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Discussione: Un tesserino da profugo...

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    Un tesserino da profugo...

    Nell’ autunno 1945 la rivista CRIMEN, pubblicava copie fotostatiche di documenti RSI, per far capire ai lettori sotto la linea gotica come fosse la vita quotidiana dell’ italiano medio nella repubblica di Salò. Tra essi compare la facciata anteriore di un tesserino (l’ ennesimo!) del quale non avevo traccia e ne ignoravo finora l’ esistenza. Se qualcuno tra i forumisti ne possedesse in collezione un esemplare originale, ne posti cortesemente le pagine interne, che non ho mai visto. Si tratta del LIBRETTO PERSONALE DEL PROFUGO Tipo A / Sperrstunden Ausweis n° 28019 , tesserino a quattro facciate in cartoncino bianco rilasciato dall’ ufficio provinciale di Milano dell’ Ente per l’ Assistenza ai Profughi e la tutela degli interessi delle Terre Invase. Bilingue come la maggior parte dei documenti personali RSI, portava sotto lo Stemma di Stato la dicitura Presidenza del Consiglio dei Ministri ed era convalidato dal segretario provinciale dell’ Ente. Al centro un timbro a inchiostro ammoniva a non arrecare al documento modifiche o cancellature, reiterando l’ ufficialità dello stesso. L’ esemplare ritratto su CRIMEN, se non bastasse, grazie alla sovrastampa di una striscia colorata sulla facciata anteriore, aveva anche la funzione di Certificato di Lavoro serie A / n° 605, certificando che il profugo in oggetto aveva di che mantenersi ed era in regola alla normativa sul lavoro obbligatorio. Su un foglietto aggiuntivo incollato inferiormente appaiono poi firma e timbro tedesco WH della Platzkommandantur Mailand (Milano). Con il termine “profugo”, ben diverso nell’ accezione del tempo da quello di “sfollato” si intendevano sia gli italiani in fuga da Istria e Dalmazia per sfuggire ai massacri titini, sia quelli che, con il procedere dell’ avanzata angloamericana da sud, cercavano rifugio nel residuo territorio della RSI. Oltre ad organizzare raccolte fondi su base regionale, fu istituita nel luglio 1944 una campagna nazionale di sensibilizzazione denominata “Settimana del Profugo” (con la diffusione di medagliette, volantini e di un manifesto di Boccasile), sotto la direzione del Sottosegretario del Ministero dell’ Educazione Nazionale, Prof. Antonio Cucco. Ma l’ ente ebbe al contempo una funzione per così dire segreta o riservata, occupandosi di fornire alle famiglie dei gerarchi più in vista e dei moltissimi funzionari governativi saliti a nord nel ’43 a seguito dei ministeri documenti di identità “puliti” in vista del prevedibile collasso della Repubblica Sociale. Per assicurare loro una ulteriore possibilità di scampo, ai destinatari dei documenti erano assegnate identità fittizie di profughi, provenienti da città le cui anagrafi erano andate totalmente perdute per bombardamento nemico. Non tutti ebbero l’ opportunità o la possibilità di servirsene, altri erano troppo conosciuti o mancavano del sangue freddo necessario ad assumere un’ identità fantasma mimetizzandosi tra i profughi autentici. Ma molti si salvarono così e - comprensibilmente - sono ancora restii a parlarne.
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