Film documentario a lungometraggio sulla “Marcia della Giovinezza” prodotto dalla G.I.L. - Gruppo Battaglioni “Torino”. Ebbe come direttore artistico Gianni Alberto Vitrotti, come operatore il fratello Franco e come supervisore tecnico il padre dei due, Giovanni Vitrotti. Il documentario non ebbe il visto censura non fu mai proiettato in pubblico, ufficialmente a causa dell’ entrata in guerra dell’ Italia.
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Da: Roberto Chiti – “Enciclopedia del Cinema e della TV di ieri e di oggi in Liguria. (1896 – 1993) Volume 2 - I Film” - M.I.C.S. Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo
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In realtà la storia è un po’ diversa. La marcia fu organizzata dai vertici della G.I.L. nel giugno1940 partendo da Varazze per arrivare a Verona ove i giovani sfilarono davanti al Duce e ad alte autorità militari. Lo scopo era far sfoggio dello spirito guerriero dei giovani nati e cresciuti nell’ Italia di Mussolini e delle possibilità del volontariato nella guerra che si approssimava. I giovani partecipanti animati da amor patrio e grande entusiasmo erano certi di venir arruolati in massa, rinnovando i fasti del volontariato, che era stato gran parte della storia militare d’ Italia, dal Risorgimento alla Grande Guerra, dall’ Africa Orientale alla Spagna. Ottennero il risultato opposto, sgraditi alle alte gerarchie militari sabaudo-monarchiche (Badoglio in primis) che già allora speravano di liberarsi del fascismo tramite la sconfitta, vennero considerati ragazzini esaltati inutili e dannosi, dunque rinviati a casa con modi bruschi, non escluso il ricorso alla forza pubblica. La delusione fu grande e il volontarismo nelle FF.AA. italiane sarebbe stato ben povera cosa senza un gruppo di reprobi che “okkupando” illegalmente gli accantonamenti rifiutò di sciogliersi e fece di tutto per andare al fronte, sino ad essere integrati obtorto collo dal R.Esercito. Da quei pochi nacque il Gruppo Battaglioni ( poi Rgt.) GG.FF., quelli di Bir El Gobi, tanto per intenderci.