Dopo un piccolo restauro, consistente nella semplice messa a punto della tastiera, nella pulizia della macchina ed in una risistemata alla custodia di trasporto, credo che sia tornata all'onore del mondo questa macchina da scrivere dei primi anni '30, figlia dell'operosità e dell'ingegno italiani che, anche in questo campo, tennero testa e furono talvolta superiori a quelli di nazioni ben più ricche di potenzialità e di risorse.

Questo modello era prodotto dalla ditta Invicta di Torino, su licenza della Olivetti, derivando il meccanismo appunto da un'altra macchina per scrivere della ditta eporediese.
Per presentarvela, l'ho attorniata da oggetti del suo tempo, in un'immaginaria scrivania di un iscritto al PNF, essendo il suo nome un chiaro omaggio al regime fascista.
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