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Discussione: Scarpe da combattimento

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    Scarpe da combattimento

    Probabile modello del '42 ancora di ottima qualità, suola chiodata(già numero ridotto rispetto al '41) cuoio di vacca

    Le scarpe erano parte importante dell’equipaggiamento il soldato ne aveva una chiodata per marciare e combattere e una Tabi(più comoda) con suola in gomma usata per lavori di scavo e in generale fuori servizio.
    Durante il riposo il soldato indossava i classici sandali in legno o paglia della vita civile.
    Molti soldati non erano abituati ad indossare scarpe, avevano passato la vita con indosso sandali in fibra di riso o zoccoli(geta) di legno di conseguenza presto si ritrovarono i piedi ricoperti di piaghe e vesciche.
    Il cuoio proveniva tutto dalla Cina in giappone non se ne produceva praticamente, col proseguire del conflitto si ovvio alla carenza usando cotica di maiale e suole di gomma.
    La mancanza di materiale fece si che molti soldati entrassero in azione con Waraij(tradizionali sandali di fibra vegetale usati dai samurai) o tabi.
    Il soldato riceveva degli scarponi Tipo 5, mollettiere Tipo 5 , lacci, calzettoni e grasso per rendere gli scarponi resistenti all’acqua e rendere il cuoio flessibile.
    Dopo il ’40 con la campagna del pacifico la qualità degli scarponi peggiorò, nel ’43 si usava una versione che era un misto tra il Tipo5 e il Tipo 16.
    Per le lunghe marce si preferivano spesso le Jika-Tabi e gli scarponi erano assicurati così allo zaino, in generale si cercava di preservare il più possibile gli scarponi dall’usura.
    La M-5 1930 Henjoka era ispirata allo scarpone francese di fine ‘800, senza protezione alla caviglia.
    Era fatta di pelle di vacca cucita con cordino di cotone, aveva 5 asole di alluminio non dipinto per lato, la suola era di cuoio e veniva chiodata, il tacco rinforzato con una piastra metallica.
    La scarpa poi era trattata con cera e grasso resistenti all’acqua.
    Nelle versioni del 1940(Showa 15) il tallone era rinforzato con cuciture quadrate, la suola presentava 36 chiodi, il tacco una piastrina metallica a forma di J e la suola anteriore era rinforzata con tre fila di perni di legno, la punta rettangolare era mutuata dai modelli francesi dell’800.
    All’interno della scarpa all’altezza della caviglia vi era la taglia.
    Il tacco era tenuto insieme da graffe inserite meccanicamente, al centro della suola vi era il timbro di approvazione(Daishi) vi è segnato il produttore, l’anno e vi è il timbro dell’ispettore.
    La produzione di scarponi in pelle bovina era normalmente fatta in Cina, quando questa iniziò a scarseggiare venne sostituita con la pelle suina di qualità inferiore e priva di proprietà isolanti.
    Nel ’41(Showa 16) per il personale degli uffici, conducenti e spesso carristi venne prodotta una scarpa in pelle suina senza chiodi, gli occhielli erano in ferro fosfatato, i lacci piatti.
    Le stringhe erano forate di modo che con una cordicella gli scarponi potevano facilmente essere legati allo zaino.
    La taglia era espressa in Mon(un millesimo di Kan) la taglia 11 era comparabile a un 41 europeo, 7 in U.S.
    A partire dal ’43(Showa 1 il materiale per produrre scarponi da combattimento iniziò a scarseggiare, quelli di transizione erano ancora fatti di pelle bovina, la punta era ricavata da un taglio e veniva rinforzata con cuciture.
    La piastrina a J venne sostituita con tre triangolino metallici e i chiodi passarono da 36 a 20.
    Gli occhielli divennero tre per lato invece di cinque, il tallone venne rinforzato con una cucitura a mezza luna, timbro (Daishi) era all’interno sulla linguetta.
    Nel ’41 si iniziò a sviluppare un nuovo modello che doveva utilizzare la metà del cuoio, le suole divennero di gomma naturale disponibile grazie alle conquiste nel pacifico e gli occhielli per i lacci divennero tre per lato, nel ’45 nasceva il modello M16.
    Anche questo modello aveva rinforzi a mezza luna nel tallone , la soletta era cucita alla tomaia mentre la suola e il tacco di gomma erano incollati, la suola presentava rombi e il tallone cerchi che sostituivano i chiodi di ferro e davano alla scarpa un confort e una presa incredibili, purtroppo l’insieme era di scarsa qualità, anche se la scarpa era molto moderna nella concezione e nel design.
    Di norma i chiodi erano in acciaio stampato fosfatato dipinti in blu o nero.
    Nel ’30 i chiodi erano 23 più uno centrale a piramide, nel ’40 divennero 36 e nel ’43 scesero a 20 per sparire con l’avvento delle suole di gomma.
    I lacci(Buito wa himo) erano di cotone grezzo e avevano le punte in alluminio.
    Per farle durare il più possibile le scarpe venivano risuolate, vi erano poi solette in feltro da inserire al loro interno per renderle più calde e confortevoli, il grasso(spesso di maiale mescolato a paraffina) era contenuto in una scatoletta zincata da 50 grammi, ma era in realta raro vedere scarpe ingrassate durante un azione.
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