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Discussione: Film: BENGASI

  1. #1
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Film: BENGASI

    Bengasi è un film del 1942 diretto da Augusto Genina. Vinse la Coppa Mussolini al Festival di Venezia come miglior film italiano.

    Trama (da Wikipedia)[attachment=0:2qh8erm2]bengasid-130x216-1942.jpg[/attachment:2qh8erm2]
    Nella Bengasi del 1941, ai tempi colonia italiana, infuria la guerra. Mentre i coloni italiani fuggono dalla città perché le truppe inglesi avanzano in suolo libico, il capitano Enrico Berti trafuga dei documenti importanti da casa sua e costringe la moglie Carla, che ha origini ungheresi, a fuggire insieme al figlioletto Sandro di 4 anni. Ma durante l'esodo su un camion insieme ad altri coloni, gli inglesi bombardano e il bimbo muore tra le braccia della madre Carla perché il camion si è ribaltato. Enrico perde un braccio durante un attacco e viene fatto prigioniero dagli inglesi. All'ospedale riceve la visita della moglie che però non ha il coraggio di raccontargli della morte di loro figlio. Enrico, dopo essere guarito, finisce in un campo di prigionia inglese insieme ad altri compagni d'armi. Intanto a Bengasi, Filippo Colleoni diventa interprete dei soldati inglesi che hanno invaso la città. In realtà è un ufficiale di stato maggiore dell'esercito italiano che si finge interprete per scoprire i piani bellici delle truppe britanniche. S'innamora di Giuliana, una ragazza conosciuta durante l'esodo dei coloni. Una vecchia contadina cerca il figlio di cui non si hanno più notizie dopo una battaglia. Finalmente lo trova dopo molte ricerche ma ha perso la vista durante il combattimento. Arrivati a casa la contadina scopre che il marito è stato ucciso da dei soldati inglesi ubriachi perché voleva impedire agli invasori di rovinargli le coltivazioni. Intanto Enrico evade dal campo di prigionia in cui era rinchiuso, ritorna a Bengasi e scopre dalla moglie Carla l'amara verità sulla morte del figlio Sandro. Nel frattempo un soldato italiano sbandato trova rifugio in una casa di tolleranza di Bengasi dove s'innamora della prostituta Maria chiamata da tutti Fanny. Un giorno i soldati inglesi perquisiscono la casa nella speranza di trovare dei soldati italiani. Il soldato viene nascosto da Fanny e non viene trovato. Enrico comincia a collaborare con Filippo (che è stato aggredito in un rifugio antiaereo da cittadini italiani perché ritenuto una spia degli ufficiali britanninci) per scoprire i piani degli inglesi. Dopo alterne vicende, Filippo viene scoperto dagli inglesi ed arrestato mentre Bengasi viene minata dagli inglesi in ritirata e molti dei suoi edifici distrutti. Al ritiro delle truppe inglesi i cittadini italiani scendono per le strade ad accogliere le truppe italiane e tedesche, festeggiando e sventolando le bandiere italiane e quelle naziste. Le autorità italiane della città annunciano solennemente da un balcone che Bengasi è ritornata a far parte del regno d'Italia.
    Un Amedeo Nazzari super fa' la differenza tra tutti gli attori.Il film risente un po' della retorica del regime, tuttavia e' un film ben delineato, con un'ottima fotografia.E' uno dei primi casi in cui vennero adoperati veri equipaggiamenti britannici catturati al nemico e per l'occorrenza trasportati in Italia dove venne girata la pellicola. A mio parere un berllissimo film. PaoloM
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  2. #2
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    Re: Film:BENGASI

    Qualche aggiunta tratta dal mio cartaceo (un settimanale d'epoca)

    Locandina originale
    [attachment=3:3qok2z4w]coper.jpg[/attachment:3qok2z4w]

    Il film prodotto dalla Bissoli, è stato mirabilmente interpretato da Fosco Giachetti, Maria de Tasnady, Amedeo Nazzari e Vivi Gioi, negli episodi principali, più di 20.000 persone hanno partecipato all'azione, a rappresentare la folla dei soldati e dei civili, in una atmosfera di prodigiosa verosimiglianza.

    Nota: vennero aggiunti in seguito un prologo e un epilogo per renderlo digeribile al pubblico del dopoguerra.

    Alcune scene del film originale
    [attachment=2:3qok2z4w]1.jpg[/attachment:3qok2z4w]

    [attachment=1:3qok2z4w]2.jpg[/attachment:3qok2z4w]

    La scena finale del ritorno delle truppe italiane nella città martoriata
    [attachment=0:3qok2z4w]3.jpg[/attachment:3qok2z4w]
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    luciano

  3. #3
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    Re: Film:BENGASI

    Bengasi è un bellissimo film, per quanto sia stato molto "sforbiciato" durante e dopo la guerra.
    Gli inglesi sono interpretati da attori e da soldati tedeschi.
    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

  4. #4
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    Interessano altri aneddoti sul film?
    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

  5. #5
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    Da vedere.

    RR
    Tutto considerato, un militare non è altro che un uomo rubato alla sua abitazione. (Il buon soldato Sc'vèik)

  6. #6
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    Dì, dì...

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    Interessano altri aneddoti sul film?
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  7. #7
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    "Bengasi" è un film corale ispirato a fatti realmente accaduti durante l' occupazione inglese della città libica che - giova ricordarlo - non era una colonia ma territorio metropolitano oltremare (un pò come l' Algeria francese per la Francia metropolitana). Si tratta di un vero kolossal dell' epoca, che come vedremo non può essere ridotto a mero film di propaganda bellica, e men che meno tacciato di fascismo come accadde nell' immediato secondo dopoguerra: è invece un' opera complessa che affronta temi diversi e "difficili" come il colonialismo italiano e che ebbe un destino singolare, ritornando in circolazione più volte nel corso degli anni subendo tagli più o meno consistenti per renderlo politicamente accettabile (la versione tutt' ora disponibile in VHS e DVD ha il visto censura del 1956). Pochi sanno inoltre che partendo dal copione originario di "Bengasi" nel 1944 fu realizzato un clone americano ambientato nelle Filippine, e ancora successivamente reclutando alcuni degli attori della pellicola originaria ne venne girato uno "spin-off" mescolando parti del film originario, immagini dei Cinegiornali LUCE e nuovo girato in studio. In poche parole "Bengasi" non è solo un film, ma IL FILM, archetipo del trasformismo italico. A seguire cercherò di illustrare sinteticamente i punti salienti del film ed aneddoti poco noti ad essa negati.
    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

  8. #8
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    __________________

    GENERE: Guerra
    REGIA:
    Augusto Genina
    SCENEGGIATURA:
    Augusto Genina, Edoardo Anton, Ugo Betti, Alessandro De Stefani
    ATTORI:
    Fosco Giachetti, Amedeo Nazzari, Maria Von Tasnady, Vivi Gioi, Laura Redi, Fedele Gentile, Guido Notari, Leo Garavaglia, Carlo Tamberlani, Amelia Rossi Bissi, Edda Soligo, Guglielmo Sinaz, Plinio Torrini, Joop van Hulsen, Carmine Garibaldi, Giulio Giorgetti, Giovanni Onorato, Rudy Randi, Fulvio Ranieri, Mario Revera
    Ruoli ed Interpreti


    FOTOGRAFIA:
    Aldo Tonti
    MONTAGGIO:
    Fernando Tropea
    MUSICHE:
    Antonio Beretti
    PRODUZIONE: RENATO E CARLO J. BASSOLI PER LA FILM BASSOLI
    DISTRIBUZIONE: TIRRENIA
    PAESE: Italia 1942
    DURATA: 90 Min
    FORMATO: B/N


    ____________


    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

  9. #9
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    Il film rappresentò un enorme sforzo produttivo per la cinematografia italiana dell' epoca. A Cinecittà venne completamente ricostruito in studio dalle maestranze degli studi il Corso principale di Bengasi e varie infrastrutture della città (interni ed esterni) partendo da foto e planimetrie originali. Furono realizzate in maniera tanto scrupolosa e realistica (acqua corrente, impianti elettrici, ecc.) da sopravvivere alla guerra e nel 1946 erano ancora in piedi ed ospitavano - come il resto dei teatri di posa e degli uffici di Cinecittà - profughi di guerra, esuli istriani e "displaced persons" dai paesi dell' est europa. Le scene di battaglia nel deserto furono girate invece sulle dune nel poligono militare di Nettunia.
    Il contributo del R. Esercito fu notevole in tutti i sensi, a partire dalla fornitura di uniformi, armi e dotazioni inglesi di p.b. con la quale vestire le comparse. Parteciparono alle riprese vari contingenti del Distretto Militare di Roma, una btr. 75/27, una da 100/17, un plotone di carri lanciafiamme L 35/LF del 4° Rgt. Carri, un autoreparto con camions SPA 38 e CEIRANO 50 color grigioverde (all' inizio del film) un altro dotato di LANCIA 3RO color sabbia (nella scena finale), due "transportgruppe" tedeschi: uno dotato di camion FORD V 3000S color sandgelb (a rappresentare gli occupanti inglesi) ed un altro con camion OPEL BLITZ 3t. color feldgrau (a rappresentare i tedeschi liberatori). Per le riprese furono inoltre prestati i carri armati e gli autoveicoli britannici di preda bellica ancora marcianti presenti a scopo di valutazione presso il CSEM della Cecchignola (Centro Studi ed Esperienze della Motorizzazione).
    1 carro leggero LIGHT TANK MK 1
    2 carri CRUISER MK IV B
    1 autoblindo MARMON HERRINGTON
    1 cingoletta BREN CARRIER
    Quanto invece ai carri pesanti MATHILDA (riconoscibili per il caratteristico treno di rotolamento protetto) che nelle sequenze iniziali del film attaccano in massa e travolgono una batteria italiana da 75, in Italia non ve ne era alcuno. Si tratta in realtà di carri armati italiani M13/40 appartenenti al reparto complementare del 4° Rgt. Cr. che furono mascherati da inglesi grazie ad un mock-up in legno perfetto in ogni dettaglio, realizzato dalla falegnameria interna di Cinecittà. Lo stesso dicasi per le autoblindo inglesi che accompagnano l' entrata in città delle truppe del Commonwealth: erano AB 41 della Pai la cui sagoma era stata alterata sfruttando la doppia guida caratteristica di quel mezzo, semplicemente facendole marciare in retromarcia (cioè con il cofano motore in avanti) e con la torretta puntata a ore 6.
    Si notano inoltre alcune moto inglesi BSA e Triumph, oltre a vetture Humber Snipe nelle versioni decappottabile, giardiniera con carrozzeria in legno, e Saloon, usate dagli ufficiali inglesi, anch' esse di p.b.
    Per curiosità: Nel 1942 per carenza di vetture Alfa Romeo 2800 una delle Humber Snipe Saloon del CSEM, ridipinta grigioverde, fu assegnata come vettura personale al Comandante del C.d' A. Alpino seguendo le sorti del ARMIR sino alla Grande Ritirata.
    Una delle scene più drammatiche del film - gli inglesi in ritirata minano la città e fanno saltare le infrastrutture (centrale idrica ed elettrica, ospedale, caserma dei VV.F.) - venne realizzata dal vivo e con esplosivi reali, grazie al personale della Scuola Guastatori di Fanteria di Civitavecchia.
    ___________

    "Bengasi" può esser definito anche un film "internazionale" in quanto vi parteciparono attori di varia nazionalità: oltre alla ungherese Maria von Tasnady ed all' olandese Joop Van Hulsen (che interpretava un sudafricano boero, scandalizzato dalle violenze dei suoi compatrioti inglesi) recitando in afrikaaner, tutti gli ufficiali britannici erano in realtà attori tedeschi che recitavano in inglese per la versione distribuita in Germania. I libici erano poi sottufficiali e soldati venuti a Napoli per la Mostra d' Oltremare nel 1940 e rimasti in Italia. Gli indiani erano invece veri prigionieri di guerra, provenienti dai campi di prigionia in Abruzzo, scortati da un robusto drappello di Carabinieri per le riprese. Lo S.M.E. temeva che le riprese fossero occasione per tentare la fuga, ma non ci furono mai problemi a questo riguardo. Molti di loro erano simpatizzanti di Ciandra Bose e confluirono successivamente nei reparti FRECCE ROSSE del SIM.
    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

  10. #10
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    Ideologia in "Bengasi".
    __________________

    Nonostante la presenza di figure apertamente fasciste come quella del Podestà, il film è anomalo dal punto di vista ideologico: più che all' esaltazione del regime punta a rafforzare il valore dell' italianità "costruttrice" contro un nemico che si presenta come "distruttore" della civiltà portata dai coloni italiani.
    Emblematica la figura della famiglia di coloni veneti di Barce che attraversa il film come un filo rosso interagendo con gli altri personaggi.
    Divisa dalla guerra la madre si mette alla ricerca del figlio militare, ferito gravemente, mentre il padre resta a difendere il podere creato in pochi anni di duro lavoro (la colonizzazione di Balbo era del 1938/39) dai soldati neozelandesi. Se il figlio - nato e cresciuto nel ventennio dà mostra di quello che allora si chiamava stoicismo virile - quando la madre lo trova in ospedale a Bengasi
    "SONO CIECO, MAMMA, NON SEMBRA MA E' COSI'. I MEDICI HANNO DETTO CHE POSSO ANCORA GUARIRE... MA ANCHE SE NON FOSSE SONO CONTENTO LO STESSO, POSSO ANCORA LAVORARE NEI NOSTRI CAMPI, ESSERE UTILE ALLA PATRIA..."
    la morale della vecchia madre è evidentemente quella prefascista o a-fascista ereditata dalla secolare condizione contadina del veneto cattolico, la famiglia innanzi tutto. Pur di trovare il figlio si rivolge umile e ingenua a tutte le autorità della zona occupata: inglesi, italiani, preti, monache, medici, ringrazia tutti con
    "CHE DIO VE NE RENDA MERITO..."
    finchè riesce a riportarlo a casa, purtroppo ad una tragedia inattesa: il padre è stato falciato da nemici ubriachi che devastavano le coltivazioni, ed anche in questo caso la reazione dell' anziano contadino non si ispira ai valori fascisti ma è più una rabbia dettata dalla povertà antica di un popolo di emigranti, un gesto d' impulso come la stampella di Enrico Toti contro un nemico alieno dai valori del sacrificio e del lavoro
    "M' HA PRESO I SOLDI E NO G' HO DITO NIENTE, M' HA COPA' LE BESTIE E NO GHO DITO NIENTE, M' HA ROVINATA CASA E NO G' HO DITO NIENTE. MA LE PIANTE NO: LA PIANTE NON SE TOCA..."
    __________________

    Anche l' esaltazione della gloria militare è quasi assente in "Bengasi" e la presenza di eserciti che avanzano e indietreggiano occupando o liberando di volta in volta la città è sotto tono e strumentale alla storia raccontata. Se da un certo punto di vista la cosa è comprensibile date le gravi sconfitte subite dall' Italia fin dai primi mesi del conflitto e la conseguente subalternità alla Germania anche in A.S. con l' arrivo dell' Afrikakorps di Rommel, bisogna considerare che il fronte interno è additato al pubblico come protagonista centrale della lotta: la guerra non si vincerà con gli eroismi sui campi di battaglia ma grazie ai sacrifici del fronte interno, sostenuti in massima parte dalle donne.
    Sono infatti le donne le vere protagoniste in tutti gli episodi del film sostenendo gli uomini, proteggendoli dal nemico, mettendo da parte differenze di estrazione, cultura, censo, ideologia, per la sopravvivenza e il trionfo del bene comune. In questo senso "Bengasi" può esser definito un film protofemminista, infatti i personaggi femminili affrontano un percorso di maturazione e crescita morale senza eccezioni.
    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

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