Non ho altri particolari al riguardo...
Non ho altri particolari al riguardo...
Non ricordo se ne ho già discusso qui o su altri pianerottoli.
Comunque la sensazione che si ricava da questa foto è che si tratti solo di un fotomontaggio, in quanto gli strumenti che si vedono non consentirebbero minimamente la costruzioen di uno Sten, anche se si tratta dell'attrezzo più semplice possibile.
Si legge in tutti i casi che Sten sarebbero stati costruiti ad Alba, a Torino, in uno stabilimento di una nota carrozzeria,.....insomma in parecchie località. Però non è mai emerso nulla che confermasse le chiacchiere.
Anzi, è questa una cosa che mi incuriosisce: in altre nazioni, ad esempio Danimarca, Norvegia, Polonia,.... sten ne sono stati prodotti e parecchi e ne esistono esemplari nei musei.
In Italia sembra che non si sia andati oltre alle chiacchiere: ma forse era più comodo attendere i lanci e lamentarsi se tardavano.
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
Di voci che parlano di Alba in effetti ce ne sono parecchie, compresa quella del Mauri.
Ma, attenendosi alla realtà dei fatti quoto Kanister in quanto gli esemplari sono dei "fantasmi".
Max
Frangar non flectar
Anche se in ritardo di qualche anno provo a partecipare anche io a questa discussione.
Per prima cosa buongiorno a tutti, sono Tommaso e mi sono iscritto da pochissimo al forum.
Riguardo all'argomento delle fabbriche clandestine di armi, da informazioni raccolte nel tempo da persone che hanno vissuto quel periodo sapevo che giá nella primavera ed inverno del 43/44 alcuni partigiani avevano armi in tutto e per tutto uguali allo sten fabbricate in piccole officine meccaniche delle varie zone di operazione.
Sapevo anche di personale dei gruppi di resistenza addestrato dagli inglesi alla produzione sul campo di questi tipi di pistole mitragliatrici( lo stesso personale addestrato durante la guerra si è continuato a dilettare nella produzioni di questi affari anche nel dopo guerra)
Forse un caro amico ha un immagine in cui si vede uno di questi Sten nostrani ma devo chiedere il permesso di pubblicarla.
Penso che il problema maggiore per quanto riguarda il fatto che non ne sono giunte fino hai giorni nostri molte, si debba imputare per lo più al fatto che nel periodo 43/44 i gruppi di resistenza abbiano subito delle operazione di rastrellamento di vista entità che portarono alla cattura di numeroso materiale e in seconda battuta al fatto che nell'inverno a cavallo tra 44 e 45 gli inglesi rifronirono abbondantemente le varie unità di partigiani di questo tipo di arma con aviolanci clandestini.
Se fossi stato io e mi fossi trovato a scegliere tra uno sten fatto in qualche officina meccanica del posto con materiali di risulta e uno sten arrivato dal cielo e prodotto dalle fornite fabbriche inglesi avrei scelto sicuramente lo sten di sua maestà lanciando via il mitra nostrano.
Tommaso
Premesso che tutto è possibile vorrei però far notare che di quei pochi Variara prodotti (e di cui non si conosce quasi nulla, solo ipotesi) molti sono finiti in esibizione in vari musei ed ogni tanto qualcuno viene ritrovato ancora oggi.
Invece di questi fantomatici Sten non se ne trova traccia se non nelle memorie partigiane, nemmeno in documenti ufficiali (per quanto ufficiali potessero essere i documenti partigiani).
Lancio un'ipotesi, senza alcuna prova: e se gli Sten fossero stati invece i Variara?
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
La tua ipotesi potrebbe corrispondere a verità. La cultura militare dell'epoca dei più era davvero bassa ed è plausibile che con il nome sten le persone indicassero armi diverse ma simili tra loro.
Sarebbe bello trovare del materiale fotografico partigiano del primoinverno di guerra civile.
Proveró a chiedere ad un amico che ne possiede perché sarebbe bello riuscire a trovare una risposta all'interrogativo di inizio conversazione.
Una certa iconografia la possiedo pure io e molta l'ho utilizzata per il mio libro sull'argomento.
Ma d'altra parte se di copie pedisseque dello sten si fosse trattato sarebbe ben difficile capirlo da una foto.
Mentre tutte le altre armi sono facilmente riconoscibili e di Variara in foto d'epoca ne ho trovata solo una.
Ricordiamoci che i primi sten in Piemonte giunsero solo nel febbraio 1944 ed i primi "missionari inglesi" solo nell'agosto 1944.
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
Come si intitola il libro che hai scritto sull'argomento?Lo leggerei molto volentieri.Si come scrivi l'unico modo per capire veramente l'origine nostrana o inglese di due sten sarebbe possibile solo in presenza o no dei punzoni che come hai ben detto non possono essere evinti semplicemente da una foto.Tommaso
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Per quanto riguarda il rifornimento di sten alle forze partigiane che citi te del febbraio del 44' posso chiederti con che modalità avvenne e in che zona del piemonte?
Il metodo di rifornimento fu il classico aviolancio?
Il libro era "Le armi dei partigiani" ma è ormai esaurito e l'editore è sparito. Forse puoi trovare l'edizione in inglese "Italian partisan weapons" edita da Schiffer.
L'aviolancio avvenne in Valcasotto. (Vado a memoria, se occorre posso cercare data e zona di lancio).
Non vediamo la storia per come è ma per come siamo.
Proverò a recuperare il libro in inglese ed a controllare dove rimane Valcasotto.
Ti ringrazio nuovamente per le informazioni.
Tommaso
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