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Discussione: Mezzi e personale ex- PAI in azione con la Polizia a Roma nel 1945

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    Mezzi e personale ex- PAI in azione con la Polizia a Roma nel 1945

    Fiamme a Regina Coeli / La bolgia dei disperati”. Con questo titolo ad effetto la rivista Crimen del 27 luglio 1945 rendeva conto ai suoi lettori della rivolta scoppiata nel carcere romano alle ore 19,30 del giorno 21 luglio e sedata a fatica dalle FF.OO. dopo un drammatico assedio di due giorni, culminato nell’ incendio della cupola della rotonda centrale cui fanno capo i bracci del penitenziario. I rivoltosi, secondo i media dell’ epoca furono i soli “politici” - ovvero i fascisti - dato che i detenuti per reati comuni si erano rifiutati di assecondare un tentativo secondo loro suicida. A motivarli non era il miraggio di una fuga in massa, improbabile nel centro di una città in stato di guerra e brulicante di militari, ma la protesta contro le condizioni inumane nelle quali erano tenuti in prigionia sotto tutti gli aspetti, non escluso quello alimentare. Il Governo italiano e l’ amministrazione carceraria ne riconobbero implicitamente la fondatezza, trasferendo subito dopo la resa i prigionieri politici in altri luoghi di detenzione , anche con mezzi di fortuna requisiti al momento. Fin qui la cronaca spicciola, molto più interessante è invece l’ inedita sequenza fotografica con la quale Crimen, come sua abitudine testimoniava gli eventi. Si tratta di foto che - per quel che ne so - non furono mai rieditate o ristampate in pubblicazioni successive nonostante il grande interesse storico, neanche nell’ esaustivo e monumentale volume di Raffaele Girlando. Illustrano infatti l’ utilizzo dei mezzi e del personale ex- P.A.I. transitato nei ranghi della Polizia, in azione nel 1945.
    Riepilogando brevemente, la Polizia dell’ Africa Italiana aveva in dotazione in Roma al momento dell’ armistizio 12 autoblinde AB 41 e 6 carri leggeri L6/40 (non ancora immatricolati). A seguito dei combattimenti tra italiani e tedeschi culminati a Porta San Paolo, il disarmo delle forze italiane e l’ istituzione del Comando Forze di Polizia della Città Aperta, vennero incamerati anche veicoli blindati in origine appartenenti al Regio Esercito. Si trattava di veicoli armati tipo SPA Sahariana 42, della compagnia camionettisti del Btg. D’ Assalto Motorizzato “A”, i cui equipaggi, composti da italiani originari dell’ Egitto, vestirono l’ uniforme della P.A.I. per non arrendersi ai tedeschi. In seguito furono recuperati alla spicciolata pochi (almeno due) carri leggeri L3/38 ed un semovente M42- 75/18 già del 4° Rgt. Carristi, oltre ad autocarri di vario genere. Divisi tra i comandi, i vari posti di polizia nel centro di Roma e la “Colonna Cheren” accantonata nel Foro Mussolini, questi mezzi durante l’ occupazione tedesca di Roma non furono praticamente mai impiegati. Nella notte tra il 4 e il 5 giugno 1944, la Sahariana del Ten. P.A.I. Carlo Pettini - in servizio di ordine pubblico - fu scambiata per tedesca e centrata da una cannonata da un carro Stuart britannico che percorreva Via Nazionale. Non vi furono sopravvissuti fra l’ equipaggio, interamente composto da italoegiziani ex- “Frecce Rosse”. Con lo scioglimento del corpo per le sue origini fasciste, il materiale e gli esperti specialisti furono rapidamente incorporati dalla P.S. e finora se ne conoscevano solo foto dei tardi anni ’40, quando Sahariane ed AB, retrofittate con apparati radio di origine inglese, avevano subito numerose modifiche ed erano ormai dipinte nel caratteristico cremisi postbellico. Le foto pubblicate da Crimen mostrano che la situazione nel luglio ’45 era ben diversa. Pur ritargati POLIZIA, tutti i mezzi mantenevano le mimetizzazioni operative del settembre ’43 e la passata appartenenza alla P.A.I. era suffragata anche da particolari uniformologici che parlano chiaro a chi sappia riconoscerli. Segue una analisi dettagliata delle singole foto.

    Foto 1: Tranne i due CC.RR. alle estremità sx. e dx. della foto, tutto l’ equipaggio della AS42 è composto da poliziotti ex- Guardie P.A.I. Due portano le bustine già in uso al Corpo, mentre l’ ufficiale capomacchina, che al centro nella foto volge le spalle all’ obiettivo, non ha rinunciato alla uniforme sahariana (seppur non impeccabile) completa di berretto rigido tipica della PAI. Il mezzo, armato con Breda 37 da 8 mm. e una Breda 35 da 20 mm., ha la mimetica prearmistiziale a chiazze.
    Foto 2: CC.RR. a cavallo (con lucerna) e agenti di P.S. controllano le strade limitrofe al carcere.
    Foto 3: Autoblinda AB 41 appostata in Via San Francesco di Sales. La mimetica è quella prearmistiziale (chiazze verde e bruno su fondo sabbia), mancano le ruote di scorta laterali, forse per carenza di ricambi, nonché i supporti per le taniche da 20 litri sui parafanghi. La targa anteriore è dipinta direttamente sulla parte anteriore dello scafo in dimensioni maggiori rispetto a quelle regolamentari R.E. e P.A.I.
    Particolare della foto 3: Si nota sui lati della torretta una inusuale simbologia (asso di picche su fondo bianco) tipicamente francese. Probabilmente il quadrato bianco copre il tipico simbolo tattico rettangolare colorato del periodo prearmistiziale. I due poliziotti vestono la tuta blu da carrista con caschi in cuoio. Quello a sx. il mod. 35 da carrista, quello a dx. il modello da motociclista con visiera usato dalla P.A.I.
    Foto 4: Altra AS 42 - stavolta targata POLIZIA 2554- in perlustrazione lungo le mura di Regina Coeli. L’ armamento è costituito da due Breda 37, la mimetica è a tre toni.
    Foto 5: Dopo la resa dei rivoltosi i prigionieri politici, guardati a vista dai CC.RR., sono evacuati su rimorchi scoperti. Sullo sfondo un autocarro Bedford con numero classe/ponte su cerchio giallo.
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