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Toppo , frazione di Travesio ( pn )
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vito d asio ( pn )
Trevi nel Lazio (FR).
Lapide a ricordo di un concittadino ucciso dai tedeschi perché datosi alla fuga durante il rastrellamento del 1944.
CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?
Grazie...
Memento audere semper. . Gabriele D'Annunzio.
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Dobbiaco: monumento ai caduti
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Ciao. Enzo"Non abbiate paura"
IL MONUMENTO AI CADUTI DI FROSINONE INAUGURATO NEL 1924 E SCOMPARSO NEL 1944.
I lavori del monumento ai soldati originari di Frosinone caduti nella 1^ g.m. vennero avviati dalla nuova amministrazione comunale fascista salita al potere in seguito alla Marcia su Roma ma venne solennemente inaugurato nel 1924 alla presenza di S.M. Vittorio Emanuele III, appositamente giunto nel capoluogo ciociaro. Era situato in slargo circolare su Piazza Armando Diaz, nel tratto iniziale del Corso Vittorio Emanuele II tra il Palazzo Molella (allora sede dell’Amministrazione Provinciale) e la Chiesa di Santa Lucia. Il monumento consisteva in una tozza stele marmorea uno ornata a nella parte superiore da fregi bronzei con l’iconografia fascista e sabauda. I nomi dei caduti erano incisi sulle due lastre laterali e su quella posteriore. La facciata anteriore del monumento ospitava su un basso piedistallo una allegoria bronzea della Patria, raffigurata come una florida figura femminile armata e colta nell’atto di riporre la spada nel fodero dopo la meritata vittoria. Contrariamente alla iconografia prevalente nel ventennio fascista, lo scultore aveva scelto di rivestire la statua con elmo, scudo e spada tipici dei bellicosi popoli volsci ed ernici, degni precursori dei frusinati caduti nella Grande Guerra. Infatti fin dai tempi antichi la città di Frusna si era più volte opposta con le armi alla espansione territoriale di Roma venendo ricordata per il suo valore da scrittori romani di età imperiale come Tito Livio, Cassio Dione, Silio Italico, Festo Pomponio, Floro, Giovenale e Cicerone che la definirono con ammirazione “Bellator Frusino”. In seguito ai devastanti e ripetuti bombardamenti aerei angloamericani che a partire dall’8 settembre 1943 ebbero colpirono l’aeroporto militare, lo snodo ferroviario e il centro storico della città, ormai divenuta importante retrovia del fronte di Cassino, gran parte della popolazione civile dovette sfollare nei centri minori del frusinate o in aperta campagna. La città ormai vuota e in rovina venne presidiata (e saccheggiata) dai militari germanici nonostante la presenza di ridotte aliquote di militi e funzionari civili della neonata RSI tentasse fra mille difficoltà di mantenere una qualche forma di legalità e tutela delle proprietà pubbliche e private. Quando dopo l’occupazione alleata dal giugno 1944 gli abitanti iniziarono a rientrare in città iniziando la lenta e dolorosa opera di ricostruzione, fu riscontrato con sorpresa che se la zona di Corso Vittorio Emanuele era tra quelle maggiormente danneggiate, con molti edifici gravemente lesionati o rasi al suolo, il monumento ai caduti era totalmente scomparso! Anche quando si sgomberò la zona dalle macerie, non se ne rintracciò neppure un frammento. Si ipotizza che una volta demolito dalle bombe americane gli occupanti tedeschi abbiano recuperato la statua e gli ornamenti araldici alla sommità della stele, avviandoli alla fusione presso qualche fonderia in Germania, in quanto il bronzo era materiale strategico riutilizzabile a scopi bellici.
CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?
Per completezza avendo parlato del primo monumento ai caduti di Frosinone realizzato nel 1924, posto anche il monumento ai "Caduti di tutte le guerre" opera dello scultore Umberto Mastroianni del 1977 e simboleggiante cannoni o comunque ordigni bellici contorti e abbandonati. L'artista scelse di realizzarlo in una particolare lega metallica attaccabile dalla ruggine, affinché negli anni prendesse naturalmente l'aspetto di un residuato bellico abbandonato lasciato deperire alle intemperie.
CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?
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