La signorina Luisa (o Luigia) Ciappi, giovane calabrese originaria di Rosarno (RC) a soli vent’ anni (era della classe 1894), nel clima di entusiasmo del maggio 1915 tentò di partire per il fronte travestita da soldato. Insegnante di scuola elementare a Moncioni, frazione di Montevarchi (AR), scrisse ad una sua cognata una lettera nella quale rivelava l’intenzione di recarsi a combattere gli austroungarici. Ottenuta una licenza dal suo direttore scolastico, Luisa si recò a Firenze dove si fece confezionare da un sarto una divisa grigioverde da fante, dichiarando serviva a suo fratello, richiamato alle armi. Tagliata la bella capigliatura bionda e indossata l’ uniforme, la donna entrò nella caserma San Giorgio mescolandosi ai soldati del 127° Reggimento Fanteria, che si preparavano alla partenza per il fronte. Dormì per una notte su un giaciglio di paglia riuscendo a non farsi riconoscere, ebbe cura di non parlar mai e nessuno si accorse di nulla. Il giorno dopo anch’essa ricevette un fucile modello ’91 e l’ equipaggiamento (zaino, coperta e giberne) imbarcandosi sulla tradotta insieme agli altri militari. Durante il tragitto verso il fronte il suo travestimento venne però scoperto dai commilitoni, che nella stazione ferroviaria di Bologna la consegnarono ai Reali Carabinieri. Invitata a scendere dal convoglio e accompagnata in Questura, ove confessò la sua vera identità, la giovane maestra fu lungamente interrogata. Terminati gli accertamenti, venne riaccompagnata sotto scorta dei CC.RR. nel paese toscano ove risiedeva. Al suo arrivo, tutta la popolazione in festa, le dimostrò simpatia per lo straordinario coraggio dimostrato. Tutti i giornali nazionali ed esteri dell’epoca parlarono delle gesta della ‘donna soldato’ definendola ‘un bel fantaccino’. La Ciappi apparve - ancora in tenuta grigioverde - in una foto sulla “Domenica del Corriere” nel 1915. La sua vicenda ispirò alla popolare scrittrice Carolina Invernizio il romanzo “La fidanzata del bersagliere”. Il libro (che oggi definiremmo un instant-book ) fu ristampato almeno fino agli anni 30. Tornata all’ insegnamento, spostandosi per servizio in varie località italiane, Luisa Ciappi si spense a Salerno il 5 gennaio 1969.