Da corazziere argentati?
Da corazziere argentati?
CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?
Vetterli...
CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?
Sembrerebbe un 70/87.
Il problema con le foto ed anche con eventuali ritrovamenti è che non se ne può conoscere l'origine.
Potrebbe essere semplicemente uscito da qualche caserma o deposito italiani, dato che dei lanci se ne parla nella sola memorialistica resistenziale, mentre nei documenti alleati non viene mai citato, tanto meno si parla dei rifornimenti di cartucce in 10,35.
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
Torno all'inizio della discussione, ovvero alle foto delle presunte fabbriche d'armi partigiane. Riguardandole bene (la fonte è l' opera in due volumi STORIA DELLA RESISTENZA - ED. RINASCITA) devo darti ragione - meglio tardi che mai - probabilmente sono foto propagandistiche scattate all'epoca o ricostruzioni apologetiche post-25 aprile. Non ci sono tracce di una produzione reale e la foto dell'officina coi macchinari e un pugno di persone non certo al lavoro lo conferma.
CHISSA' A QUALE DI QUESTI ALBERI CI IMPICCHERANNO?
Con molto ritardo , e con l'aiuto di un amico che ringrazio molto, riesco ora a mettere delle foto dei fantomatici sten autoprodotti dalla resistenza in piemonte , in particolar modo nella zona di biella.
Kanister ho letto che , in una discussione di anni fa riguardante delle armi simili a sten prodotti negli stabilimenti fiat , descrivevi il mitra presente in 2 delle foto qui postate.
Tra gli appartenenti alla resistenza Biellese veniva chiamati mitra NEDO
La penna è un altro progetto dei partigiani biellesi, uma sorta di FP45 liberator nostrana.
Non sapevo dell'utilizzo di armi del genere durante gli anni 60'.
Cercando in rete ho trovato qualche informazione ma nulla di preciso.
Erano abbastanza diffuse, ma soprattutto in .22 (non ricordo quale esattamente, short, LR, o cosa).
Era comunque arma da criminalità, più che altro.
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
Ho trovato delle notizie infatti che rimandavano all'utilizzo di quest'arma solo in ambito di criminalità organizzata. Un articolo in particolare attribuisce la paternità di questo oggetto ad un certo Guglielmo Ponari , catanese di origine , che le produsse negli anni 60' a torino , luogo in cui lavorava all'epoca.
Ponari riforni con la sua creazione le armerie del clan mafioso catanese operante sempre nel torinese.
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