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Discussione: BARTALI e gli ebrei

  1. #1
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    BARTALI e gli ebrei

    questa storia vale più di ogni sua impresa sportiva.
    Bartali salva gli ebrei e il Papa lo riceve in maniche di camicia | l'Occidentale
    ol raspa poler de berghem

  2. #2
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    ottimo !!!

    hai fatto una gran cosa

    christian76

  3. #3
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    perchè?scommetto che non lo sapevi,che brividi a pensare che ha salvato 800 ebrei.
    ol raspa poler de berghem

  4. #4
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    Il cuore grande del nostro Gino è cosa nota ... un grande pregio che si va ad aggiungere al suo altissimo valore di atleta internazionale!
    come pure il fatto di esser stato di fede democristiana e sempre avverso alla guerra ...
    e il suo altruismo, anche nei fatti descritti nell'articolo in oggetto, è indiscutibilmente provato!

    Quello che invece pochissimi sanno, anche perchè "censurato" ad arte nella sua biografia ed anche nel famoso sceneggiato televisivo in due parti, credo trasmesso nel 2006 da RaiUno, è che il nostro Gino aderì alla Repubblica Sociale Italiana come Milite Stradale della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) e ne firmò anche il Giuramento ufficiale ...!
    Al tempo naturalmente era già un "campione" affermato ...

    Qui sotto: Gino Bartali fine anni 30
    Bye
    Giò
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  5. #5
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    se interessa a cosseria,nel museo della bicicletta,luciano berruti ha una sua bici e nel canottop reggisella ha trovato tutti i documenti falsi.
    Anche magni era nell'rsi,dopo si pentì
    W GINETTACCIO
    ol raspa poler de berghem

  6. #6
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    Conosco bene la storia di Gino, che oltre ad essere stato un mito del ciclismo,
    si faceva quasi 200 Km in bicicletta, dalla Toscana ad Assisi (PG) al giorno per svolgere
    la sua attivita' segreta essenzialmente anti tedesca, pur essendo iscritto nei ruoli
    della GNR Stradale. Qualcuno lo chiamo' doppiogiochista, ma egli ebbe sempre a dire,
    molto schivo, parlando del periodo 1943/1944 che egli fece cio' che molti italiani, fascisti compresi, fecero, per una questione di etica, di morale e di giustizia cristiana, verso degli esseri umani bollati da una legge infame che la politica fascista e del re, forse obtorto collo, dovettero approvare sin dal 1938.Fare altrettanto,con i personaggi presenti in Italia attualmente, sarebbe impensabile. PaoloM

  7. #7
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    conoscoi bene il figlio,gli chgied informazioni in merito a questo?
    ol raspa poler de berghem

  8. #8
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    anche costante,ha contribuito
    Novi Ligure: ognuno ha i propri segreti posti in soffitta







    Le voci corrono, non tanto quanto me su di una strada asfaltata mentre sono in competizione, ma hanno lo stesso buona gamba per potersi diffondere a macchia d’olio, specie se il paese e piccolo e all’appello manca qualcuno. Parlo signori miei del buon cuore che il vostro Costante adopera in questi tempacci bui di guerre e antisemitismo, che altro non fanno se non depredare l’animo umano di tutta la sua benevolenza e rendendolo ogni giorno sempre più arido e spietato. So perfettamente che il mio atteggiamento pubblico è diverso, io che son sempre stato sostenitore dell’Impero Italico, ma ognuno è tenuto a preservare ogni segreto, per aiutare se stessi nel non finire alla gogna ma soprattutto per aiutare persone bisognose…Anche se il mio aiuto è soggetto ai miei bisogni, come ben saprete.

    Scrivo questo aneddoto perché dovevo liberarmi di un fardello piuttosto pesante, e come far diversamente se non sulle pagine accoglienti del mio diario? Un amico che sa veramente ascoltare senza giudicare i miei trascorsi.

    E’ ormai qualche tempo che le Leggi Razziali hanno posto in Italia un limite alla libertà di una certa categoria di persone, ovvero gli ebrei, che essi siano dottori, banchieri, orefici, gioiellieri, intermediari del commercio di pietre preziose o dei semplici bottegai, non importa tutto ciò, l’importante è farli deportare verso angusti villaggi del terrone in cui solo il porco di Jahvè sa che fine fanno e se avranno un posto da martiri che li attende in un luogo migliore. E il caso che vi voglio narrare è della totale protezione che diedi, che do e che sto tuttora dando ad una donna, precisamente Donna Lucia, un’artigiana confezionatrice di abbigliamento intimo per donnette, ricamatrice, abile sarta e venditrice presso la sua piccola bottega ad Ovada, a pochi chilometri da Novi.

    Saranno ormai quasi 4 anni che do protezione a questa donna, che conobbi proprio nel suo negozio quel dì che andai con l’intenzione di far un presente, un “cadò” (per non usare francesismi fronzolati di troppe lettere superflue), alla sgualdrina che mi stava passando sotto le grinfie in quel periodo. Fin da subito mi colpì, ma ovviamente non potevo sapere delle sue radici. Mi colpì il come fosse l’esatta riproposizione della sua bottega, ovattata, elegante, raffinata, quasi eterea…un confetto, una bomboniera diciamo. Coi suoi scuri capelli ricci acconciati alla moda del ’38, con una leggera riga laterale tenuti a bada da molteplici forcine, capelli scuri come le ombre al crepuscolo, che si allungano man mano che le ore passano, e nonostante fossero raccolti, si notava che le sue ombre si potevano allungare lungo tutta la schiena. Occhi anch’essi molto scuri, sorridenti ma che celavano un barlume di tristezza interiore a causa degli avvenimenti che stavano colpendo l’Italia intera. Era una donna di statura non elevata, con un corpo equilibrato, tra l’esile e il robusto, con seni piccoli ma sodi data l’età, appena ventiduenne, e un sedere da far invidia ad una dea azteca, tondo e levigato, strano per la sua stirpe, di corporature esili e sottili, e di fatti aveva origine meridionali. Sarebbe stato molto difficile trovare tanta sensualità in una donna ebraica.

    Mi raccontò che suo padre, uno stimato orefice di Ovada, aveva sposato una contadinotta pugliese, e da questo amore era nata lei, che preservava la fierezza della gente di suo padre connubiato col semplice ardore della terra di sua madre. Quando la conobbi, era in settembre del 1938, le Leggi Razziali erano già state varate e avevano già cominciato a far disastri nelle famiglie, loro la stavano quasi scampando per via dell’importanza di suo padre e della scarsa importanza di un paesino dimenticato da quell’animale di Dio come Ovada. Fatto sta che la preoccupazione la attanagliava e le stringeva il cuore, al radiogiornale le cronache parlavano di “gloriose e soddisfacenti deportazioni per depurare la fiera razza italica”, nemmeno come se fossimo ad una fiera del bestiame in cui si valutano le razze bovine più meritevoli. Quale degrado culturale ci tocca vivere.

    Rimanemmo in contatto telefonico e un giorno mi chiamò disperata dicendomi che avevano portato via suo padre e l’avevano caricato a forza su di un mezzo militare e lei era scampata al coatto rapimento nascondendosi in una botola nascosta del suo negozio, della quale solo lei conosceva l’esatta ubicazione, anche perché si nascondeva abilmente nel pavimento di legno, e si apriva solo tramite una sorta di ventosa che nascose non appena ebbe aperto la botola, per l’appunto. Mi raccontò che poteva sentire i passi pesanti dei soldati che confabulavano qualcosa e che se ne andarono dopo una breve perlustrazione. Non poteva far altro che soffocare il respiro affannoso tra le mani e sperare che non la sentissero. Quando la situazione si calmò uscì dalla botola e la prima cosa che fece fu chiamarmi. Fortunatamente ero a casa e non appena appresi di tutta la faccenda mi precipitai da lei, assicurandomi che nel frattempo si nascondesse ancora nel suo angusto posticino.

    Arrivai e mi riconobbe, logicamente, dalla voce e ce ne andammo senza esitare. A Novi i soldati dovevano ancora arrivare per cui ebbi tutto il tempo per sistemarla in soffitta, nascosta come un poco esimio ratto, ma era una cosa che andava fatta per il suo bene. La sistemai come meglio non potevo fare, pranzavamo e cenavamo insieme, per non farla sentire sola e la sera, quando potevo e non avevo impegni riguardanti il mio tanto amato ciclismo, salivo e si parlava tutta sera degli argomenti più svariati.

    Ma, come sempre mi successe, un giorno scattò quella famigerata molla che da sempre mi accompagna, facendomi pensare all’eventualità di trarre profitto da questa faccenda…Un profitto sessuale si intende. Sapevo benissimo che da lì non sarebbe potuta scappare, ma perché non tenerla legata come una cagna per stuzzicare il mio appetito? So benissimo, penserete che io sia un orco (dio) senza cuore e ritegno alcuno, e per certi versi è vero, ma questa patologia mi accompagnerà per il resto dei miei giorni, e soffocarla farebbe solo che peggiorare le cose, quindi tanto vale assecondarla e limitare i danni che l’oppressione potrebbe creare.........
    non continuo perchè è un po' così

    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... rdengo.jpg
    ol raspa poler de berghem

  9. #9
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    Citazione Originariamente Scritto da ITALIAstorica
    Quello che invece pochissimi sanno, anche perchè "censurato" ad arte nella sua biografia ed anche nel famoso sceneggiato televisivo in due parti, credo trasmesso nel 2006 da RaiUno, è che il nostro Gino aderì alla Repubblica Sociale Italiana come Milite Stradale della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) e ne firmò anche il Giuramento ufficiale ...!
    Al tempo naturalmente era già un "campione" affermato ...

    Giò
    Anche Magni era nella GNR...

  10. #10
    Utente registrato L'avatar di Alexderome
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    Re: BARTALI e gli ebrei.

    E proprio fu il "Vecchio" Bartali ad impedire la fucilazione di Magni....
    ALEX
    http://hongrie2gm.creer-forums-gratuit.fr/
    Eravamo 3O d'una sorte, 31 con la morte. G. d'Annunzio

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