Metallurgica Bresciana già Tempini
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Il mortaio d'assalto Brixia Modello 1935 era un mortaio leggero italiano di piccole dimensioni, con alta cadenza di fuoco, utilizzato nel corso della seconda guerra mondiale.Fu impiegato per la prima volta nella guerra d'Etiopia e, successivamente, nella guerra civile spagnola dal Corpo Truppe Volontarie. Di fatto divenne il principale mortaio leggero del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, in servizio sia nella fanteria che con i guastatori. Furono presto ritirati dalla prima linea in Nordafrica ed in Russia, rimanendo più a lungo in servizio sui fronti balcanico, alpino e siciliano.L'Esercito greco ne ebbe un nutrito numero gia' prima della guerra e fece vedere la sua efficacia contro gli italiani in Albania e Macedonia.
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A livello tattico, il Brixia era inizialmente assegnato al
plotone mortai di ogni battaglione di fanteria, su tre squadre con 14 uomini e tre mortai ciascuna, che venivano aggregate al bisogno alle compagnie. Successivamente venne assegnata una squadra direttamente ad ogni compagnia di fanteria.La complessità, la gittata limitata e la ridotta potenza della granata da 45 mm limitarono fortemente le prestazioni dell'arma, soprattutto in confronto a quelle ottime date dai mortai medi da 81 di derivazione francese contemporaneamente in servizio nel Regio Esercito e dai mortai leggeri francesi da 60 mm in servizio (su licenza) in molti eserciti europei e in quello americano. Nel dopoguerra rimase in servizio con l'Esercito Italiano fino agli anni cinquanta.Rispetto agli altri mortai, la particolarità dell'arma era dovuta al fatto che per il lancio del proietto si adoperava una cartuccia di lancio separata, anziché il classico meccanismo "a caduta" con carica di lancio integrata nel codolo della bomba; in conseguenza di ciò, era possibile anche il tiro "teso" diretto, che ne aumentava la gittata in assenza di ostacoli da superare col tiro curvo da mortaio.Spingendo in avanti la manovella sulla destra del castello tramite bielle si sposta in avanti la canna, aprendo così la culatta per l'inserimento di un singolo colpo, e si arretra l'otturatore. Tirandola indietro, la canna arretra chiudendo la culatta, mentre l'otturatore avanza, camerando la cartuccia con la carica di lancio; nell'ultimo tratto di corsa dell'otturatore, la leva di scatto si solleva liberando il percussore, che innesca la cartuccia. I gas di sparo, attraverso gli ugelli, passano nella canna e lanciano la granata.Gruppi ben addestrati potevano raggiungere ratei di fuoco di saturazione fino a 18 colpi per minuto (25-30 teorici), mentre in fase di aggiustamento del tiro era di 6-8 colpi al minuto.
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Il Brixia impiegava una granata da 45 mm, formata da un corpo bomba in acciaio con spoletta avvitato ad un governale a quattro alette. La versione da guerra Mod. 35 pesava 480 g, dei quali 70 costituiti dalla carica esplosiva in tritolo e binitronaftalina, ed aveva un raggio utile di 20 metri;era riconoscibile per il corpo bomba nero e le alette rosse. La Mod. 39 differiva per alcuni accorgimenti introdotti dopo alcuni casi di incidenti e scoppi prematuri. Oltre al proietto esplodente erano disponibili una bomba da esercitazione con carica ridotta, riconoscibile dal corpo nero e le alette gialle; una bomba fumogena, riconoscibile dal colore nero delle alette; una bomba inerte, con zavorra in luogo della carica, spoletta finta ed alette color alluminio.Le munizioni erano trasportate in cassette spalleggiabili, contenenti 30 bombe, tre caricatori e 30 cartucce. Ogni mulo porta-munizioni trasportava tre cassette.
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La carica di lancio era contenuta in una cartuccia da 8 × 50 mm, con
bossolo in ottonecrimpato senza palla, contenente 1,55 grammi di balistite. Le cartucce venivano inserite nell'arma tramite caricatori da 10 colpi.
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PaoloM