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Discussione: Reparti cecchini italiani nella prima guerra

  1. #1
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    Reparti cecchini italiani nella prima guerra

    italrest.gif

    Qualcuno ha notizie di reparti italiani di cecchini nella prima guerra mondiale
    ?

    Ho precisato cecchini e non tiratori scelti perchè sono due figure diverse. Un cecchino deve sapere ben più che usare bene un fucile.

    Ad esempio, so che nel Uno dei fatti che colpì di più l'opinione pubblica di allora fu la morte del tenente generale Von Berrer, comandante del LI° corpo d'armata tedesco, alle porte di Udine. Nella nebbia di quel giorno piovoso ( 28 ottobre 1917 ) superando la testa del VI° battaglione Cacciatori della Riserva, era giunto da solo a San Gottardo, alle porte di Udine, convinto che la città* fosse già* saldamente presidiata: ma la città* non conteneva più truppa alcuna, né italiana, né tedesca ad eccezione di una pattuglia italiana. Uno dei militari ebbe i riflessi pronti: puntò il moschetto e fece fuoco. Il generale ed il suo ufficiale di ordinanza furono feriti a morte. Quel soldato era il Serg. Bers. G. Morini.

    Come si può capire, in questo caso l'autore del "centro" fu un soldato (non so se fosse anche tiratore scelto) che era in pattuglia nella zona, e non un "cecchino" (per intenderci come quelli canadesi che operarono in Francia).
    La conoscenza non è nulla se non viene condivisa (Seneca)

  2. #2
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    Salve Jampi, notizie certe sui cecchini non ce ne sono, non perchè non ci fossero ma perchè non entrarono mai nella leggenda della I guerra mondiale come i famosi tiratori scelti au.
    Era previsto un fregio da braccio per i tiratori scelti , questo era la sagoma di un fucile ricamato in filo nero su grigioverde per la truppa da cucirsi in senso obliquo a metà* tra spalla e gomito. Il brevetto doveva essere mantenuto e veniva rilasciato anche un'attestato di conferimento.
    Non necessariamente un tiratore scelto utilizzava un fucile dotato di cannocchiale, Tali 91 con gli attacchi per il cannocchiale risultano al giorno d'oggi estremamente rari e di difficile reperibilità* come gli stessi cannocchiali prodotti dalla Filotecnica di Milano credo in 2 tipi diversi, il cannocchiale veniva conservato in un'astuccio cilindrico di pelle marrone. La Filotecnica produsse anche ottiche per artiglieria fino alla seconda guerra mondiale.
    Quanto al famoso episodio di Von Berrer la tavola della Domenica del Corriere raffigura un carabiniere all' atto dello sparo, l'episodio è controverso e non si è mai appurata la realtà* dei fatti, probabilmente più soldati spararono all' auto dell' ufficiale germanico, ma nessuno di questi credo che fosse stato uno sniper vero e proprio!!
    Cerco "avidamente" copricapi italiani, soprattutto Alpini, ed austro-tedeschi fino al 1945 nonchè foto italiane e austriache della Zona Carnia, Alto Isonzo e occupazione austro tedesca del Friuli I° guerra mondiale, foto Alpini divisione Julia e occupazione tedesca Friuli fino al 1945.

  3. #3
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    Salve ragazzi, bella discussione.....
    infatti uno degli aspetti ancora poco chiari e controversi della prima guerra mondiale è l`uso al fronte del fucile da tiratore scelto da parte delle truppe italiane. Mentre per l`uso da parte degli austro ungarici si sa ormai quasi tutto così ancora non è per la parte italiana. Nemmeno presso l`archivio dell`arsenale di Terni a quanto pare sono state rinvenute informazioni e/o documentazioni ufficiali. Continuano quindi a mancare informazioni precise su chi era addetto all`addestramento dei tiratori, una qualche documentazione ufficiale dalla quale si possano rilevare sia le caratteristiche tecniche, ottiche e di montaggio dei cannocchiali per il fucile 91, sia i criteri di selezione di tali armi. La cosa non deve meravigliare più di tanto; al di là* della mancanza di documentazione, dovuta alla seconda guerra mondiale, alla distruzione di materiale ed al sequestro di molti atti da parte statunitense nel corso della II guerra. Le ipotesi indicano che probabilmente furono costruiti non più di duemila fucili 91 con ottica. Per il fucile mod. 1891 furono utilizzati diversi tipi di cannocchiale e conseguentemente diversi modelli di attacchi e supporti, infatti in una prima fase di produzione si utilizzarono delle ottiche di produzione francese ed in una secondo tempo ottiche di produzione nazionale della società* "La Filotecnica" di Milano.
    La distribuzione ed il ritiro delle armi pare fosse avvenuto a livello reggimentale sia per il fronte del trentino che delle venezie esclusivamente presso la direzione di artiglieria di Verona e l`assegnazione per l`uso su criteri di bravura ed attitudine al tiro di precisione di militari individuati al fronte .
    Un testimonianza d`uso la si rileva dal racconto di Michele Campana nel libro "Perché ho ucciso". Lo scrisse nel 1918 durante un suo ricovero in ospedale
    "Ho per un anno fatto il cecchino, che sarebbe a dire il tiratore spietato, fra le rocce del Pasubio. Avevo un fucile a cannocchiale "Scheibler": lo pulivo, lo oliavo da me, per paura che me lo sciupassero: nessuna cosa ebbe mai tante cure meticolose quanto quell`arma che mi procurava delle ore di passione: gli parlavo persino come ad essere animato ed intelligente. Ieri caccia grossa – Bravo perdinci ! Mi facesti un bel colpo ! Ne ero così sicuro, conoscendone per tante prove, i lievi difetti di puntamento e di alzo, che difficilmente sbagliavo colpo. Fino a cinquecento metri di distanza scommettevo per la morte di chi mi presentasse anche solo il capo davanti alle lenti del cannocchiale. Stavo appostato di solito nelle caverne del dente del Pasubio, ora a destra ora a sinistra, grandi finestre slabbrate nella roccia che dominavano da cento metri piu in alto, da una parte i posti avanzati nemici "il cocuzzolo dei morti" e tutta la rete dei camminamenti fino a Sogli Bianchi, dall`altra le trincee della casermetta difensiva e lo scoperto passaggio del "naso". Stava li accanto a me il fedele attendente Costamagna.... Un fortissimo colono del Piemonte che parlava poco e menava le mani con l`esperienza di cinque o sei anni di guerra in Libia, a Rodi, qui: gridavamo ad un tempo: Eccolo ! Stai attento se casca. Ed avevo già* fissato le lenti contro il nemico. Si ingrandiva e si avvicinava così che ne scorgessi anche le fattezze; la lancetta dello "Scheibler" lo rigava nel mezzo del corpo: già* col rimbombo della botta riempiva la caverna. Non potevo discernerne l`effetto, che il rinculo dello scoppio mi faceva sbatter gli occhi e spostare le lenti del cannocchiale. Ma Costamagna non aveva battuto ciglio: acuiva gli occhi vividi fuori dalla grande feritoia, poi si rivolgeva a me, dal suo sorriso capivo già*. Come è andata ? Secco !!"

    OTTICHE PER FUCILE MD. 1891 DI PRODUZIONE NAZIONALE (La Filotecnica) E SOTTO OTTICA DI PRODUZIONE FRANCESE (Scheibler)



    OTTICA CON ASTUCCIO



    IL "CECCHINO" ITALIANO IN AZIONE


    Fotografie "Diana Armi"
    HANDE WEG VOM LAND TIROL

  4. #4
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    Notizie molto interessanti; e bella anche la testimonianza del Campana, che non conoscevo.
    Complimenti sinceri Walzorzi!
    Siccome sono piuttosto rare, vorrei dare un mio piccolo contributo alle immagini sul tema, con questa foto che sicuramente gli amici del forum già* conosceranno, ma che non poteva però mancare in questo topic!
    Direi: la solitudine del cacciatore solitario.

    [attachment=0:cowk3v7m]20051122223633_cecchino.jpg[/attachment:cowk3v7m]

    Ciao a tutti
    Dimonios
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  5. #5
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    Grazie ragazzi,
    come sempre ben documentate le vostre risposte.

    Qualcuno conosce qualche nome di "cecchino" in modo da poter fare delle ricerche più "mirate" (mai termine è stato più appropriato), restringendo il campo di ricerca ad alcuni settori del fronte?

    Inoltre, secondo Voi, F.Baracca è stato abbattuto da un "cecchino" o (più probabilmente, visto il tipo di missione che stava facendo) dal tiro di fucileria della fanteria?
    La stessa domanda per il gen.Cantore: c'è chi dice sia stato abbattuto da un "cecchino" mentre di vedetta scrutava la linea nemica, e c'è chi sostiene (prove alla mano) che è stata un'arma italiana a sparare il colpo decisivo. Voi che ne pensate?

    Infine- scusate la mia petulanza - qualcuno può postare un'immagine del distintivo da tiratore scelto?

    Grazie. A presto.
    La conoscenza non è nulla se non viene condivisa (Seneca)

  6. #6
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    .....Mi piacerebbe avere qualche chiarimento su quella specie di rest o supporto su cui è appoggiata l'arma dell'ultima foto, vi ringrazio Savoia1948
    QUANTO MAIOR ERIS, TANTO MODERATOR ESTO

  7. #7
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    Dunque Savoia1948, quello è un cavalletto metallico per tiri preparati. Era montato su di un supporto di legno sul quale poteva essere brandeggiato, ruotandolo intorno ad un perno anteriore e bloccato in posizione di puntamento mediante la grossa vite sul retro. Le armi fissate sul cavalletto (non necessariamente dei fucili con ottica) erano usate per tenere sotto tiro punti prestabiliti, sparando numerosi colpi in rapida successione senza dover puntare ogni volta; servivano prevalentemente di notte o in condizioni di scara visibilità* per interdire i passaggi obbligati sui quali erano state puntate in precedenza durante il giorno.
    Ciao
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  8. #8
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    Ecco la foto di un cavalletto per tiri preparati au. Ha il brandeggio e l'alzo regolabili, nonché il sistema di caricamento e sparo automatico azionando la leva superiore.

    Cerco "avidamente" copricapi italiani, soprattutto Alpini, ed austro-tedeschi fino al 1945 nonchè foto italiane e austriache della Zona Carnia, Alto Isonzo e occupazione austro tedesca del Friuli I° guerra mondiale, foto Alpini divisione Julia e occupazione tedesca Friuli fino al 1945.

  9. #9
    Utente registrato L'avatar di mauro
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    Ciao a tutti!
    Questo dovrebbe essere l'italiano...




  10. #10
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    ....Lafitte ma conti di restaurarlo? Mauro , bello il nostro forse un po'meno chiaro il funzionamento, vi ringrazio, sono soddisfatto; non voglio sbagliarmi se la memoria non mi inganna lo SMAL di Terni credo abbia in mostra qualche buon esemplare d'arma munita di ottica. Grazie per le risposte, SAVOIA1948
    QUANTO MAIOR ERIS, TANTO MODERATOR ESTO

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