GLI AZZURRI GONDARINI
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Questi sono gli “Azzurri” gondarini,
protesi verso fausti destini,
fidenti nelle proprie invitte ali,
operanti per le glorie finali.
Le ali son poche, quest’ è vero,
ma bastano per far vedere nero
agli inglesi ed ai “liberi francesi”
che, con rostri ed artigli ben protesi,
tentan squassare i nostri bei ridotti
e ne tornan, sovente, ad ossi rotti !...

Questi sono gli “Azzurri” gondarini,
cuori d’ acciaio sempre leonini !...
Le nostre ali son ben collaudate
e nella lotta sempre ritemprate;
il nostro nido giace in mezzo al piano,
ed il nemico lo tartassa invano ;
pugnace li nostro nido ancor si mostra :
da esso i falchi s’ alzano alla giostra,
e roteano e feriscono ed abbattono
i rapaci che in cielo in lor si imbattono !

Questi sono gli “Azzurri” gondarini,
di Gondar e Uolchefit i beniamini,
gente dura dinanzi a ogni nemico,
sia bianco, oppure nero… come il fico.
Gli artigli nostri incutono spavento,
spesso, il nemico, fila via col vento
per il terror della mitraglia nostra,
che gli occhi abbaglia e l’ anima gli prostra :
siamo il terror dell’ aviatore inglese
e del compare, “libero francese”.

Spesso con il nemico noi scherziamo
giocando a rimpiattino e lo beffiamo ;
s’ incaponisce lui, ma non ci trova,
e la “vacca” ed i “falchi” non iscova.
La “vacca”, bestia lenta e mansueta,
d’ età avanzata e d’ indole assai quieta,
è poderosa, e dura assai di pelle,
anche contro la “rogna” più ribelle !
Ama sovente far la passeggiata
dove la prode gente è ben piazzata.

A questa, coscenziosa, porta i “doni”,
a Gonella, ed ai suoi fieri leoni.
I “falchi” vivon sani e vigorosi,
sognano azzurro spazio e gloriosi
cimenti, paghi di strappar le penne
al nemico che si credeva indenne.
Tre falconier, provetti ed adusati,
scappucciano i rapaci ammaestrati,
che, occhieggiate le prede, prepotenti
partono come fulmini, irruenti,

e giuntele, in men che non si dica,
somministran la razion d’ ortica…
L’ ortica, assai pungente ed irritante,
lascia un segno indelebile e frizzante.
( E’ perciò che, talvolta, l’ avversario
fa visite fugaci e fuor d’ orario ! )
Questi sono gli “Azzurri” gondarini,
che in volo, come in terra, han gli occhi fini.
( Lo sanno bene gli aviatori inglesi
e i lor compagni “liberi francesi” ! )



Gente dura a morir, gente ridente,
ch’ è di fegato sano e cuore ardente ;
che miracoli fa sulle vecchi’ ali
e… fa pasti, con molti… cereali !
Tira, pur di resistere, la cinghia ;
rosicchia l’ unghia, ed al nemico ringhia !
L’ occhio vivido fissa al Tricolore,
sicura di vederlo vincitore.
Questi sono gli “Azzurri” gondarini,
ch’ hanno fede nel Re ed in Mussolini !

Aeroporto di Gondar, 27 luglio 1941 – XIX.

Col. D. Busoni
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NOTA:
Il testo descrive in maniera efficace la vita dei piloti italiani a Gondar assediata ma richiede comunque alcune spiegazioni:
- Il “nido in mezzo al piano” era il campo d’ aviazione nella pianura davanti Gondar, oggetto di numerosi attacchi a sorpresa da parte degli aviatori inglesi e degaullisti, nel tentativo di metterlo fuori uso.

- I “falchi” erano gli ultimi tre caccia biplani Fiat CR superstiti, continuamente spostati e mimetizzati per sfuggire ai bombardamenti aerei nemici.

- La “vacca” era l’ unico trimotore Caproni CA 133, più volte mitragliato e dato per distrutto dagli inglesi ma caparbiamente riparato e rimesso in condizioni di volo dagli specialisti della R.A. attingendo per i ricambi ai rottami di altri velivoli.

- La “passeggiata” erano gli sporadici voli con i quali il CA 133 riforniva di cibo e munizioni il presidio isolato di Uolchiefit.

- “Gonella ed i suoi fieri leoni” erano i difensori di Uolchiefit.

- I “pasti con molti… cereali” descrivevano la grave situazione alimentare nella città assediata, costretta a dipendere da sporadici rifornimenti aerei tramite SM 82 provenienti dall’ Italia. La progressiva riduzione delle razioni portò truppe e popolazione civile ad adottare le abitudini alimentari indigene, il tipico pane etiopico, la burgutta, minestre di cereali e poco altro. I pochi alimenti sostanziosi disponibili e la carne del bestiame macellato erano riservati a bambini, malati e feriti.