Dopo pochi mesi di guerra e la falcidia tra gli ufficiali di carriera vennero organizzati dei "corsi di corsa" a cui vennero chiamati come volontari tutti gli studenti universitari sotto le armi, creando una grande quantità di ufficiali di complemento. Ne parla anchi Giani Stuparich.

SUL CAMPO

La partecipazione al conflitto dell’ufficialità in servizio permanente mise in rilievo i caratteri di dedizione, fedeltà alla monarchia, valore personale nel combattimento, capacità tecnica, ma anche, in generale, burocraticità, mancanza di spirito autonomo, scarsa elasticità, distacco nei confronti della truppa e talora debole attenzione alle sue esigenze. Difetti di casta, di formazione, nazionali se vogliamo. Nondimeno, gli ufficiali subalterni delle armi combattenti affrontarono con grande spregio del pericolo gli assalti frontali guidando i soldati e dando loro l’esempio, nei primi scontri, con un empito addirittura risorgimentale: bandiere al vento e sciabola sguainata, al segnale di carica delle “drappelle” reggimentali. Soffrirono perdite considerevoli. La funzione dell’ufficiale di truppa passò in maniera preponderante agli ufficiali di complemento.

GLI UFFICIALI DI COMPLEMENTO

Provenienti dalla borghesia e dai ceti colti, nello spirito delle leggi Ricotti gli ufficiali di complemento avrebbero dovuto, terminato il servizio militare, fornire i quadri di riserva dell’esercito in caso di mobilitazione. Il reclutamento fu eterogeneo: ufficiali di carriera che avevano abbandonato il servizio, sottufficiali che avevano ben meritato, allievi che avevano frequentato i corsi regolari nei plotoni presso i Corpi o erano usciti dal “volontariato di un anno” (Rochat, 1989). In quest’ultimo caso, l’ordinamento adottato consentiva al volontario, dietro pagamento di una cifra rilevante, la ferma di un solo anno, seguita da un esame e, superato questo, dalla nomina a sottotenente o sergente. Gli aspetti del privilegio, del riconoscimento del censo, della scarsa preparazione professionale risultarono preponderanti, quello militare assolutamente carente. Prima della grande guerra l’istituto del “volontariato di un anno” fu soppresso, sommerso dalle critiche del mondo politico, della stampa, degli stessi ambienti militari.

LA FABBRICA DEGLI UFFICIALI

Gli ufficiali di complemento che entrarono nelle file dell’esercito allo scoppio e nel corso della guerra rappresentarono, in genere, ben altra virtù morale e militare. Animati in molti casi da forti motivazioni ideali, lontani dalle rigidità dei professionisti militari, più solidali con la truppa, con cui condividevano il legame con la vita civile, a migliaia, addestrati in sommari corsi di pochi mesi, prestarono servizio come ufficiali subalterni nelle trincee, svolgendo un’importante funzione di coesione nazionale e militare. Rappresentarono il contributo più alto dei ceti colti e della borghesia nazionale alla guerra: il titolo di scuola media superiore comportò tra il 1916 e il 1917, obbligatoriamente, la partecipazione ai corsi accelerati.
L’accesso ai ranghi superiori rimase loro quasi sempre precluso.