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Discussione: La slavizzazione forzata di clero e liturgia in Venezia Giulia e Dalmazia (1866-1914)

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  1. #1
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    La slavizzazione forzata di clero e liturgia in Venezia Giulia e Dalmazia (1866-1914)

    La III guerra d'indipendenza concorse a determinare una politica di germanizzazione e slavizzazione compiuta dall'impero asburgico contro gli italiani.
    La slavizzazione forzata in Venezia Giulia ed in Dalmazia progettata e portata avanti dalla Duplice Monarchia si sviluppò notoriamente in una pluralità di forme e modi, che compresero attività di polizia e giudiziarie, deportazioni, immigrazione in massa di slavi dall'interno, propaganda politica, misure scolastiche ecc. Uno degli strumenti di cui l'autorità imperial-regia si servì per slavizzare queste regioni fu il clero nazionalista sloveno e croato, per il cui tramite si cercò di realizzare una slavizzazione massiva della chiesa cattolica locale in tutti i suoi aspetti, in contrasto all'identità nazionale e religiosa degli italiani cattolici che vi vivevano. Questo portò le istituzioni ecclesiastiche locali ad essere coinvolte nel contrasto nazionale fra italiani e slavi. [Un ottimo studio d’insieme sulla tematica della Chiesa cattolica della Venezia Giulia durante le lotte nazionali nel periodo finale dell’impero asburgico è quello di G. Valdevit, Chiesa e lotte nazionali: il caso di Trieste (1850-1919), Udine 1979].



    1]L’austroslavismo
    Il cosiddetto austroslavismo indicò una corrente politica largamente diffusa (anche) presso sloveni e croati che si prefiggeva il conseguimento dei propri obiettivi nazionali e nazionalistici all’interno del regime asburgico e con la sua collaborazione. L’austroslavismo era diffuso presso varie popolazioni slave dell’impero, come i Cechi. Ciò che qui interessa è la sua presenza presso gli “slavi del sud”. La finalità di tale movimento, beninteso piuttosto variegato, era per i suoi aderenti sloveni e croati quello del “trialismo”, ossia la costituzione di un terzo “regno”, accanto ad Austria ed Ungheria. che avrebbe dovuto comprendere sloveni e croati ed appagare le loro aspirazioni.
    L’austroslavismo fu, è bene ripeterlo, alquanto variegato al suo interno. Molti politici sloveni però suggerivano la creazione d’una nuova unità amministrativa, posta all’interno dell’impero asburgico, che avrebbe dovuto comprendere assieme la Carniola, la Stiria meridionale, la Carinzia meridionale, ma anche terre in cui gli italiani erano maggioranza, come il cosiddetto Litorale (la Venezia Giulia), quindi Trieste, l’Istria, la contea di Gorizia e Gradisca, nonché la Dalmazia. Si giungeva persino a rivendicare territori italiani al di là dell’Isonzo, come parte della valle del Natisone. I confini di questa nuova unità amministrativa avrebbero dovuto ricalcare in buona misura quelli elaborati già alla metà del secolo XIX da Peter Kozler. Questi era un geografo sloveno, ma d’origine tedesca e favorevole all’impero asburgico, che aveva creato nel 1848 la prima mappa della “Slovenia”, in cui venivano attribuiti ad essa anche molti territori che non erano per nulla a maggioranza slovena.
    Il “terzo regno” avrebbe inoltre dovuto includere anche la Croazia, la Slavonia, la Bosnia-Erzegovina. Il destino degli italiani e dei serbi all’interno di tale nuova costruzione statale sarebbe stato, nelle intenzioni di molti dei nazionalisti Sloveni e Croati, quello dell’assimilazione forzata, quindi della loro slovenizzazione e croatizzazione. Si sarebbe dovuto quindi trovare un modus vivendi con il potere centrale ed il gruppo etnico austriaco, cercando invece di snazionalizzare le minoranze italiana e serba all’interno della nuova costruzione amministrativa.
    Questi nazionalisti speravano di poter realizzare i propri progetti di riforma statale in senso trialistico ricorrendo all’alleanza di settori dell’establishment imperiale, in particolare l’esercito. Infatti, lo stesso capo di stato maggiore, Conrad von Hötzendorf, noto italofobo (propose l’attacco all’Italia per ben due volte, dopo il terremoto di Messina e durante la guerra di Libia),simpatizzava per le posizioni austro slaviste. Questo era il caso inoltre dell’erede al trono Francesco Ferdinando, non casualmente in ottimi rapporti con von von Hötzendorf.
    L’austroslavismo incontrò la simpatia ed il sostegno di settori consistenti della classe dirigente austriaca e fu sostenuto da personaggi cruciali del nazionalismo slavo, che erano, particolare sintomatico,tutti ecclesiastici: J. J. Strossmayer, vescovo di Dakovo ed animatore del movimento nazionale croato; Janez Evangelist Krek, sacerdote, professore di teologia al seminario di Lubiana, capo ed ideologo spicco del Slovenska Ljudska Stranka “Partito popolare sloveno”, che chiese l’unione di sloveni, croati, serbi, “sotto lo scettro degli Asburgo” ed auspicava di trovare degli alleati all’interno dei circoli militari per poter attuare i suoi piani di riforma statuale; [cfr. A. Moritsch, “Der Austroslawismus. Ein verfrühtes Konzeptzur politischen Neugestaltung Mitteleuropas”, Wien 1996].
    Infatti, il clero sloveno e croato rappresentava la guida politica del movimento nazionalista di questi due popoli, causa la debolezza culturale di tali popolazioni e l’assenza di una classe dirigente aristocratica o borghese od intellettuale che potesse sostituire gliecclesiastici. L’alleanza fra il potere imperiale asburgico ed i nazionalismi sloveno e croato in funzione antitaliana ebbe modo di trovare la sua saldatura proprio nell’austroslavismo ed i suoi rappresentanti politici nel clero slavo.
    Il Concordato del 1855 fra Vienna e Roma aveva attribuito alla Chiesa cattolica una serie di funzioni pubbliche, che erano già state cancellate all’epoca di Giuseppe II. La Chiesa si vedeva assegnare l’anagrafe,il potere di repressione di reati previsti dal diritto canonico, competenza in materia matrimoniale, autorità di censura e d’influenza sull’intero settore dell’istruzione. In cambio però la Chiesa doveva accettare di ridurre i propri membri ad una condizione di parziale sottomissione al potere politico, poiché gli ecclesiastici erano ritenuti di fatto funzionari pubblici dello stato e l’imperatore poteva esercitare un’estesa influenza sull’amministrazione ecclesiale, in particolare sulle scelte dei vescovi. Questo rese possibile un’azione di slavizzazione della popolazione ad opera dei nazionalisti slavi ecclesiastici sia all’interno dell’ambito chiesastico in senso proprio, sia anche nell’ambito pubblico loro attribuito.
    Era stato un sacerdote un teorico basilare del nazionalismo sloveno, Matija Majar, che era «cappellano presso la cattedrale di Klagenfurt e autore della petizione per la Zedinjena Slovenija (Slovenia unita) che formulò per la prima volta la richiesta di unire in un’unica entità amministrativa tutti gli sloveni residenti in Carniola, Carinzia, Stiria, Goriziano, Istria e Trieste. In quello che diventò a tutti gli effetti il programma nazionale sloveno fu formulata in modo esplicito la richiesta di introdurre lo sloveno come lingua d’insegnamento nelle scuole e lingua d’uso negli uffici pubblici ma anche di riunire la nazione slovena in un unico regno, appunto la Slovenia, dotato di una sua assemblea regionale.» [Marta Verginella, “L’ascesa della nazione ai confini dell’impero asburgico”]

  2. #2
    Moderatore L'avatar di squalone1976
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    Ciao cinerarium, finalmente riesco a dire la mia, intanto comincio con i miei complimenti e rimango in attesa del resto dei punti, che dalle premesse, promette decisamente bene.
    Ho letto tutto d'un fiato questo articolo e ne rimango decisamente colpito, rafforzando certi miei pensieri, hai fatto una disamina e una ricerca molto accurata e ho scoperto fatti di cui in parte ero all'oscuro e ti ringrazio di cuore per aver ampliato i miei orizzonti storici.

    Rimango in attesa del resto dei punti che andranno a colmare il quadro della situazione storica di cui ci porti a conoscenza.

    Grazie per la collaborazione.

    ChM
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  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da squalone1976 Visualizza Messaggio
    Ciao cinerarium, finalmente riesco a dire la mia, intanto comincio con i miei complimenti e rimango in attesa del resto dei punti, che dalle premesse, promette decisamente bene.
    Ho letto tutto d'un fiato questo articolo e ne rimango decisamente colpito, rafforzando certi miei pensieri, hai fatto una disamina e una ricerca molto accurata e ho scoperto fatti di cui in parte ero all'oscuro e ti ringrazio di cuore per aver ampliato i miei orizzonti storici.

    Rimango in attesa del resto dei punti che andranno a colmare il quadro della situazione storica di cui ci porti a conoscenza.

    Grazie per la collaborazione.

    ChM

    Grazie a te amico Squalone!
    Le restanti parti seguiranno a breve.

    - - - Aggiornato - - -

    Citazione Originariamente Scritto da maxtsn Visualizza Messaggio
    Ottimo articolo che mi ha fatto scoprire alcune cose nuove. Grazie!
    Grazie!
    Quella inserita comunque è solo la parte iniziale dell'articolo.
    In verità, la tematica della snazionalizzazione forzata compiuta dall'impero asburgico a discapito degli italiani è tanto importante storicamente, essendo stata una delle cause determinanti dell'ingresso in guerra dell'Italia nel 1915, quanto obliata nella memoria collettiva.
    Si potrebbe scrivere un'enciclopedia intera su quanto è avvenuto per germanizzare e slavizzare gli italiani nel 1866-1918.
    A presto seguiranno altri interventi.

  4. #4
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Ottimo articolo che mi ha fatto scoprire alcune cose nuove. Grazie!
    Max

    Frangar non flectar

  5. #5
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    Non è il forum giusto per rispondere a un articolo completamente politico. Qui si parla di militaria.
    Comincio un sacco di cose e non ne finisco nes

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da kleiner pal Visualizza Messaggio
    Non è il forum giusto per rispondere a un articolo completamente politico. Qui si parla di militaria.
    Kleiner, non posso che quotare Squalone; il network è nato anche per fornire informazioni dettagliate (e documentate) sulla storia in generale e, in questo caso specifico, alla storia del nostro Paese anche su questioni politiche e di contorno che hanno contribuito a scrivere delle pagine importanti.
    Max

    Frangar non flectar

  7. #7
    Utente registrato L'avatar di tonle
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    cito: "la snazionalizzazione forzata compiuta dall'impero asburgico a discapito degli italiani è tanto importante storicamente, essendo stata una delle cause determinanti dell'ingresso in guerra dell'Italia nel 1915" ... tesi quantomeno suggestiva ... decenni di studi storiografici (non miei chiaramente) sulle cause della Grande Guerra ma questa mi mancava ... pensare che il Regno d'Italia avesse dichiarato guerra per un motivo apparentemente così nobile (difendere la minoranza italiana da una politica paragonabile a una pulizia etnica austro-slava) è intrigante ... hai avuto modo di consultare archivi e/o documenti ufficiali tesi ad avvalorare questa ipotesi? E riguardo alle "deportazioni" di sudditi imperiali di lingua italiana ... hai dei dati? Delle fonti? Grazie, Paolo
    "se dan da bere al soldato, è per fregarlo o perchè è già spacciato ..." (Arturo Pérez Reverte, Il ponte degli assassini)

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da tonle Visualizza Messaggio
    cito: "la snazionalizzazione forzata compiuta dall'impero asburgico a discapito degli italiani è tanto importante storicamente, essendo stata una delle cause determinanti dell'ingresso in guerra dell'Italia nel 1915" ... tesi quantomeno suggestiva ... decenni di studi storiografici (non miei chiaramente) sulle cause della Grande Guerra ma questa mi mancava ... pensare che il Regno d'Italia avesse dichiarato guerra per un motivo apparentemente così nobile (difendere la minoranza italiana da una politica paragonabile a una pulizia etnica austro-slava) è intrigante ... hai avuto modo di consultare archivi e/o documenti ufficiali tesi ad avvalorare questa ipotesi? E riguardo alle "deportazioni" di sudditi imperiali di lingua italiana ... hai dei dati? Delle fonti? Grazie, Paolo

    Sulla questione delle deportazioni di italiani sudditi imperiali in lager credo che si potrebbe aprire un filone di discussione a sé stante, se non altro per non trasformare questo in una specie di disputa quodlibetica in cui viene ad essere inserito di tutto. Preferire pertanto sentire che cosa suggeriscono gli amministratori ed i moderatori (se ampliare questa nota oppure crearne un’altra). Mi limito per ora a citare una sola opera, fra le molte scritte sul tema, che è la memoria personale di un italiano deportato nel campo d'internamento di Katzenau, a cui erano destinati i politicamente "sospetti": Joris R., Katzenau. Impressioni e memorie di un internato, Scotoni, Trento 1929.


    Inizio a rispondere per intanto all’altra domanda, riguardante la pulizia etnica imperiale fra le cause dell’ingresso in guerra dell’Italia. Effettivamente, quando si elencano le ragioni del conflitto, essa è abitualmente trascurata dalla storiografia. Eppure all’epoca esisteva consapevolezza sia nell’opinione pubblica italiana, sia nella classe dirigente, di ciò che stava succedendo nel Trentino, nella Venezia Giulia, in Dalmazia, il che pesò fortemente nella decisione finale d’entrare in guerra.
    Una testimonianza ufficiale ed al più alto livello è la stessa dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria, che enumera le motivazioni della decisione, fra cui anche la snazionalizzazione patita dagli italiani ad opera dell’impero asburgico:

    «Non sarà fuori di luogo osservare che, cessata l'alleanza, è cessata la ragione dell'acquiescenza, determinata per tanti anni nel popolo italiano del desiderio sincero della pace, mentre rivivono le ragioni della doglianza per tanto tempo volontariamente repressa per il trattamento al quale le popolazioni italiane in Austria furono assoggettate. Patti formali a tutela della nostra lingua, della tradizione e della civiltà italiana nelle regioni abitate dai nostri connazionali, sudditi della Monarchia, non esistevano nel Trattato. Ma quando all'Alleanza si volesse dare un contenuto di pace e d'armonia sincera, appariva incontestabile l'obbligo morale dell'alleato di tener in debito conto anzi di rispettare con ogni scrupolo, il nostro interesse costituito dall'equilibrio etnico nell'Adriatico. Invece la costante politica del Governo austro-ungarico mirò per lunghi anni alla distruzione della nazionalità e della civiltà italiana lungo le coste dell'Adriatico. Basterà qualche sommaria citazione di fatti e di tendenze, ad ognuno già troppo noti sostituzione progressiva dei funzionari di razza italiana con funzionari d'altra nazionalità; immigrazione di centinaia di famiglie di nazionalità diverse; assunzione a Trieste di Cooperative di braccianti estranei; decreti Hohenlohe diretti ad escludere dal Comune di Trieste e dalle industrie del Comune, impiegati regnicoli; snazionalizzazione dei principali servizi del Comune di Trieste e diminuzione delle attribuzioni municipali; ostacoli d'ogni sorta all'istituzione di nuove scuole italiane; regolamento elettorale con tendenza antitaliana; snazionalizzazione dell'amministrazione giudiziaria; la questione della Università, che formò pure oggetto di trattative diplomatiche; snazionalizzazione delle compagnie di navigazione; azione di Polizia o processi politici tendenti a favorire le altre nazionalità a danno di quella italiana; espulsioni metodiche ingiustificate e sempre più numerose di regnicoli. La costante politica del Governo Imperiale e Reale riguardo alle popolazioni italiane soggette, non fu unicamente dovuta a ragioni interne o attinenti al gioco delle varie nazionalità contrastanti nella Monarchia; essa invece apparve inspirata in gran parte da un intimo sentimento d'ostilità e d'avversione riguardo all'Italia, dominante in alcuni circoli più vicini al Governo austro-ungarico ed avente una determinante influenza sulle decisioni di questo. »

    È banale osservare che così scrivendo il governo ed il parlamento indicavano ufficialmente fra le cause del conflitto proprio la snazionalizzazione subita dagli italiani, che in verità fu molto più grave di quanto non appaia dalla breve descrizione presentata nella dichiarazione di guerra.
    Ma esistono molti altri dati che suggeriscono che questa pulizia etnica abbia pesato fortemente nella decisione finale dello stato italiano, ad iniziare dalla grande diffusione nell’opinione pubblica di numerose inchieste giornalistiche sulle condizioni in cui vivevano gli italiani nell’Austria-Ungheria, scritte fra il settembre del 1914 e l’estate del 1914 ad opera di Luigi Barzini (il principale inviato de “Il corriere della sera”) e Virginio Gayda, il corrispondente de “La Stampa” da Vienna. Questi lunghe e dettagliate relazioni si aggiunsero ai numerosi articoli che molti giornali avevano pubblicato già negli anni precedenti riguardo alla pulizia etnica, alzando di molto l’animosità di larga parte dell’opinione pubblica contro l’Austria.

    Una panoramica complessiva dei rapporti diplomatici fra Italia ed impero asburgico nell'ottica della politica interna imperiale nei confronti degli italiani si ritrova nel saggio di Luciano Monzali, Italiani di Dalmazia: dal Risorgimento alla grande guerra, Firenze 2011, pp. 185-297. Non posso certo riportare un intero e denso capitolo, per cui mi limito a citare una frase significativa di questo storico, che nel suo libro ammette la realtà della snazionalizzazione perseguita dall’impero: “Dall’estate 1913 la questione nazionale italiana in Austria ritornò al centro dei rapporti italo-austriaci, senza più uscirne”. (Ibidem, p. 271).

    Si può aggiungere altro ancora sul tema, ma già questo mi pare fornisca delle indicazioni in proposito.

  9. #9
    Moderatore L'avatar di squalone1976
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    Caro kleiner, qui si parla anche di Storia e non solo di militaria, mi dispiace per te, questa non è politica è Storia, e ben documentata anche, il network si chiama milistory ovvero militaria + storia dalla cui fusione nasce milistory.

    Tra le altre cose la politica è parte integrante della Storia, queste discussioni storiografiche servono a fare luce su certi temi che spesso sono tralasciati, il network ha questa funzione invece, parlare di tutti i fatti e misfatti e fare cultura, anche se ad alcuni può essere indigesta.

    ChM

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  10. #10
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Vedendo il primo intervento e sapendo che ci sono numerose altre puntate ricche Di dati e fonti penso che potremo tutti imparare qualcosina di più.
    Max

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