L’ immagine è tratta dal volume in lingua inglese intitolato “The ultimate book of spy” di H. Keith Melton, commentato da William Colby (ex- direttore della CIA) ed Oleg Kalughin (ex- generale del KGB). Nel capitolo dedicato alle armi da fuoco appare la foto di questa Beretta 34 fabbricata nel 1941. Secondo l’ autore si tratterebbe di una pistola con silenziatore appartenuta all’ O.V.R.A. e catturata nel 1945. La traduzione della didascalia inglese dice quanto segue:
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LA POLIZIA SEGRETA DELL’ ITALIA FASCISTA
L’ Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell’ Antifascismo (O.V.R.A.) fu formata nel 1926 per sopprimere l’ opposizione al governo fascista italiano. Durante la seconda guerra mondiale l’ O.V.R.A. operò contro gruppi della resistenza nelle Alpi francesi e nei Balcani. L’ O.V.R.A. reclutò anche un certo numero di agenti doppi, che spiavano le attività del S.O.E. britannico in Italia. Alcuni membri dell’ O.V.R.A. rimasero leali al regime fascista italiano sino alle fasi finali della guerra. La pistola mostrata qui era in possesso di un team dell’ O.V.R.A. guidato da un ufficiale tedesco.
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Mi permetto di fare alcune considerazioni al riguardo. Anzitutto che l’ estensore del testo sopraindicato semplificando un po’ troppo le cose ad uso del pubblico anglosassone, ignora il fatto che durante la seconda guerra mondiale le attività di sicurezza, spionaggio e controspionaggio italiane oltre che dall’ O.V.R.A. venivano portate avanti da una molteplicità di enti e agenzie a volte in concorrenza tra loro tra i quali SIM; Ufficio statistico dei CC.RR.; Ufficio politico investigativo (UPI) della Milizia. Dopo l’ armistizio poi, oltre al Servizio informazioni difesa (SID) della Rsi e ai servizi di controspionaggio dipendenti da esercito, marina e aeronautica repubblicani operarono contro partigiani e agenti alleati sul nostro territorio decine di altre sigle più o meno autonome dipendenti dalla GNR, dalla Polizia, dall’ I.S.P.A. e dalla Muti, senza contare le varie “bande” al soldo dei tedeschi. Questi ultimi poi, operavano in proprio grazie alle varie reti di spionaggio delle loro forze armate e di polizia (WH; LW; WM; SS; SD; Polizei; Polizia militare; l’ Abwehr di Canaris; l’ omologa struttura di Kaltenbrunner) o collaboravano con singoli agenti italiani e unità ritenute affidabili, come la X^ M.A.S. e le “Volpi Argentate” o infine creavano autonomamente unità formalmente italiane ma eterodirette dai nazisti. E’ il caso della struttura cui appartenne Giorgio Pisanò, che seppur arruolatosi nell’ N.P. della X^ e poi nelle Brigate Nere, durante le missioni effettuate oltre le linee alleate dipese ufficialmente dai capi dell’ organizzazione italiana C.D.F.C. (Compagnia del Fascio Crociato), quest’ ultima però nient’ altro che un nome di copertura per l’ unità tedesca “Kommando Cora”, diretta da un ufficiale della LW. Insomma, le cose erano complicatissime, capire chi fossero davvero gli “agenti italiani comandati da un tedesco” dei quali parla la didascalia mi sembra arduo. In secondo luogo mi lascia perplesso nella foto l’ indicazione di un “O.V.R.A. crest” ovvero di uno stemma dell’ O.V.R.A. visibile sul silenziatore. L’ O.V.R.A. aveva un proprio fregio? E anche se fosse così, era sensato riportarlo su armi e materiali destinati a operazioni riservate, alla faccia della segretezza? Mi sembra più probabile che si tratti dello stemma di stato o della FF.AA. prima utilizzatrice del silenziatore, o anche della fabbrica o arsenale militare che lo aveva costruito. Bisognerebbe vederlo per capirne di più. Qualcuno ha notizie al riguardo? Grazie.
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