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Discussione: Rivalità e cameratismo in due coraggiosi centurioni di Cesare

  1. #1
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    Rivalità e cameratismo in due coraggiosi centurioni di Cesare

    In quella legione [la XIIIa, comandata dal legato di C. Giulio Cesare Quinto Cicerone, fratello di Marco Tullio] militavano due centurioni di grande valore, T. Pullone e L. Voreno [nomi ripresi dai protagonisti di quella mezza boiata di telefilm "Roma"], che stavano raggiungendo il grado di primipilo. I due erano in costante antagonismo su chi doveva esser anteposto all’altro e ogni anno gareggiavano per la promozione, con rivalità accanita [pochissimi venivano promossi al rango di primipilo, e i due erano evidentemente gli unici possibili aspiranti della legione, da cui l'acerrima rivalità]. Mentre si combatteva aspramente nei pressi delle nostre difese, Pullone disse: “Esiti, Voreno? Che grado ti aspetti a ricompensa del tuo valore? Ecco il giorno che deciderà le nostre controversie!” Ciò detto, scavalca le difese e si getta contro lo schieramento nemico dove questo sembrava più fitto. Neppure Voreno, allora, resta dentro il vallo, ma, temendo il giudizio di tutti, segue Pullone. A poca distanza dai nemici, questi scaglia il giavellotto contro di loro e ne colpisce uno, che correva in testa a tutti; i compagni lo soccorrono, caduto e morente, proteggendolo con gli scudi, mentre tutti insieme lanciano dardi contro Pullone, impedendogli di avanzare. Anzi, il suo scudo viene passato da parte a parte da un veruto [tipo di giavellotto gallico] che gli si pianta nel balteo, spostandogli il fodero della spada: così, mentre cerca di sguainarla con la destra, perde tempo e, nell’intralcio in cui si trova, viene circondato. Subito il suo rivale Voreno si precipita e lo soccorre in quel difficile frangente. Su di lui allora convergono subito tutti i nemici, trascurando Pullone: infatti lo credono trafitto dal veruto. Nel frattempo Voreno combattendo con la spada, corpo a corpo, uccide un avversario e costringe gli altri a retrocedere leggermente, ma, trasportato dalla foga, cade a capofitto in un fosso. Viene circondato a sua volta ma trova la salvezza in Pullone che lo soccorre: tutti e due, incolumi, alfine si riparano entro le nostre difese, dopo aver ucciso molti nemici ed essersi procurati grande onore. Così la Fortuna, in questa loro sfida e contesa, dispose di essi in modo che ognuno recasse all’antagonista aiuto e salvezza e che non fosse possibile giudicare a quale dei due, per valore, toccasse il premio per il valore.

    Cesare, de Bello Gallico, Libro V. [tra parentesi quadre, Vexillifer].

  2. #2
    Moderatore L'avatar di Gertro
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    Cesare racconta molti aspetti interessanti delle sue esperienze. Questa della rivalita' tra i due centurioni e' molto interessante.

  3. #3
    Utente registrato L'avatar di Diaz
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    Storia molto bella, grazie

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