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Discussione: Reparti cecchini italiani nella prima guerra

  1. #101
    Moderatore L'avatar di Furiere Maggiore
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    Re: Reparti

    ... mah,

    io sto sforzandomi di capire dive vuoi arrivare ...

    F.M.
    E' la somma che fa il totale.

  2. #102
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    Re: Reparti

    Citazione Originariamente Scritto da Furiere Maggiore
    ... mah,

    io sto sforzandomi di capire dive vuoi arrivare ...

    Vorrei dimostrare la tesi che, sebbene non regolamentato, anche gli ufficiali portavano il fregio omerale da tiratore scelto anche se in zona di guerra credo sia stato portato da pochi (siano stati essi ufficiali, sottufficiali o graduati di truppa).
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  3. #103
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    Re: Reparti

    Un altro interessante capitolo che vorei approfondire nella storia dei cecchini italiani della prima guerra mondiale è l'uso di congegni defilatori.
    Ne sono esistiti di vario tipo.
    Venivano impiegati per il tiro defilato dalla postazione.
    Non credo che garantissero un alto grado di precisione nè una gran celerità* di tiro, ma offrivano la possibilità* di sparare standosene al sicuro, in trincea.
    Vi posto una foto di uno di tali congegni che è apparsa nell'ultimo articolo sui cecchini pubblicato da Uniformi & Armi.

    Aspetto Vostri interventi in merito...
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  4. #104
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    Re: Reparti

    Come classifichereste questo specchietto per 91?


    E' un articolo che è passato su ebay.
    La didascalia che l'accompagnava era: "SPECCHIETTO LATERALE ISTRUTTORE CARCANO 1891".
    Era uno strumento ad uso degli istruttori per verificare il corretto puntameto dell'arma?

    Perchè somiglia molto ad un aggeggino austriaco (vedi altre due foto) che trovate descritto in Le Armi E Gli Equipaggiamenti Dell'Esercito Austro-Ungarico. Dal 1914 al 1918 - vol.2 di Siro Offelli, a pagina 82-83.
    Non è anch'esso un congegno defilatore?
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  5. #105
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    Re: Reparti

    Ne esiste anche una versione semplificata
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  6. #106
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    Re: Reparti

    Il modello italiano di defilatore aveva un "cugino" austriaco.
    Eccovi cosa riporta Siro Offelli nella sua opera Le Armi E Gli Equipaggiamenti Dell'Esercito Austro-Ungarico. Dal 1914 al 1918 - vol.2.
    Credo che la descrizione possa valere anche per il modello italiano.
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  7. #107
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    Re: Reparti

    Cosa sapete di questo prototipo beretta mod. 1918?

    Era un'arma da guerra o da tiro sportivo?
    Che calibro aveva?
    Come era alimentata?
    E l'ottica (che è in fotografia) è una Galileo o una di preda bellica (come quella che posto - adattata per un mod. 91)?
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  8. #108
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    Re: Reparti

    Scusate l'OT, ma nella mia ricerca mi sono capitate per le mani alcune foto curiose come quelle che posto qui in questo intervento.
    Si tratta dell'uniforme mimetica da cecchino tedesco, usata in Francia dal 1917.
    Ne avevano una molto simile anche gli inglesi, che trovate decritta in Out of nowhere di Martin Pegler, a pag. 128 e 130.
    Che cosa ne dite?

    Avete notizie di niente di simile (sia austriaco che nostrano) anche per il teatro italiano?
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  9. #109
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    Re: Reparti

    E' mai possibile che il nostro Comando Supremo non abbia previsto una scuola cecchini (come quelle di Hesketh-Prichard in Francia, per intenderci) che insegnasse anche tecniche di mimetismo ed infiltrazione?

    Possibile che nessuno ne abbia capito l'importanza?
    No, eh!?!
    Riporto a questo scopo uno spassosissimo pezzo, tratto dal libro di Lussu, che illustra la spocchia e la mentalità* dei nostri ufficiali superiori.

    "L'ordine del giorno della divisione aveva annunciato il tema della conferenza: "Accordo delle intelligenze".
    La giornata era magnifica. L'Altipiano non ne vide più luminose.
    Dopo alcune frasi per salutare gli ufficiali e la brigata, il generale passò al tema. L'espressione "accordo delle intelligenze" ricorreva frequentemente. Accordo fra l'intelligenza del capo e quella dei suoi subordinati; accordo dell'intelligenza della fanteria con quella dell'artiglieria; accordo dell'intelligenza degli ufficiali e quella dei soldati, ecc. ecc. Il generale impiegava molte definizioni. Egli le conosceva a memoria. Io risentii, ancora una volta, quella della vittoria con relativa manovra dei nervi. Ma l'intelligenza costituiva il centro del discorso. Il generale s'abbandonava all'improvvisazione:
    - Un'intelligenza limpida, solare, come la luce di questa giornata radiosa, in cui gli atomi infiniti danzano in divino accordo, così come io vorrei danzassero gli ufficiali della mia divisione, nei giorni di battaglia.
    Il discorso, spesso, diveniva rapido. Il generale non aveva appunti scritti e parlava a braccio.
    - Un'intelligenza per la quale è sufficiente una minuscola chiave per aprire una grande porta; una parola per afferrare il significato d'un ordine, un'intuizione per comprendere, subito, di primo acchito, un fatto sconosciuto. Per esempio...
    Il generale s'era arrestato. Egli aveva visto uno scavo semicircolare, fresco, che coronava un cocuzzolo, mascherato da frasche, lontano da noi un centinaio di metri, lungo una delle linee di resistenza del settore.
    - Per esempio... Che è quello scavo ? à? necessario averlo costruito per sapere che cosa sia ? No, o signori, non è necessario. Non occorre chiederlo. Basta vederlo. Si presenta da sé. Si intuisce. Che cos'è ? à? un'appostazione di mitragliatrice.
    Il generale si muoveva come un prestidigitatore che, fatta uscire una colomba da una rosa, attenda, dagli spettatori, la maraviglia e gli applausi.
    L'aiutante maggiore del 2º battaglione, il professore di greco, era troppo scrupoloso per lasciar passare, senza un'osservazione, quella ch'era un'inesattezza. Il suo battaglione era riserva di brigata ed egli conosceva bene il suo settore. L'esattezza, innanzi tutto.
    Egli fece un passo avanti e disse:
    - Permette, signor generale ?
    - Dica pure, - rispose il generale.
    - Per la verità*, signor generale, per la verità*, non è una appostazione di mitragliatrice.
    - E che cos'è ?
    - Una latrina da campo.
    Fu un brutto momento per tutti. Il generale tossì. Anche qualcuno di noi tossì. La conferenza era finita"
    .

    (Da Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu)
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  10. #110
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    Re: Reparti

    Citazione Originariamente Scritto da jampi
    Cosa sapete di questo prototipo beretta mod. 1918?

    Era un'arma da guerra o da tiro sportivo?
    Che calibro aveva?
    Come era alimentata?
    E l'ottica (che è in fotografia) è una Galileo o una di preda bellica (come quella che posto - adattata per un mod. 91)?
    Questa rientra più nel mio campo, credo sia un'arma silenziata integralmente. Lo desumo dai fori laterali ma potrei pure sbagliare. In quanto agli apparati per tiro defilato un paio di considerazioni. Quelli ottici mostrati erano usati dagli istruttori per correggere non tanto gli errori di mira ma quelli di impostazione del tiratore. Nulla vieta di usarli anche per cecchinaggio ma sicuramente a detrimento della precisione in quanto da montare su armi prive di ottica ed in situazione di tranquillità*, per quello austriaco mostrato la cosa era più facile per loro dato che la loro azione rettilinea permetteva il caricamento con leve di rinvio.
    Facendo poi un intervento omnicomprensivo su più argomenti ho un poco di considerazioni da fare sugli argomenti trattati.
    Proiettili esplosivi: sembra che sia no stati prodotti anche per il 91 ma il loro uso non è documentato. Inoltre il loro uso avrebbe portato sicuramente a ritorsioni da parte del nemico. Potrebbero essere usati per un tiro eccezionale da cui dipenda la sorte del conflitto ma non sicuramente per un uso continuo. Inoltre le palle del 91 lunghe e sottili non facilitano di certo la costruzione di spolette atte allo scopo, non che non si possano fare ma è estremamente difficile. Inoltre da considerare che il peso dell'esplosivo a bordo è necessariamente ridotto dato che ci vuole anche la spoletta e che montare tutto questo in una palla ne varia sicuramente gli assetti ed i pesi.
    I cecchini moderni usano in genere palle al massimo hp e fanno della precisione l'arma vincente.
    Palle avvelenate: la costruzione è più semplice di quella delle esplosive ma ricade comunque nelle considerazioni esposte sopra, rappresaglie ed utilità* reale. A parte le contaminazioni fecali ricordate da alcuni, esistono sicuramente veleni atti allo scopo e non termolabili. Ma a meno del tiro contro un bersaglio che "deve" morire il loro usio sarebbe più logico da parte di personale che sparacchia piuttosto che da personale altamente addestato.
    Homo homini lupus. Draco dormiens nunquam titillandus
    lo spirito di Cesare, vagante in cerca di vendetta, con al suo fianco Ate uscita infocata dall'inferno, entro questi confini con voce di monarca griderà "Sterminio", e scioglierà i mastini della guerra, così che questa infame impresa ammorberà la terra col puzzo delle carogne umane gementi per la sepoltura.

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