In una discussione storica il riferimento alle fonti è assolutamente essenziale, poiché la storiografia si basa proprio sulle fonti, siano esse primarie o secondarie. Altrimenti è possibile sostenere qualsiasi ipotesi, e dire tutto ed il contrario di tutto. Da questo essenziale principio discende il mio ricorso alle fonti, che continuerò a citare, sempre.

La bibliografia sulla snazionalizzazione compiuta dall'impero asburgico a discapito degli italiani è enorme ed ho appena iniziato a riportarla, così come ho appena iniziato a riportare descrizioni sui suoi metodi e pratiche.

In quanto alla terminologia adoperata, il concetto di snazionalizzazione è impiegato, fra gli altri, anche dal professor Luciano Monzali:
“Da questi presupposti ideologici, che negavano una realtà di fatto esistente, quella delle città dalmate bilingui e multietniche […] il passaggio ad una politica di snazionalizzazione e assimilazione nei confronti dei dalmati italiani e italofili fu rapido. La questione scolastica divenne ben presto centrale, con l’abolizione dell’italiano come lingua d’istruzione nelle scuole dalmate ed il rifiuto delle autorità provinciali e comunali nazionaliste di finanziare con soldi pubblici le scuole in lingua italiana che sopravvivevano. Era questa una politica di snazionalizzazione»”. [Luciano Monzali, “Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra”, Firenze 2004 (ristampa aprile 2011), p. 142]

Pertanto, appurato che questa snazionalizzazione nel 1866-1918 è avvenuta, appurato che è ampiamente documentata dalla storiografia, appurato che si ritrova anche nella storiografia straniera, si può ancora aggiungere che anche la terminologia impiegata è confermata in campo storiografico.