“CREDERE”
Inno-Marcia della Scuola Allievi Ufficiali di Casagiove (Caserta)
Caserma “De Martino”
Anno: 1942
Versi: A.U. Floriani Gianni da Padova
Musica: A.U. De Santis Giuseppe da Ascoli Piceno
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Credere, obbedir
vincere o morir
per la grandezza della nostra Italia.
Fremono d’ ardor
tutti i nostri cuor
in un desiderio di battaglia.
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Noi siamo i baldi fanti
del battaglione allievi
siamo goliardi in armi
eterna gioventù.
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E passeranno i giorni
di studio e di lavoro,
e poi saremo adorni
di bei galloni d’ oro.
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Lasciato il vecchio libro d’ istruzione,
quel libro che la guerra ci insegnò,
combatteremo in testa ad un plotone,
col volto fiero e il cuore pien d’ ardor.
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Emuleremo i nostri padri fanti,
fanti temprati al carsico furor;
nuova vittoria il fante d’ Italia
ancor conquisterà.
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Il testo dell’ inno è estratto dal libro:
Almerigo De Lucia – Un frammento di vita – L.E.R. – Napoli, 1997
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Almerigo De Lucia, classe 1921, originario di S. Maria a Vico (Caserta).
Studente universitario è chiamato alle armi nel 1941.
Allievo della Scuola A.U. di Casagiove dal 1942.
Nominato Sottotenente di complemento il 10/1/ 1943.
Assegnato al XVI° Settore di Copertura G.A.F. al Deposito settoriale di Tolmezzo (UD).
Il 24/4/1943, comandante di autocolonna in trasferimento verso la zona del Predil (nella provincia annessa di Lubiana) è investito da scoppio di una mina anticarro posata dai partigiani slavi.
Gravemente ferito al volto ed agli arti inferiori è ricoverato al Centro Mutilati di Milano e subisce vari interventi di chirurgia plastica per la ricostruzione della mandibola.
Trasferito all’ Ospedale Militare di Lecco in convalescenza, l’ 8 settembre 1943 dopo la fuga di medici e degenti, con pochi altri mutilati gravi protegge la struttura dai saccheggiatori fino all’ arrivo dei tedeschi.
Dimesso al termine delle cure, nel 1944 è collocato in congedo definitivo e l’ ENR lo riconosce non idoneo al servizio attivo.
Insegna materie letterarie come supplente in un istituto superiore di Lecco.
Pur considerando la Repubblica Sociale necessaria al ristabilimento dell’ ordine, alla tutela delle popolazioni e alla continuazione della guerra contro gli angloamericani invasori, non aderisce al PFR sentendosi ancora vincolato dal giuramento da ufficiale prestato al Re.
Iscritto alla Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, operante al nord sotto la presidenza del cieco di guerra M.O.V.M. Carlo Borsani.
Parla ripetutamente da Radio Milano nella rubrica <<L’ ora del sacrificio>>, trasmissione per i mutilati realizzata dall’ EIAR repubblichina e dall’ ANMIG che andava in onda alle ore 19.
Collabora ad una rivista bilingue italo-tedesca non specificata (Signal?) e nel corso di manifestazioni patriottiche conosce Borsani, Pavolini, Borghese e il filosofo napoletano Edmondo Cione.
Nel giugno 1945 rientra fortunosamente in famiglia, presentandosi al Distretto militare di Caserta.
Discriminato dalla Commissione del R.E. che lo considera in congedo assoluto dall’ 8/9/1943.
Laureatosi in Lettere nel 1946, si iscrive anche a Giurisprudenza dando numerosi esami. Quello stesso anno partecipa al concorso della Pubblica Istruzione, ottenendo una cattedra.
Insegna Italiano nei licei classici di Benevento e Caserta.
Dal 1950 pubblica in proprio romanzi e saggi letterari.