempre in una particolare atmosfera emotiva.
Dalle notizie raccolte si sa che apparteneva a un reparto inviato a Guam, nel Pacifico della Manciuria nel 1943.
Dopo lo sbarco americano si rifugiò con altri soldati nella boscaglia per sfuggire alla cattura e solo nel 1952 seppe che la guerra era finita.
I suoi commilitoni se ne andarono uno alla volta e da 8 anni viveva completamente solo.
Fu sorpreso da due pescatoti mentre cercava di procurarsi il cibo pescando lungo la costa.
E` possibile ricostruire in parte quali furono le reali condizioni in cui si è svolta l`intera vicenda attraverso il racconto di un altro soldato che visse la stessa esperienza di Yokoi, il sergente Masashi che venne catturato nel maggio 1960.
Infatti successivamente Ito Masashi anche lui "catturato" a Guam stesso reparto di Yokoi raccontò in un libro perché rimase così a lungo nascosto nella giungla e quali spirale di ordini, speranze , equivoci avevano indotto e in un certo senso costretto lui e i suoi compagni a non arrendersi.
L`attacco americano giunse il 21 luglio 1944 e il 25 luglio le teste di ponte erano ormai consolidate.
I soldati giapponesi furono avvisati di tenersi pronti a un contrattacco ma a mezzanotte invece arrivo un messaggio dal comando " Una controffensiva concertata è ancora prematura resistete ad ogni costo"
Così le unità* si sparpagliarono nella giungla preparandosi alla resistenza.
Poi nel mese di settembre le truppe americane penetrarono all`interno dell`isola per operazioni di rastrellamento.
Scrive Masashi " Sapevamo che le nostre granate anticarro non avevano effetto sui carri americani, ma per noi la guerra sarebbe durata sino all`ultima cartuccia".
Del resto le ultime istruzioni date dal tenente Asada erano di incitamento a resistere e anche a sperare in uno sbarco di rinforzi restando nascosti e attendere il momento propizio.
Terminate le granate e anche le cartucce i soldati seppellirono i fucili che portavano impresso l`emblema sacro del Crisantemo imperiale per non farli cadere in mano ai nemici.
Cominciò cosi la lunga attesa di uno sbarco giapponese.
Anche le razioni, frattanto erano finite e iniziò la ricerca di frutta, radici,bacche e noci di cocco.
La fitta giungla e le innumerevoli caverne naturali offrivano un sicuro rifugio per la notte.
Ma le fughe improvvise dovute al sopraggiungere delle pattugli di rastrellamento causarono lo smembramento delle unità* e così si formarono gruppi di 3-4 soldati in quanto più facili da passare inosservati.
Paradossalmente la fine delle operazioni militari americane avevano accresciuto il pericolo per i soldati nipponici in quanto erano subentrati le micidiali pattuglie formate dagli indigeni della tribù dei Chamorros che intrapresero battute sistematiche per ritrovare i superstiti dell`esercito imperiale e la loro animosità* nei confronti di quest`ultimi era forte.
Una volta uccisero un giapponese mentre festeggiava con una bistecca di bue dopo mesi di astinenza (l`odore del grasso fritto lo aveva tradito)
La vera rivoluzione fu quando scoprirono un deposito di rifiuti militari che un camion periodicamente scaricava in una località* appartata.
Una vera miniera lattine, scatole, vestiti, gomme, molle, fili di ferro diventavano una ricchezza inestimabile.
I barattoli diventavano pentole, le molle dei materassi si trasformavano in aghi, la tela sfilacciata forniva il filo, vecchi abiti venivano riadattati in pantaloni, camicie e zaini.
Pezzi di acciaio inossidabile diventarono lame e rasoi e vecchi pneumatici fornirono la materia prima per confezionare speciali sandali.
Li confezionarono in modo da lasciare un`impronta che non somigliasse a quella di un essere umano.
I frammenti di vetro servirono ad accendere il fuoco grazie ai raggi solari.
Ma fu inventato anche un altro sistema per accendere il fuoco di notte o quando pioveva : un filo di ferro attorcigliato attorno ad un bastoncino di legno e sfregato sino a diventare bollente permetteva a un po` di polvere da sparo di prendere fuoco e di accendere degli stecchini di legno.
I barattoli più grandi permetteva loro di raccogliere acqua anche piovana.
Alcuni di loro cominciarono a sentirsi deboli e giunsero alla conclusione che era la mancanza di sale.
Decisero di procurarsi del sale filtrando l`acqua marina.
Per trasportare l`acqua di mare pensarono di utilizzare delle camere d`aria di pneumatici.
Il sale ricavato in questo modo permise un grande miglioramento nell` alimentazione e consentì di conservare la carne per periodi persino di due anni.
La carne era di buoi e maiali divenuti selvatici dopo i combattimenti.
Quando si ammalavano l`unica e sola cura era nello sdraiarsi e dormire.
Anche per le ferite il solo modo di curarsi era quello di imitare gli animali, leccarsi.

continua

fonte cartaceo cocis49