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Discussione: Molotov di El Alamein

  1. #1
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Molotov di El Alamein

    Mi sono imbattuto sul web in questa interessante immagine di un soldato neo-zelandese ad El Alamein (1942)
    che mostra orgoglioso due bombe 'molotov' confezionate dai paracadutisti della Folgore,recuperate nelle postazioni
    italiane. Si notano due bombe a mano 'Breda' che fungono da accenditori. Le bottiglie, che sembrano di birra
    nazionale, probabilmente contenevano una miscela di benzina. Una di queste, era in grado di incendiare un
    carro armato o un qualunque altro mezzo nemico. PaoloM
    ukbombe inc.jpg

  2. #2
    Utente registrato L'avatar di stecol
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    Normalmente la miscela era benzina e nafta 50/50 (la cosidetta miscela italiana da lanciafiamme), quando c'era diponibilità.

    Con una ci si faceva poco, le regole d'ingaggio prevedevano la messa a segno di almeno 4-6 bottiglie su aree ben precise, per avere un minimo di efficacia, meglio se di più.
    É difficile volare con le aquile quando hai a che fare con i tacchini ....

  3. #3
    Moderatore L'avatar di Nitro90
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    bella questa!! ma la Breda non esplodeva come una BAM?

  4. #4
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Certo! A maggior ragione! Era piu' sicura del canovaccio imbevuto di benzina che doveva essere acceso. PaoloM

  5. #5
    Moderatore L'avatar di Nitro90
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    Citazione Originariamente Scritto da Paolo Marzetti Visualizza Messaggio
    Certo! A maggior ragione! Era piu' sicura del canovaccio imbevuto di benzina che doveva essere acceso. PaoloM
    ah ok quindi oltre l'effetto molotov vi era anche la deflagrazione dell'ordigno.

  6. #6
    Utente registrato L'avatar di stahlelm16
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    Ciao a tutti.Io purtroppo non riesco a vedere la foto, capita anche a qualcuno di voi?
    Lassù pugnammo. Lassù caddero gli eroi fratelli
    per la grandezza della Patria.
    Il più vasto confine a lei consacrato,
    vigila e difendi con la fede dei forti


    Dal monumento al Vecio e al Bocia sito alla caserma Salsa di Belluno, sede del glorioso 7° Alpini

  7. #7
    Moderatore L'avatar di Nitro90
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    Citazione Originariamente Scritto da stahlelm16 Visualizza Messaggio
    Ciao a tutti.Io purtroppo non riesco a vedere la foto, capita anche a qualcuno di voi?
    credo possa essere un tuo problema, io la vedo correttamente sia sul pc, tablet e telefono.

  8. #8
    Moderatore L'avatar di maxtsn
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    Anche io la vedo correttamente
    Max

    Frangar non flectar

  9. #9
    Utente registrato L'avatar di Diaz
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    Bellissima foto.
    Mi son sempre chiesto come fossero assemblate.
    Credo però che il loro effetto fosse più psicologico che reale e che non producessero reali danni ai carri colpiti.
    In caserma nel lontano 1983 ascoltai la testimonianza di uno degli ultimi reduci (custodisco gelosamente un libro con la sua dedica) che mi raccontò che per fermare un solo carro furono necessari 16 colpi di 47/32 e qualche bottiglietta certo non poteva fare molto.
    Un altro discorso sono i carristi che vedendosi assaltare dai parà e credendo di andare a fuoco, probabilmente cedevano e scappavano.

  10. #10
    Utente registrato L'avatar di wyngo
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    Citazione Originariamente Scritto da Diaz Visualizza Messaggio
    Bellissima foto.
    Mi son sempre chiesto come fossero assemblate.
    Credo però che il loro effetto fosse più psicologico che reale e che non producessero reali danni ai carri colpiti.
    In caserma nel lontano 1983 ascoltai la testimonianza di uno degli ultimi reduci (custodisco gelosamente un libro con la sua dedica) che mi raccontò che per fermare un solo carro furono necessari 16 colpi di 47/32 e qualche bottiglietta certo non poteva fare molto.
    Un altro discorso sono i carristi che vedendosi assaltare dai parà e credendo di andare a fuoco, probabilmente cedevano e scappavano.

    ...credo invece che le cose siano davvero diverse...
    Le bombe incendiarie venivano assemblate sul campo con quello che era disponibile ma le stesse erano un complemento necessario alle misere armi controcarro che le nostre truppe potevano opporre allo strapotere Alleato.
    L'effetto era quello di cercare di incendiare o di rendere temporaneamente inutilizzabile il mezzo cingolato o corazzato ( e ricordo che erano tutti a benzina, quindi l'equipaggio aveva davvero cattivi pensieri, se sul loro cofano motore finiva una di quelle misere bombe incendiarie!) questo in genere accadeva dopo diversi colpi di 47/32 o di Fucilone anticarro Solothurn o di qualsiasi cosa riuscisse a rompere i cingoli...infine nuclei di cacciacarri si infiltravano e incendiavano i mezzi fermi, per impedire loro di sparare comunque sui centri di fuoco amici e per impossessarsi delle razioni alimentari e ogni altro materiale utile che ogni mezzo portava al seguito.
    In particolare questa tecnica dette notevoli risultati ad El Alamein ma anche prima, dove i paracadutisti ma in particolare i Guastatori del Genio, comandati da Paolo Caccia Dominioni fecero letteralmente strage di carri, come a Bel Hamed a fine novembre del 1941, impiegando anche cassette di legno con esplosivo, comandate a distanza che distruggevano i cingoli dei mezzi, bloccando gli attacchi.
    Rimane famosa la raffigurazione del Guastatore d'Africa dello stesso Dominioni, dove sullo sfondo si vedeva lo Sherman che bruciava...poi riproposta anche nella figura del paracadutista, soldati che combatterono fianco a fianco...che lui raffiguro' ampiamente nei suoi splendidi disegni.
    Propongo una variante piu' sconosciuta della bottiglia incendiaria, legata ad un candelotto incendiario.
    Nel suo libro, scritto con Bechi Luserna, Dominioni, ebbe modo di descrivere e elogiare per questa tecnica non solo Guastatori e Paracadutisti ma anche Fanti, Artiglieri, Bersaglieri e quanti si trovarono a combattere senza armi adeguate, sulla linea del fuoco.
    Ciao Francesco
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    Leonardo da Vinci

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