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Discussione: [VERONA] Forte Cà Bellina

  1. #1
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    [VERONA] Forte Cà Bellina

    Del forte in verità non ci sarebbe nulla da dire.
    Struttura semi - permanente costruito in tutta fretta ( 3 mesi ), situato in aperta campagna presso la corte Ca'Bellina, fu demolito dopo la prima guerra mondiale. Il forte era "in terra" e con le gallerie ed i ridotti armati con legname mentre le scarpe e le controscarpe erano tenute in sesto mediante gabbioni fascinati. Anche per questo non ne rimane traccia e non si conosce neppure la sua esatta ubicazione.

    In questi giorni, sulla pagina FB , Fabio ha mostrato una cartina del 1866 molto interessante.
    Usando le solite tecniche a cui siamo abituati ho realizzato un overlay di questa cartina su Google Earth e tenendo conto di tutti i possibili errori e correzioni del caso sono rimasto molto stupito dal grado generale di precisione.

    Tralasciando il resto della mappa utile comunque per altri posizionamenti vi mostro la zona dove si dovrebbe trovare il forte.


    Cattura-2.jpgCattura-1.jpg

    Cattura-3.jpgCattura-3b.jpg

    Su questo lato della mappa la triangolazione è realizzata con la Villa Mattarana in Basso , le case a Colombare in alto a sinistra e il gruppo di case a destra.
    Stando a questa ricostruzione il forte si trovava all'incrocio di Via Mattarana con Via del Vegron.
    La posizione attuale sul nostro database quindi sarebbe sbagliata.

    Mi trovate anche su Facebook©: Fortificazioni Militari & Artiglieria
    La pagina ufficiale del progetto "Database Cementisti" : Database Cementisti

  2. #2
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    E aggiungiamo che sarebbe sbagliata anche la posizione riportata dallo scomparso sito veronafortificata.it, per quanto prestigioso fosse e curato da personalità di rilievo per quanto riguarda questa tematica... In ogni caso, per rendere un'idea di come fosse questo forte, demolito presumibilmente dopo la Grande Guerra 1915-18, ecco qui le uniche foto comunemente conosciute, scattate nel 1866 dal fotografo Lotze:

    Sullo sfondo il castello medioevale scaligero di Montorio, altro possibile punto di riferimento per collocare il forte:
    6240431526_e509544c1d_o.jpg

    Una splendida foto dove risalta anche il personale della guarnigione:
    Erdwerk_Bellina_der_Festung_Verona.jpg

    Un'altra versione un po' più nitida della foto di prima:
    bellina.jpg

    Una mappa dell'opera:
    mappa bellina.jpg

    Altre planimetrie:
    58III.jpg

    58IV.jpg

    bellina planimet.jpg

  3. #3
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    Bravi ragazzi!

    Non ho ancora controllato i vostri post, sia qui che su FB ma mi complimento con voi!

    Ci sentiremo di sicuro per ulteriori verifiche.

    Ciao a tutti
    Fortificazioni

    Le Fortificazioni Militari su www.fortificazioni.net

  4. #4
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    Aggiungiamo qualche cenno storico su questo forte scomparso, che però, pur essendo stato costruito in tutta fretta nella primavera del 1866, nell'imminenza dello scoppio della Guerra col Regno d'Italia, è stato considerato dai teorici della scienza delle fortificazioni come un punto di svolta importante nell'evoluzione dell'ingegneria militare della seconda metà dell' 800, finendo per essere preso a modello, nei corsi delle accademie e nei testi dedicati, di un nuovo prototipo di forte, il forte tipo Tunkler, dal nome del progettista Andreas Tunkler von Treuimfeld.

    il tenente colonnello Tunkler a Verona verso il 1865, con gli ufficiali del Genio Fortificazioni nel cortile della sede di Corso Porta Palio
    ufficiali genio tunkler 1865.jpg

    Il Ca' Bellina rappresenta il completamento della seconda cerchia di forti intorno alla città, insieme con l'altro forte gemello Ca' Vecchia costruito nella stessa occasione e nella stessa modalità semipermanente in altra zona della città. Entrambi erano destinati a essere completati in modo permanente, in muratura, non appena teminata la guerra, ma ovviamente, dopo che l'Austria dovette lasciare il Veneto, del progetto non se ne fece più nulla.
    Furono comunque mantenuti in servizio dal Regio Esercito per molti anni, il Ca' Vecchia in particolare sopravvisse fino ai primi anni '60.

    La descrizione che era presente sul sito veronafortificata.it:

    Cronologia:
    1866

    Progettista: tenente colonnello Andreas Tunkler von Treuimfeld (direttore della Genie Direction di Verona).

    Committente:
    Impero absburgico; F.M. arciduca Albrecht (Comandante d’Armata)

    Descrizione:
    Grande forte semipermanente a tracciato composito, poligonale e bastionato. Impianto a lunetta poligonale con fianchi convergenti verso il fronte principale; fronte di gola bastionato.

    Il forte era collocato in aperta campagna, presso la corte Ca’ Bellina, davanti alla strada San Michele Extra-Montorio. Situato nella posizione già individuata nel piano fortificatorio del 1860, definito dall’arciduca Leopoldo, sulla sinistra d’Adige completava il settore orientale del campo trincerato. Faceva sistema, sull’ala destra, con il Forte San Michele; sulla sinistra incrociava il fuoco con la batteria del Castello di Montorio. Le sue artiglierie sbarravano l’intervallo tra la strada postale proveniente da Vicenza e le ultime propaggini della Lessinia; battevano la valle del Fibbio, quella di Mizzole, e il versante collinare delle Ferrazze.

    Il Forte Ca’ Bellina è simile, per impianto architettonico e caratteristiche tecnico-logistiche, al Forte Ca’ Vecchia. Se ne distingue per il tracciato (poligonale di base) e per le minori dimensioni (lato di base del fronte di gola 173 metri, contro i 220 metri del forte di riva destra).
    La strada militare proveniente dalla vicina Corte Ca’ Bellina, distaccatasi dalla strada della Mattarana, si dirigeva a nord verso il fronte di gola del forte. Intersecando lo spalto, entrava nella piazza d’armi trincerata, a pianta di semiottagono schiacciato; due rampe, discendenti lungo la controscarpa portavano al piano del fosso asciutto, nel quale si erigeva la palizzata a tracciato bastionato, ordinata per la difesa di fucileria, distaccata dal retrostante terrapieno del fronte di gola. Nei fianchi collaterali, sul rovescio dei due musoni (sporgenze a pianta squadrata, a protezione del fianco del bastione), erano inseriti i passaggi d’ingresso.

    Entrati nel recinto bastionato d’ingresso, nel mezzo della cortina, sull’asse (capitale) del forte, si imboccava la lunga poterna, a struttura lignea blindata, che metteva in comunicazione con il piazzale interno; poi, proseguendo in asse, terminava sul vertice del saliente, nella caponiera sulla capitale. La poterna era protetta da un rilevato, a forma di traversone (rilevato di terra rettilineo), che divideva in due parti il piazzale, con funzione di defilamento dai tiri nemici provenienti di fianco.

    I ricoveri per la guarnigione, a struttura lignea blindata, erano inseriti sotto il terrapieno, lungo le due facce del fronte principale; il terzo ricovero era collocato sotto il terrapieno del fronte di gola, sull’esterno della cortina, protetto dall’antistante palizzata difensiva. Infine, due corpi di guardia, sempre a struttura lignea blindata, erano annessi all’interno dei fianchi ritirati dei due bastioni collaterali.
    La riserva d’acqua era approvvigionata da un pozzo situato all’esterno del fronte di gola, accanto alla poterna d’ingresso, protetto da una copertura lignea blindata.

    L’opera principale da combattimento, formata dal terrapieno con il ramparo, si elevava sull’impianto a lunetta pentagonale con fianchi obliqui. Sul lato di gola, il rilevato rettilineo del paradorso proteggeva l’interno del forte contro i tiri nemici di rovescio; la sommità del tratto centrale (cortina) era munita di parapetto per fucilieri.

    Ogni postazione d’artiglieria, a cielo aperto, era protetta da traverse collaterali; quelle del fronte principale erano dotate di ricovero blindato per i serventi ai pezzi e di riservette giornaliere per le polveri. Due traverse di maggiori dimensioni, edificate con struttura muraria, contenevano le polveriere.
    La scarpa esterna del terrapieno a pendenza naturale, scendeva al livello del fosso asciutto, dove era infissa la palancata perimetrale per ostacolare l’assalto. Tre caponiere, a struttura lignea blindata, fiancheggiavano il fosso asciutto; erano ordinate solo per fucilieri e sporgevano simmetricamente agli angoli dei fianchi e sul saliente centrale. A esse conducevano due poterne laterali e la lunga poterna mediana; tutte erano a struttura lignea blindata.

    Sul fronte di gola, il paradorso separava dal resto del forte i due bastioni collaterali. Dal ricovero blindato inserito sotto la cortina di gola, per mezzo delle rampe laterali gli artiglieri accedevano alle postazioni. La funzione delle bocche da fuoco dei bastioni era duplice: di fiancheggiamento, incrociando i tiri verso il centro; di combattimento, con i pezzi puntati verso l’aperta campagna, anche in concorso con i fianchi del forte. Al livello del fosso il terrapieno dei bastioni, con scarpa a pendenza naturale, era presidiato dalla palizzata. Annessi al fronte di gola, i due bastioni e il ricovero, separati dal forte, costituivano il ridotto dell’opera.
    Sull’intero perimetro del forte, oltre il fosso asciutto, completava l’opera la controscarpa a pendenza naturale, il cui ciglio si raccordava alla campagna con il breve spalto a piano inclinato discendente.
    Nel paesaggio campestre, prossimo al colle di Montorio, le masse di terra geometricamente conformate delineavano profili orizzontali, defilati, mimetici. Nello spazio interno del forte, una complessa pianificazione, di sicurezza e di combattimento, aveva preso forma nell’architettura di terra e legname, pensata come una macchina marziale per l’impiego delle artiglierie.

    Nelle fotografie eseguite da Lotze, nel 1866, sull’ampia veduta interna del Forte Ca’ Bellina, in completo assetto da guerra, con artiglierie e soldati, domina il castello scaligero sul colle di Montorio; sul crinale più remoto si scorge il Forte Preara. Nell’immagine è compendiata l’originale storia dell’architettura fortificata di Verona. Nella seconda fotografia del Lotze, la fuga prospettica delle geometrie del fronte di gola bastionato concorre alla linea dell’orizzonte campestre, dove si profila il tempio dedicato alla Madonna di Campagna, ideato da Michele Sanmicheli, architetto civile e militare del Cinquecento.

    Armamento: 21 cannoni di diverso calibro ad anima liscia
    Presidio di guerra: 130 fanti
    30 artiglieri
    Presidio di emergenza: 200 uomini
    Riserve di munizioni: 28.000 kg di polveri

    Stato di conservazione:
    Completamente demolito e spianato. Il sito d’impianto originario è identificabile a nord di via Mattarana, nella pertinenza del nuovo carcere di Montorio.

    Osservazioni:
    Il forte fu demolito dopo la prima guerra mondiale, per decisione del Regio Esercito, sebbene fosse citato, con il Forte Ca’ Vecchia, quale modello fortificatorio nei principali trattati di architettura militare del secondo Ottocento.
    Nella cartografia ufficiale I.G.M. l’opera era indicata col nome “Forte Bellina”.

  5. #5
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    Questo forte scomparso condivideva con l'altro simile, il Ca'Vecchia, il fatto che in essi erano state usate delle colate di cemento per costruire alcune gallerie, al posto della tradizionale tecnica delle volte in pietra e mattoni legati da malte. Un primato per la storia delle fortificazioni in Europa, anche se non si trattava ancora di cemento armato. Nel caso del Ca'Vecchia, demolito nei primi anni '60, anche nei decenni successivi sembra fosse possibile vedere qualche resto di queste parti in cemento, secondo quanto scriveva lo Iacobacci.

    Tornando al Ca' Bellina, come avevo evidenziato in rosso nel testo postato sopra, Bozzetto lo collocava dove ora c'è il carcere di Verona, la mappa che abbiamo visto, grazie all'interazione con Facebook, smentirebbe in pieno questa tesi.

    Una mia elaborazione che vorrebbe mostrare le due locazioni
    mappa bing.jpg

    Primo piano di dove si sarebbe trovato il forte secondo la mappa
    mappa bing 2.jpg

    Questa la mappa presente nel sito curato da Bozzetto, si nota la posizione arretrata del Ca' Bellina rispetto ai 2 forti dirimpettai, il S. Michele a sud e il Preara a nord
    mappa_oggiOk.png

  6. #6
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    Mi chiedo se siamo stati un po' troppo frettolosi nell'accettare per buona la collocazione del Cà Bellina proposta sulla base della mappa ottocentesca del 1866. In effetti, cercando e ricercando sul web, ho trovato un'altra mappa d'epoca che sembrerebbe dare ragione alla tesi di Bozzetto su veronafortificata.it.

    Si tratterebbe, secondo le indicazione del sito da cui l'ho tratta, di una Litografia edita nel 1868 a Milano da Francesco Vallardi e Tratta dall' Atlante Geografico dell'Italia.

    Ecco la mappa:
    (cliccare per ingrandirla)

    vallardi-verona-carta-topografica-fortificazioni.jpg

    Un particolare:
    PARTICOLARE vallardi-verona-carta-topografica-fortificazioni.jpg

    Insomma, in una delle 2 mappe ci deve essere un grossolano errore di collocazione del forte: chi avrà ragione? E possibile che le mappe ottocentesche siano così inaffidabili? Il mistero di dove era il Cà Bellina rimane, e testimonia una volta di più come sia difficile ottenere informazioni sicure su questi forti.

  7. #7
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    colombare 09-20-17 at 11.36 AM_LI.jpg

    le case nel riquadro rosso sono quelle di loc. Colombare

    come si può vedere nella seguente foto fatta da nord verso sud

    Screen Shot 09-20-17 at 11.40 AM.JPG

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