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Discussione: La slavizzazione forzata di clero e liturgia in Venezia Giulia e Dalmazia (1866-1914)

  1. #31
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    spero di non innescare una discussione che vada fuori dal seminato, ma poiché da qualche anno mi sto occupando dei miei anziani genitori e stanno venendo fuori cose che prima erano taciute, sia da parte dei miei genitori, sia da parte di alcuni miei parenti, voglio cercare di capire alcune cose sulla storia della mia famiglia.
    Come ho detto in altri post la mia famiglia viene dall'Istria e, soprattutto, è di famiglia mista sia da parte di padre, sia da parte di mia madre, poiché entrambi i nonni erano italiani ed entrambe le nonne erano slave. Sono cresciuto nel mito secondo cui sotto l'Impero Asburgico entrambe le mie famiglie stavano, meglio che sotto l'Italia. Il nonno paterno di mia mamma ( Matteo Dell'osto, italiano ) è stato sindaco di Portole dal 1894 al 1902. Anzi l'arrivo dell'Italia ha creato una frizione che, secondo loro, prima non c'era.

    Se i documenti riportati danno un quadro anti italiano, ci sono però varie domande che mi sorgono.
    Guardando al nome di battesimo ed anagrafico dei miei antenati slavi, il nome è sempre stato italiano, mai slavo.
    Mia bisnonna e sua sorella ( boeme nate a Capodistria tra il 1885 ed 1890 ) risultavano all'anagrafe Antonietta e Maddalena Jaske, non Antonijeta e Magdalena.
    Mio bisnonno (il marito di Antonietta) risulta Andrea Vatovec nato a Capodistria classe 1885.
    Mio bisnonno ( classe 1887) risultava Albino Veznaver nato a Portole e non Albin. Se con l'inizio del 1900 risultano più preti slavi che italiani, posso capire che la sua primogenita ( mia nonna classe 1911 ) sia stata chiamata Bianca ( Albina forse era un po' troppo) e suo fratello ( classe 1914 ) Silvano, ma come si spiega che un contadino croato filo imperiale, ex combattente in Galizia per l'Impero Asburgico, abbia chiamato la terzogenita ( classe 1919 ) Redenta ?
    Purtroppo questa è una domanda che non posso fare ai miei nonni e bisnonni, perché sono morti e alla quale mia madre non sa dare una risposta.

    Inoltre si parla soprattutto di Trieste e di alcune città della costa ( ad eccezione di Portole, che è nell'interno della parte croata dell'Istria ). Quante persone sanno quale era effettivamente la distribuzione delle varie etnie all'interno della penisola istriana e dell'alta Dalmazia ?
    A me è sempre stato detto che uscito dal centro di Capodistria si parlava solo slavo, e Capodistria non era una megalopoli.
    Mio bisnonno Andrea Vatovec (sloveno) ha scontato 2 anni di confino a Latronico (PZ), perché negli anni trenta ancora parlava slavo, visto ché era il capo mezzadro dei conti Gravisi di Capodistria e doveva gestire i coloni che lavoravano le terre dei conti italiani.

    Ho cerato in rete ed ho trovato la prova di quello mi è stato detto dai miei genitori:
    i disegni relativi alla diffusione delle varie lingue nell'Istria, secondo i censimenti asburgici del 1880 e del 1910.

    1880

    Istria_1880.jpg

    1910

    istria 1910.JPG

    Nella prima immagine il colore azzurro denota la diffusione della popolazione di lingua italiana.
    Nella seconda immagine i colori dall'arancione al nero danno la diffusione della popolazione italiana in percentuale a partire dal 50%/70% ( arancione ) fino al 100% al nero ( Capodistria e Pola).
    I toni di giallo invece indicano le percentuali della popolazione di lingua italiana dal 25% al 50%, per il giallo scuro, e dal 0 al 25% per il giallo chiaro.
    Qui si parla di maggioranza italiana e tentativo di slavizzzarla, ma a me risulta quello che mi è sempre stato detto e cioè che gli italiani erano la minoranza, perché presenti solo nelle città della costa e neanche tutte.
    Inoltre qui si potrebbe addirittura aprire una polemica sulla veridicità di quest'ultimo censimento, perché a Capodistria il bisnonno sloveno parlava con la bisnonna boema in dialetto veneziano, utilizzandolo come lingua franca tra due lingue slave non comunicanti tra loro. Così come Maddalena Jaske parlava italiano con il marito Servolo Bonetti ( presente in un altro mio post )

    Comunque concordo con Tonle, quando dice che l'Impero asburgico favoriva un clero, slavo perché più fedele alla corona, vedesi l'esempio del vescovo Karlin di Trieste che fece suonare a morto il campanone di San Giusto all'arrivo da Sarajevo del piroscafo con la salma dell'arciduca Ferdinando, ma che fece tacere lo stesso all'arrivo del cacciatorpediniere Audace il 4 novembre 1918.

  2. #32
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    E' senz'altro un argomento interessante e anche un po' pesante,ma che ho letto con grande interesse,grazie di averlo condiviso.

    Credo che in questa sezione dedicata al risorgimento italiano si dovrebbe affrontare anche quello che fecero gli italiani del nord a quelli del sud per "italianizzarli",massacri,paesi rasi al suolo,deportazioni ecc ecc,Garibaldi parlo' di cose da cloaca quello che avvenne nel sud italia tra il 1861/1870.


    La storia e' spesso colma di fatti molto imbarazzanti e scottanti ma proprio per questo meritano di essere approfonditi.

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