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Discussione: Le strade di Roma all'apogeo dell'impero

  1. #1
    Moderatore L'avatar di Gertro
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    Le strade di Roma all'apogeo dell'impero

    Il complesso viario della Roma imperiale era tutt'altro che funzionale.
    Solo le "Viae", quelle cioe' in cui due carri potevano incrociarsi e superarsi, erano piuttosto larghe perche' misuravano dai 4,80 m ai 6,50 m tutte le altre ("itinera", destinate al passaggio dei soli pedoni, "actus" dove poteva passare solo un carro per volta) a malapena raggiungevano queste dimensioni e in genere avevano dimensioni ridotte. Nella vecchia cerchia di mura repubblicane solo due erano le viae: la Via Sacra e la Via Nova.
    Per di piu' le strade dell'Urbe erano tortuose e in genere insudiciate quotidianamente dai rifiuti delle case (le disposizioni di salute pubblica di Cesare emanate postume di fatto erano inattuate). Inoltre non vi era pubblica illuminazione e di notte la citta' sprofondava nelle tenebre piu' nere.
    Lo stesso Giovenale riferisce che recarsi di sera ad una cena senza aver fatto prima testamento puo' essere giudicata una negligenza. Immaginate un po' i pericoli in agguato nella notte e come fosse pericoloso uscire senza farsi accompagnare con fiaccole e con armi.
    Durante il giorno, poi, nella citta' c'era una confusione indescrivibile, una animazione intensa e un fracasso infernale.
    Molti autori hanno lasciato al proposito vivide descrizioni di questo caos mattutino. Se di giorno era un caos rumoroso la notte non faceva distinzione. Infatti al calar del sole iniziava l'attraversamento dei carri e convogli di tutti i tipi, passavano le mandrie con i loro rumori e belati e si sentivano le grida dei carrettieri e i loro litigi. Sul Tevere poi iniziava il transito dei portatori e dei facchini con le loro grida.
    Di questo caos notturno si sono lamentati anche Marziale e Giovenale anzi quest'ultimo, in particolare, dice che in Roma non vi era una sola casa in affitto in grado di assicurare il sonno. Lo schiamazzo notturno, dice sempre Giovenale, toglierebbe il sonno a una foca.
    Il transito notturno dei carri era stato regolato da Cesare e gli imperatori successivi altro non fecero che confermare e ampliare questa regolamentazione cesariana. Com'e' evidente la Roma imperiale era un gran caos sia di giorno che di notte e i romani sicuramente soffrivano di insonnia. La Roma imperiale, quindi, era ben lontana dall'avere le caratteristiche di una citta' moderna. Ciao

  2. #2
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Qui http://www.romanoimpero.com/2010/07/...de-romane.html un'intergazione su quanto ben scritto da Gertro.
    Max

    Frangar non flectar

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