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Il territorio della Cecoslovacchia, all'epoca dello scoppio della Grande Guerra, era parte integrante dell'Impero Austroungarico, ma buona parte della popolazione si sentiva più colonizzata che cittadini dell'Impero.
Motivo per cui molti di loro formarono diversi gruppi armati, che divennero poi noti come Legione Cecoslovacca, e combatterono al fianco degli eserciti della Triplice Intesa.
La prima Legione Cecoslovacca in ordine di tempo e anche come numero di effettivi (circa 65000) fu quella che si formò in Russia, e combatté a fianco delle truppe zariste.
Dopo la Rivoluzione del 1917, a seguito della pace separata, questi soldati nell'intento di proseguire la guerra contro i tedeschi (infatti non volevano combattere contro gli austro-ungarici per il rischio concreto di trovarsi di fronte a connazionali) e non avendo la possibilità* via terra di raggiungere i fronti occidentali, decisero, con l'iniziale consenso del nuovo governo Sovietico, di raggiungere con la ferrovia Transiberiana Vladivostok e da qui imbarcarsi per raggiungere l'Europa; ma quando i Sovietici cambiarono idea, non volendo più avere in giro nel loro territorio soldati stranieri in armi, di fatto i cecoslovacchi presero possesso della ferrovia; un primo contingente riuscì a raggiungere Vladivostok prima della fine della guerra, gli altri vi giunsero oramai nel 1920.
Infatti la marcia di questi uomini fu una specie di campagna militare, non prima di scaramucce coi sovietici, e colpi di mano tra i quali la conquista di un convoglio ferroviario russo con 8 vagoni carichi di oro zarista; solo 7 furono poi restituiti e con quello rimasto in loro mano fu fondata la Legionarska Banka a Praga.
Altri esuli e fuoriusciti presenti in Francia e anche Spagna confluirono dapprima nella Legione Straniera, a cui si aggiunsero nel tempo prigionieri e disertori, per diventare infine una Brigata Cecoslovacca forte di quasi 10000 uomini, che dettero il loro valoroso contributo.
Infine anche in Italia si formò una Divisione Cecoslovacca; fu opera e merito soprattutto di un fuoriuscito boemo, Milan Ratislav Stefanik, valente astronomo e pilota di aerei, che, proveniendo da Parigi, giunse in Italia all'inizio del 1916, con lo scopo di fare propaganda e proselitismo fra i molti prigionieri di nazionalità* cecoslovacca; ebbe successo, tanto che nella primavera del 1918 fu ufficializzata la costituzione della Divisione che il 15 giugno 1918 ebbe il battesimo del fuoco sul Montello e presso Fossalta del Piave, subendo già* le prime perdite; una sessantina di caduti, 100 caduti, una ventina di dispersi.
Undici di questi dispersi erano in realtà* stati presi prigionieri dagli austriaci, i quali consideravano questi soldati come disertori, per cui il giorno successivo furono tutti impiccati.
Stessa sorte toccò a tutti gli altri che nei mesi seguenti avevano la sfortuna di essere catturati.
I restanti mesi della guerra in Italia si svolsero presidiando e combattendo nelle zona tra la riva ovest del lago di Garda e Castione.
In conclusione, ecco un elmetto di uno di questi soldati
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