Risultati da 1 a 1 di 1

Discussione: Luisa Zeni: spia, infermiera e patriota

  1. #1
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
    Data Registrazione
    Jan 2012
    Messaggi
    4,909

    Luisa Zeni: spia, infermiera e patriota

    Nata ad Arco di Trento nel 1896, prestissimo orfana di madre, Luisa Zeni viene allevata dal padre e dallo zio ex- ufficiale garibaldino in una atmosfera di fervente italianità. Suddita dell’ impero austro- ungarico ma profondamente irredentista, nel 1914 passa il confine, aderendo appena diciannovenne al Comitato degli Irredenti Adriatici e Trentini (fondato a Milano da Cesare Battisti, al civico 14 di via Silvio Pellico). Nella città lombarda svolge attività di propaganda a favore dell'intervento italiano nella 1^ guerra mondiale. Nel 1915 vi è reclutata come spia dal colonnello Tullio Marchetti, capo dell’ Ufficio Informazioni del Regio Esercito. Luisa accetta di fornire informazioni sul movimento delle truppe nemiche fra Ala e il Brennero. Il 22 maggio 1915 passa il confine entrando in territorio austriaco nella zona di Ossenigo. Ha documenti falsi, una pistola, inchiostro simpatico e - occultati all’ interno dei bottoni - gli indirizzi degli agenti italiani in Svizzera. Intercettata e fermata da una pattuglia austriaca, si presenta come Josephine Müller, dichiara di essere fuggita dall'Italia per rientrare in Austria. Accompagnata ad Ala e perquisita, i documenti falsi reggono all'esame e viene fatta proseguire. Raggiunge Innsbruck in treno e scende all'Union Hotel, frequentato dagli ufficiali dei comandi stanziati in città. Conoscendo perfettamente la lingua e il territorio, nel corso delle settimane seguenti la Zeni raccoglie numerose informazioni che usando un apposito cifrario comunica ai suoi referenti. Recluta inoltre giovani di etnia italiana costituendo tra molte difficoltà una rete spionistica. Scopre la presenza di numerose truppe tedesche giunte via Brennero e ne comunica gli spostamenti alle nostre autorità servendosi del cifrario in suo possesso. Arrestata alla fine di luglio, riesce a discolparsi, scampando così la sorte di altre spie avviate all'esecuzione in quello stesso periodo. E’ però continuamente pedinata dal controspionaggio austriaco, che sospetta di lei. Il 6 agosto 1915 elude la sorveglianza travestita in abiti maschili e raggiunta a piedi una piccola stazione fuori città, sale su un treno diretto in Svizzera passando il confine a Feldkirch. Rimpatria immediatamente in Italia attraverso il territorio elvetico neutrale. Il colonnello Marchetti la accoglie a Milano il 15 agosto 1915 per un dettagliato rapporto scritto sulle sue attività, dopodichè la libera da ogni obbligo verso i servizi. La carriera da spia di Luisa Zeni è durata in tutto meno di tre mesi. Nell'inverno del 1915 frequenta la scuola per infermiere della CRI. Inizialmente assegnata a un ospedale da campo al fronte, su sua specifica richiesta è trasferita in un nosocomio riservato a militari incurabili, affetti da gravi malattie infettive. Vi presta servizio sino alla fine del conflitto, contraendovi però la tbc. Pur minata nel fisico, quando D’ Annunzio marcia su Fiume per rivendicarne l’ italianità, non esita a unirsi ai legionari. Raggiunta con mezzi propri la città assediata, non si limita a curare malati e feriti (insieme ad un’ altra crocerossina presente in loco). Forte della sua precedente esperienza spionistica, indossa una uniforme da ferroviere e percorrendo nottetempo la strada ferrata con una lanterna, esce più volte da Fiume per recare in Italia direttive ai sostenitori di D’ Annunzio. In varie occasioni sfugge rocambolescamente alle pattuglie dell’ esercito regolare. Tornata nel suo Trentino per l’ aggravarsi delle sue condizioni di salute, è ricoverata quasi ininterrottamente in vari sanatori. Quando il regime fascista - rivalutata a posteriori l’ impresa fiumana - ne riabilita pienamente i partecipanti insignendoli di una specifica onorificenza, a Luisa viene concessa anche la M.A.V.M. a compendio degli atti di valore compiuti tra il 1915 e il 1920. Le autorità devono però faticare non poco nel convincere la donna - ormai totalmente invalida - ad accettare un modesto vitalizio, perché possa continuare a curarsi. Luisa Zeni muore di tubercolosi all’ inizio del 1940.
    • Per poter visualizzare questa immagine devi essere registrato o fare il login



Tag per questa discussione

Permessi di scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •