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Discussione: quadro di guerra

  1. #31
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    Citazione Originariamente Scritto da maxtsn Visualizza Messaggio
    Le due X indicano l'anno dell'Era Fascista (E.F.) in questo caso XX indica 20° anno E.F. (si parte a conatare dalla Marcia su Roma del 28 Ottobre 1922)

    Belle, nella 3°foto, le mostrine dei reparti chimici!!
    In tutte le foto si vedono solo mostrine del periodo regio con stellette, ciò è dovuto al fatto che solo nel tardo 44 con l' affluenza di nuovi complementi dall' Italia e a formazone di nuovi battaglioni i Nebbiogeni ricevettero capi di vestirio nuovi, bustine con visiera e i relativi attributi repubblicani (gladii e mostrine).

  2. #32
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    Tra i racconti orali, il quadro e il foglio matricolare si evidenziano un gran numero di differenze dovute forse a una certa reticenza del tuo avo, che vedremo in un secondo momento da cosa potesse esser motivata.

    Innanzi tutto notiamo che:
    - Il f.m. attesta che il militare appartenne tra il 1942 e l' 8 settembre 1943 a reparti Nebbiogeni, specialità dell' Arma Chimica (Dep. 31° Ftr./10^ cp. chimica; 2° Btg. Nebbiogeno/33^ cp.; Reggimento Chimico) ma il quadretto lo indica come "Lanciafiamme", che è una diversa specialità della suddetta arma.
    - Il f.m. lo indica con timbri a inchiostro, come prigioniero dei tedeschi in Polonia dal 9 settembre 1943 all' 8 maggio 1945. E' riconosciuto come prigioniero di guerra a tutti gli effetti (ovvero non collaboratore dei tedeschi e non appartenente alle FF.AA. della Repubblica Sociale Italiana). Vedremo dopo come le autorità militari ebbero queste informazioni non rispondenti a verità.
    - E' in mano delle FF.AA. alleate dal 8 maggio 1945 al suo rientro in Italia il 23 agosto 1945. Certamente si trattava degli anglo-americani, vista la celerità del rimpatrio (gli IMI italiani liberati dalla prigionia in Germania dall' Armata Rossa rientrarono molto più tardi, insieme ai prigionieri dell' ARMIR ancora in vita, con un percorso geografico e politico molto più tortuoso).
    - Il 2/3/1954 in qualità di prigioniero di guerra tra il 43 ed il 45 è autorizzato a portare la croce al merito di guerra. Non si fa cenno nel f.m. alla campagna 40/43 e tantomeno alla ipotetica presenza al fronte russo che avrebbe dovuto essere annotata, se il militare avesse fatto parte del CSIR nel 41/42 o dell' ARMIR nel 42/43. Risultano dunque incongrue la scritta del quadretto e ancor più la presenza nel medagliere della "Croce di Ghiaccio".
    Sia nella burocrazia militare che nella medaglistica la Campagna 40/43 (la guerra iniziata nel 1940 alleati coi tedeschi) e la Campagna 43/45 (la guerra finita come cobelligeranti degli angloamericani) sono ben distinte e non c' è neanche da pensare ad un errore. Pur ritenendo attendibili i racconti tramandati oralmente in famiglia, la datazione e la tempistica degli stessi risulta con tutta evidenza falsata. La chiave per comprendere la situazione militare del tuo nonno si trova con tutta probabilità negli eventi traumatici dell' armistizio, ma in assenza di documentazione certa entriamo inevitabilmente nel campo delle IPOTESI e delle DEDUZIONI, seppur suffragate da un buon numero di coincidenze.




  3. #33
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    Il II° Battaglione nebbiogeno quando fu inviato a Gothenhafen su richiesta tedesca nell' ottobre 1942 era articolato su: Compagnia Comando, 28^ Cp.,34^ Cp., 35^ Cp., 37^ Cp. Il soldato Caratenuto apparteneva invece alla 33^ Cp. E' quindi possibile che sia rimasto in Roma, presso il Reggimento Chimico - sua ultima destinazione - fino all' armistizio. Inoltre tra le sue foto scattate in Polonia non vi sono date precedenti al 43. Durante i combattimenti per la difesa di Roma (8-10 settembre 1943) il Reggimento Chimico operò, insieme ad altre truppe dei depositi, per la difesa delle caserme contro i paracadutisti germanici, ma l' impiego più vasto che comportò molte perdite fu quello dei reparti lanciafiamme. Disarmato il Regio Esercito in Italia, Francia e Balcani, la maggior parte della truppa - circa 900 mila uomini - fu deportata con vagoni piombati in Germania, Polonia e Bielorussia in speciali campi IMI (Internati Militari Italiani) dove agli italiani furono negate la denominazione di prigionieri di guerra e i relativi diritti garantiti a questi dalla Convenzione di Ginevra. Subito iniziarono le richieste di arruolamento nelle FF.AA. tedesche, specie nelle SS e poi per l' arruolamento nell' ENR. Contestualmente gli internati dovettero subire fortissime pressioni - non solo psicologiche - per spingerli all' adesione. Tra queste un graduale ma costante peggioramento delle condizioni di vita e delle razioni alimentari. Lo scrittore e giornalista Giovannino Guareschi, internato prima in Polonia e poi in Germania scrisse che, stando alle tabelle viveri tedesche rinvenute dopo la liberazione, gli IMI non avrebbero potuto esser ancora vivi nell' aprile 1945. Una minima parte degli internati aderì alla RSI perchè fascista, o incolpando la monarchia per lo sfacelo seguito all' armistizio, altri nella speranza di rientrare in Italia o disertare alla prima occasione, altri ancora - e non è il caso di biasimarli - perchè gravemente malati o semplicemente per fame. E se Guareschi nella versione non censurata del suo diario di prigionia, appunto intitolata "IL GRANDE DIARIO" riporta il caso di un ufficiale che si rivolse ai suoi colleghi con la frase "Vado in Italia a mangiare gli spaghetti", cita anche l' episodio dei Nebbiogeni, che aderirono in massa uscendo dai reticolati inquadrati a passo di marcia e cantando "Giovinezza" per ricongiungersi ai reparti del Baltico. Caso quasi unico dopo l' 8 settembre, i tedeschi apprezzavano molto le truppe nebbiogene italiane, seri, fidati, tanto da dipendere per la difesa dei porti, delle industrie belliche e delle armi segrete V1 e V2, proprio dagli altrimenti disprezzati italiani.

  4. #34
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    Le sue ipotesi, non sono alquanto fantasiose e spiego il perchè.-
    In primis le faccio i complimeti: la storia, si studia con prove alla mano e poi con gli elementi raccolti si fanno le ipotesi.-
    Può essere che si sia arruolato nella RSI, o ne abbia fatto parte, e le spiego il perchè. Ricordo un episodio divertente ma molto significativo. Negli anni 80 mio padre regalo' al nonno una radiolina di colore rosso fuoco, per ascoltare le partite di calcio, la domenica pomeriggio. Mio nonno ringrazio ma compro della vernice grigia, per dipingere la radio rossa, con un pennello, suscitando le parole di noi tutti (mi escludo io avevo 5/6 anni). Crescendo io ho maturanto la passione per che guevara, e lui nn d'acordo con me mi diceva " ... i comunisti. la fame perde la vista. I comunisti tu lavori e io mangio", ripeteva sempre questo. Con la democrazia ha sempre votato o fiamma tricolore o democrazia cristiana, ma è sempre rimasto al di fuori di ogni movimento politico, si doveva lavorare. Probabilmente poi quando giunse a Roma (diceva che la prima città che ha toccato dalla sua lunga traversata è stata Roma, ove poi è stato soccorso) abbia rinnegato ogni azione, probabilmente per pensare a se stesso, visto che il clima politico era cambiato radicalmente. le allego un altro documento integrativo.
    La saluto e la ringrazio per l'interessamento.
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  5. #35
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    La ringrazio per questa ulteriore integrazione, che mi permetterà di spiegare nel prossimo intervento come e perchè delle discrepanze precedentemente rilevate. Non tutti quelli che aderirono ala Rsi erano dei fanatici: molto spesso decise il fato. Luogo, circostanze, amicizie, famiglia, incisero molto in una scelta che fu comunque un trauma, non mi stupisce che dopo la guerra suo nonno abbia privilegiato il lavoro e gli affetti alla politica attiva, furono molti a farlo: PRIMUM VIVERE !

  6. #36
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    In tutte le foto si vedono solo mostrine del periodo regio con stellette, ciò è dovuto al fatto che solo nel tardo 44 con l' affluenza di nuovi complementi dall' Italia e a formazone di nuovi battaglioni i Nebbiogeni ricevettero capi di vestirio nuovi, bustine con visiera e i relativi attributi repubblicani (gladii e mostrine).
    Assolutamente d'accordo... ma non capisco.
    Io ho precisato che 1942 XX (dove XX indica 20°E.F.) quindi siamo ampiamente in periodo Regio e di sicuro non potevano esserci i gladi.
    Max

    Frangar non flectar

  7. #37
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    Come promesso ritorno sull' argomento dopo aver approfondito. Già nel 1942 il II° Nebbiogeni al comando del maggiore Calafiore, subito dopo aver stabilito la sua sede a Gothenhafen costituì due distaccamenti a Memel e Pillau. In entrambe le località oltre alla marina vi erano installazioni e basi della aeronautica. Ciò conferma il resoconto del reduce che sosteneva di esser stato alle dipendenze della LW. Altra implicita conferma alla descrizione della "ritirata nella neve" è il fatto che nel marzo-aprile 1945 sotto la soverchiante avanzata sovietica, gli italiani di stanza a Memel e Pillau dopo aver distrutto gli impianti si ritirarono a piedi attraverso la laguna ghiacciata insieme ai profughi civili tedeschi e polacchi fino a riunirsi ai camerati di Gothenhafen (il fatto è riportato in un articolo del corrispondente di guerra Gianni Famigliaro, apparso su GLADIO del 15/4/1945). Qui l' intero battaglione nebbiogeno combattè come reparto di fanteria nella città assediata e sottoposta a duri bombardamenti aerei angloamericani e sovietici, finchè fu evacuato via mare verso occidente. Il che rende plausibile anche l' uso di lanciafiamme per distruggere i cadaveri intrappolati sotto le macerie degli edifici. Anche la dinamica degli avvenimenti successivi è chiara. I nebbiogeni sbarcarono con tutta probabilità in un porto tedesco occidentale - probabilmente Amburgo meta ultima della maggior parte dei profughi dalla Prussia - o in Danimarca, comunque in territori occupati dai britannici che, a differenza degli statunitensi non si preoccuparono di suddividere gli italiani in alleati o nemici del nazismo. Fecero rientrare in treno via Brennero tutti mescolati: militari e civili RSI, internati militari IMI, deportati razziali e politici KG, lavoratori volontari dell' industria bellica tedesca partiti prima e dopo l' armistizio con regolare contratto, emigrati di lunga data, persino criminali comuni dei carceri civili e militari della Campania, spediti in Germania dopo l' 8 settembre. E di ciò Guareschi si lamentava molto. Non dev' essere poi stato difficile nel campo di raccolta di Pescantina, organizzato dal R.E. per vagliare sommariamente le posizioni dei rientranti farsi passare per IMI, cioè per un soldato catturato l' 8 settembre (anche per sfuggire ai tribunali speciali civili che comminavano condanne a morte come se piovesse). Ciò spiegherebbe anche l' attribuzione del 1954 come "prigioniero di guerra". Ciononostante, avendo di fatto combattuto CONTRO I RUSSI, anche se non IN RUSSIA, il nostro reduce si procurò la croce di ghiaccio, aggiungendola impropriamente al suo medagliere pur non facendo comprensibilmente mai cenno nei ricordi alla militanza nella RSI...

  8. #38
    Utente registrato L'avatar di cchr75tj
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    Grande e grazie

  9. #39
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    Di niente e scusa per il ritardo...

  10. #40
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    Complimenti splendido ricordo!

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