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Discussione: Ultimo rapporto all' imperatore

  1. #1
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    Ultimo rapporto all' imperatore

    PREMESSA
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    Testo dell’ ultimo telegramma inviato al Q.G. imperiale di Tokyo dal generale di divisione Tadamichi Kuribayashi, comandante la 109^ Div. Fanteria a Iwo Jima alle ore 16.00 del 16 marzo 1944. Subito dopo, riunito il personale del suo comando a gruppi sparsi di genieri, fanti e marinai, guidò l’ ultimo attacco contro il nemico americano. Consapevole che la caduta dell’ isola avrebbe offerto ai quadrimotori B-29 una comoda base per bombardare la madrepatria, il generale giapponese tentò di arrecare il maggior danno possibile alle piste, già cadute in mano nemica . Senza acqua né cibo, il gruppo composto da circa cinquecento uomini, sfuggendo l’ accerchiamento dei Marines nella notte del 25 marzo marciò lungo la costa verso sud, in direzione del Monte Suribachi, cogliendo di sorpresa un accampamento di marine e avieri che furono presi dal panico. Erano le cinque del mattino del giorno 26 e dopo tre ore di combattimenti corpo a corpo le perdite statunitensi assommavano ad oltre centosettanta uomini. Kuribayashi, seriamente ferito alla gamba destra e portato in spalla da un sergente maggiore della polizia militare, guidò i giapponesi sopravvissuti contro i campi d’ aviazione di Chidori e Motoyama, ove furono tutti uccisi. Dopo quest’ ultimo attacco soldati isolati continuarono a combattere (gli americani persero quasi 2000 uomini tra aprile e agosto ’45, quando l’ isola era già saldamente nelle loro mani). La salma di Tadamichi Kuribayashi non è mai stata identificata. Nella fretta di riparare e ampliare le piste d’ atterraggio gli americani non recuperarono i corpi dei nemici che costellavano il campo, limitandosi a ricoprirli sotto una spessa colata d’ asfalto. Iwo Jima è stata restituita al Giappone ma aerei della US Navy e della JASDF giapponese ancora atterrano e decollano giorno e notte sui resti dei soldati nipponici. Probabilmente anche Kuribayashi si trova lì, fedele alla promessa fatta ai suoi soldati: “Sarò sempre con voi sino alla fine!”.
    Il “Rapporto all’ Imperatore” si compone di due parti: un dettagliato esame della situazione militare, diretto al quartier generale dell’ Esercito ed una composizione poetica (Aiku), tradizionalmente rivolta all’ Imperatore - Dio per propiziare la benevolenza divina verso i soldati sconfitti che si immolavano nelle cariche “banzai” per evitare il disonore della resa. Nonostante il testo fosse tradizionalmente standardizzato e dettato da rigidi canoni, Kuribayashi ne approfittò (cosa inconcepibile per la mentalità dell’ epoca, infatti la versione diffusa alla stampa nel 1944 era pesantemente censurata) per rendere nota la sua amarezza per la carenza di rifornimenti, negatigli dai suoi superiori, che aveva compromesso la difesa dell’ isola nonostante l’ eroismo dei suoi soldati. Negli anni ’50 quando, sull’onda della guerra di Corea lo status del Giappone passò da territorio occupato a nazione indipendente alleata con gli Usa per contenere l’ espansionismo comunista in Asia, la figura di Kuribayashi venne grandemente rivalutata (anche per motivi politici). Il generale divenne un simbolo positivo, combattente senza odio, eroico ma sfortunato, di una guerra sbagliata. Gli furono intitolati edifici pubblici ed installazioni del rinato esercito volontario (le Forze di Autodifesa), gli studenti di ogni ordine e grado impararono a memoria il suo rapporto e lo cantavano prima dell’ inizio delle lezioni, come accade ancor oggi nelle scuole americane con l’ inno nazionale. E non era un caso, dato che a quei tempi la bandiera da guerra e l’ inno nazionale del giappone prebellico erano ancora proibiti come simbolo di imperialismo. In definitiva, Kuribayashi nel Giappone del secondo dopoguerra divenne figura popolarissima, come Rommel in Germania o il Duca d’ Aosta in Italia. Se al giorno d’ oggi le giovani generazioni del sol levante sembrano averlo dimenticato, c’ è da dire che – purtroppo – l’ ignoranza del passato è un male comune anche qui da noi.
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    ULTIMO RAPPORTO ALL’ IMPERATORE

    La battaglia è giunta all’ epilogo. Dallo sbarco del nemico gli uomini al mio comando hanno combattuto in maniera talmente valorosa da commuovere persino gli dèi. In particolare, sommessamente mi compiaccio che abbiano continuato a combattere da coraggiosi, seppure a mani nude e mal equipaggiati, sottoposti a un attacco da terra, dal mare e dal cielo di una superiorità materiale inimmaginabile. Uno dopo l’ altro sono caduti davanti agli attacchi incessanti e tremendi del nemico. Perciò, la situazione è arrivata al punto in cui devo deludere le vostre aspettative e abbandonare questa importante posizione nelle mani del nemico. Con umiltà e sincerità presento le mie più sentite scuse. Non abbiamo più munizionamento e l’ acqua è finita. E’ giunto per tutti noi il momento di sferrare il contrattacco finale e combattere valorosamente, consapevoli dell’ approvazione dell’ imperatore, senza risparmiare gli sforzi, per quanto trasformino le nostre ossa in polvere e polverizzino i nostri corpi. Ritengo che finchè l’ isola non sarà riconquistata il dominio dell’ imperatore resterà eternamente insicuro. Giuro, pertanto, che anche quando sarò diventato uno spirito resterò nell’ attesa che la sconfitta dell’ Esercito imperiale sia trasformata in vittoria. Mi trovo, ora, all’ inizio della fine. Nello stesso tempo in cui rivelo i miei sentimenti più intimi prego sinceramente per la certa vittoria e la sicurezza dell’ impero. Addio per l’ eternità. Per quanto riguarda Chichi Jima e Haha Jima, sono sicuro che gli uomini al mio comando che vi si trovano saranno in grado di respingere qualsiasi attacco del nemico annientandolo. Infine, sottopongo al vostro esame il modesto contributo in calce.

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    Poscritto

    Impossibilitato a adempiere a questo arduo compito per il nostro paese
    Frecce e pallottole esaurite, tristi siamo caduti.

    Ma salvo sbaragli il nemico,
    Il mio corpo non può marcire nel campo.
    Sì, rinascerò nuovamente sette volte
    E brandirò la sciabola.

    Quando le lugubri gramaglie ricopriranno quest’ isola,
    Mio unico pensiero sarà la Terra imperiale.

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  2. #2
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    Sull'argomento esiste un bel lbiro della Einaudi COSI' TRISTE CADERE IN BATTAGLIA di Kakehashi Kumiko che presi appena uscì il film Lettere da Jwo Jima del vecchio Clint Eastwood. Ne consiglio la lettura a tutti.
    sven hassel
    duri a morire

  3. #3
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    Ciao sven hassel, infatti i dati e il testo del messaggio e dell' haiku sono desunti proprio da quel libro, che purtroppo a quanto mi risulta è esaurito. Tornerò sull' argomento Iwo Jima prossimamente, affrontandolo da un punto di vista poco conosciuto. Sarà una sorpresa...

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