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La prima guerra mondiale ha offerto solo due esempi notevoli di operazioni anfibie, cioè, la campagna delle isole Oessel, nel Baltico, e la campagna britannica dei Dardanelli.
Nella prima, i russi vennero sorpresi dai tedeschi e battuti.
Questo sbarco offrì allo studioso di arte militare ben pochi motivi di interesse. Nella seconda di queste operazioni anfibie il gen. tedesco Von Sanders effettuò una difesa ammirevole con l'impiego di truppe turche. Ma neppure nella Campagna dei Dardanelli vi sono molte cose interessanti per lo studioso, se si eccettuino le indicazioni di quello che non bisogna fare.
Può, quindi, apparire strana l'affermazione che è invece dalla Campagna di Mesopotamia, svolta dagli inglesi agli ordini di Sir Charles Townsed, e specialmente all'assalto alle posizioni turche che si stendevano alla confluenza del Tigri con l'Eufrate, che ci vengono le lezioni di maggior valore ricavate per lo studio della guerra anfibia. Quest'attacco, che non si effettuò dal mare, venne realizzato nella zona inondata, dietro la quale si trovavano le posizioni turche. Sir Charles, ci diede la chiave per uno dei problemi primordiali. Egli scoprì infatti che dalle imbarcazioni si poteva realizzare uno spiegamento di truppe quasi normale, sempre che queste non trasportassero un numero eccessivo di uomini, e fossero relativamente rapide e manovrabili fino alla riva. L'esperienza in materia era tuttavia cosi limitata verso la fine della prima guerra mondiale, che, quando si affidò alla fanteria di marina il compito di formulare la dottrina e la tecnica delle operazioni di sbarco, si fu obbligati a sviluppare per proprio conto le nostre teorie, alleggerendole di tutto quanto era strettamente empirico, e determinandole razionalmente come meglio possibile. L'applicazione pratica di esse, durante le manovre navali, apportò migliorie e modifiche e diede origine a nuove teorie. In tal modo si poterono, a poco, a poco, sviluppare principi e condizioni caratteristiche per tale tipo d'operazione.
Fu nello sbarco di Guadalcanal che, per la prima volta, si provò il sistema trovandolo efficiente, sebbene nello sbarco sull'isola principale non s'incontrasse quasi resistenza. Le operazioni secondarie svoltesi a Tulagi, a Tanambago e a Gavutu, ebbero poca importanza dal punto di vista dello studioso militare. Qui, tuttavia, affiorano certe difficoltà basilari, quali: la necessità di disporre di un migliore sistema di tiro d'appoggio navale ed aereo, nonché d'una disposizione più pronta e più ordinata del materiale bellico sbarcato sulle spiagge. Una sola unità navale, situata per far fuoco a brevissima distanza, risultò molto utile che non diverse navi che sparassero da distanze normali, o da distanze che garantissero la loro incolumità. La medesima esperienza fu fatta dagli inglesi ai Dardanelli, e precisamente a Gallipoli, dove la nave da guerra inglesi < Terror > (un monitor corazzato, dalle murate bassissime e perciò difficilmente compatibile) svolse un magnifico lavoro durante l'unico sbarco effettuato con successo. Il resto della Campagna delle Isole Salomone, e le esperienze fatte nelle Isole Gilbert e Marshall, offrirono la soluzione a molti problemi. L'avvicinamento, quindi, alle isole Marine avvenne con molta maggiore fiducia di quanta ve ne fosse all'inizio delle operazioni precedenti.
I mezzi anfibi in tale occasione già funzionavano meglio, ed offrivano la possibilità di approssimarsi alla costa su un fronte relativamente ampio e con una rapidità e una manovrabilità sufficienti per permettere di evitare le linee dei frangenti corallini. Questi costituirono per tutta la campagna del Pacifico, fino ad Okinawa, una perenne preoccupazione. L'operazione di Saipan venne iniziata sotto l'impressione che la Marina avrebbe potuto assicurare nello spazio di pochi giorni le imbarcazioni di vario tipo, e soprattutto le navi per il bombardamento da effettuare di lì a poco per l'attacco preparato contro l'Isola di Guam. Purtroppo ciò non si verificò, e la forza di attacco dell'isola di Guam pattugliò i mari, dalle isole Marshall alle Marianne, fino a quando non ancorò a Enivetok per aspettare gli sviluppi della situazione.
Uno di questi sviluppi era nel momento rappresentato dall'andamento della campagna di Saipan, dopo il successo della quale si riteneva che la Marina potesse assegnare le unità navali richieste. Un altro sviluppo era rappresentato dall'arrivo della 77° divisione di fanteria dell'esercito.
Questa divisione si trovava, in quell'epoca, in riserva nelle Hawaj, ma era già stata allertata per l'imbarco. Le lezioni ricavate dallo sbarco a Saipan, avevano dimostrato la necessità di dover contare su una riserva «galleggiante», cioè pronta ad entrare in azione per sfruttare la spinta iniziale. La presenza di questa Divisione rispondeva alle forme normali dell'attacco anfibio, poiché il compito delle forze d'assalto della fanteria di Marina sarebbe stato di continuato dalle forze dell'esercito, destinato allo sfruttamento del successo iniziale. Queste forze che danno il cambio a quelle della fanteria di Marina (rese, così, disponibili per ulteriori impieghi del genere) devono svolgere quei compiti propri al combattimento terrestre, portando a conclusioni la campagna di sbarco.
La presenza di una «riserva galleggiante» pronta a sfruttare il successo in qualsiasi direzione, ed il fatto che il piano richiedeva più di uno sbarco in aggiunta ad altre caratteristiche di questa operazione, servirono a convertire la manovra di Guam in un'operazione classicamente anfibia.
Tutti questi punti furono concepiti dai compilatori dei piani originali, i quali fin dal 1921, nonostante il disinteresse generale e la scarsità di fondi e dei mezzi a loro disposizione, avevano cominciato il loro lavoro su quelli che dovevano essere i documenti segreti della guerra relativi a tale problema. Queste direttive sull'addestramento della flotta in materia di sbarco, costituiscono un monumento nei riguardi di chi, con fede e pazienza, e con una visione previggente creò un nuovo metodo di guerra anfibia, senza il quale gli S. U. non avrebbero trionfato nella seconda conflagrazione mondiale.