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Discussione: Brigadiere CC.RR. Enrico ZUDDAS MOVM

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    Brigadiere CC.RR. Enrico ZUDDAS MOVM

    Nato a Dolianova (Cagliari) nel 1911, morto a Roma il 9 giugno 1944, brigadiere dei carabinieri, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
    A diciannove anni si era arruolato nell'Arma e nel 1938 era diventato istruttore alla Legione carabinieri di Roma. Al momento dell'armistizio era entrato nell'organizzazione clandestina dei carabinieri e si era subito impegnato in azioni molto rischiose contro i tedeschi. Poco prima della liberazione della Capitale, il brigadiere (che aveva l'incarico di scortare il capo di stato maggiore del Fronte della resistenza), accortosi che due agenti della polizia nazifascista stavano per catturare l'ufficiale, li abbatté a colpi di pistola. Enrico Zuddas fu, a sua volta, gravemente ferito.
    Trasportato al "Santo Spirito", il brigadiere, come ricorda la motivazione della massima ricompensa al valore, "isolato in una tetra corsia di ospedale e guardato a vista dagli sgherri teutonici, sopportava con ammirevole stoicismo il dolore delle ferite, in seguito alle quali decedeva con la fierezza del soldato conscio di aver compiuto il proprio dovere fino all'estremo sacrificio".
    Poco dopo il ferimento di Zuddas, gli Alleati sarebbero entrati a Roma, che al valoroso brigadiere ha intitolato una strada. A Zuddas sono state anche dedicate la Scuola media del suo paese natale e la caserma di Cagliari sede del Comando regionale dei carabinieri.

    «Sottufficiale dei CC.RR. sottrattosi con le armi in pugno alla cattura da parte delle soldatesche germaniche costituiva subito, con alcuni animosi gregari, che ne avevano seguito la sorte, un primo nucleo di resistenza contro l’oppressore. Entrato a far parte dell’organizzazione clandestina dei CC.RR. compiva le più rischiose missioni, distinguendosi per il suo coraggio temerario, per la sua decisione per la sua estrema energia. Comandato di scorta armata alla persona del generale Angelo Odone, Capo di S.M. del Fronte della resistenza, sorpreso da agenti della polizia nazifascista, nel generoso intento di evitare la cattura del suo superiore, non esitava ad ingaggiare la lotta malgrado le impari forze e cadeva ferito gravemente dopo avere abbattuto a colpi di pistola due agenti nemici. Isolato in una tetra corsia di ospedale e guardato a vista dagli sgherri teutonici, sopportava con ammirevole stoicismo il dolore delle ferite in seguito alle quali decedeva con la fierezza del soldato conscio di aver compiuto il proprio dovere fino all’estremo sacrificio.»
    — Fronte della Resistenza, 7 ottobre 1943 - 4 giugno 1944.
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    " Usi obbedir tacendo e tacendo morir....."

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