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Discussione: Palloni bomba giapponesi

  1. #1
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Palloni bomba giapponesi

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    Concettualmente esistevano due tipi di pallone : gonfiati con
    idrogeno trasportavano, agganciati ad una ruota con quattro raggi, sia il carico offensivo che la zavorra (costituita da sacchetti di sabbia). Al di sopra di questa struttura circolare era posizionata l'unità di controllo che, rilevando l'altitudine del volo, interveniva facendo cadere due sacchetti di sabbia nel caso il pallone scendesse sotto i 9 000 m di quota (le funi venivano recise mediante piccole cariche esplosive attuate elettricamente) oppure azionava la valvola di sfiato dell'idrogeno nel caso la quota avesse superato gli 11 600 m. Dopo tre giorni di volo (tempo sufficiente per raggiungere il territorio nordamericano) l'unità di controllo attivava una miccia collegata ad una piccola carica che provocava la distruzione dell'involucro del pallone, facendo così cadere al suolo il carico bellico offensivo.Quest'ultimo era costituito da due bombe incendiarie e da una singola bomba a frammentazione del peso di 15 kg. Il peso degli esplosivi trasportati, della zavorra e dell'unità di controllo raggiungeva i 450 kg per cui i palloni, per poter adempiere al compito per il quale erano stati realizzati, dovevano avere un diametro di circa 10 m ed un volume di 540 m3.Dal punto di vista strutturale i due diversi tipi di pallone (sull'identificazione dei quali le fonti reperite si trovano agli estremi opposti) differivano tra loro per il materiale impiegato per la realizzazione: in un caso l'involucro era costituito da tela di seta rivestita in gomma, mentre nel secondo caso (al fine di ridurre i costi) il pallone era costituito di fogli di washi, un tipo di carta ottenuta dalle fibre di gelso da carta, tenuti insieme da una colla vegetale ottenuta dal Konjac (una pianta della famiglia delle Araceae), nota in Giappone come Lingua del Diavolo.
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    I primi lanci di palloni dotati di ordigni risalgono al novembre del 1944
    . Le basi di lancio erano situate lungo la costa orientale del Giappone: Nakoso (nella Prefettura di Fukushima), Ichinomiya e Ōtsu.Il reale effetto dei lanci è di difficile ricostruzione: da un lato la vastità del territorio interessato, dall'altra la coltre di silenzio che le autorità statunitensi e canadesi richiesero ai mezzi d'informazione hanno contribuito a ridurre o confondere le informazioni disponibili in materia. Le stesse fonti reperite forniscono, ancora una volta, dati tra loro discordanti: si va dai 258 rinvenimenti accertati su tutta la costa del continente americano (dall'Alaska al Messico settentrionale) ai 361 casi acclarati sul continente, cui sarebbero da aggiungere 210 palloni ripescati in mare e circa 100 esplosi (o fatti esplodere) in volo.L'unico evento, di cui si ha notizia, che provocò vittime civili è fatto risalire (in questo caso in maniera concorde) all'esplosione di un pallone avvenuta il 5 maggio 1945 nei dintorni di Bly (piccola località della contea di Klamath, nell'Oregon) che fu rinvenuto da un gruppo di giovani durante una gita parrocchiale: l'oggetto sconosciuto attirò l'attenzione dei membri del gruppo che incautamente causarono lo scoppio degli ordigni ad esso collegati, provocando così la morte di cinque ragazzini.Il risultato di maggior effetto ottenuto da un pallone bomba, tenuto comprensibilmente nella massima segretezza da parte delle autorità degli Stati Uniti, venne conseguito il 10 marzo del 1945 quando l'esplosivo portato da uno dei palloni provenienti dal Giappone causò l'interruzione della linea elettrica che alimentava l'edificio contenente il reattore nucleare situato nell'Hanford Site, nel quale (nell'ambito del Progetto Manhattan) avveniva la produzione del plutonio che sarebbe stato successivamente impiegato per la realizzazione della bomba lanciata sulla città di Nagasaki. Nella seconda di metà di gennaio del 1945 le autorità militari affidarono alla Fourth Air Force il coordinamento della difesa contro i palloni-bomba. Il lasso di tempo trascorso tra i primi avvistamenti e la reazione articolata dell'aviazione fu causato sia dall'incertezza circa la provenienza della minaccia che dalla difficoltà nel comprenderne gli obiettivi. Nessuno inizialmente credeva che i palloni potessero arrivare direttamente dal Giappone, ma piuttosto si pensava che fossero lanciati da unità sbarcate sulle coste da parte di sommergibili. Teorie più fantasiose sostenevano che i palloni potessero essere frutto dell'operato di prigionieri di guerra tedeschi o di nippo-americani trattenuti nei centri di internamento. Solamente le ricerche condotte dai componenti le Military Geological Unit (che studiarono la composizione della sabbia contenuta nei sacchetti per la zavorra dei palloni o le diatomee che questa portava con sé) riuscirono a stabilire l'origine precisa dei palloni, fino ad individuarne le spiagge. Solamente verso la fine di maggio del 1945 venne autorizzata la pubblicazione o la divulgazione di notizie inerenti agli attacchi subiti a mezzo di palloni: anche in questo caso, comunque, l'Ufficio per la Censura limitò l'accuratezza delle notizie, lasciando spazio a generiche informazioni che non permettessero al nemico di estrapolare dettagli concernenti i luoghi di atterraggio o i danni realmente causati alle persone o alle infrastrutture. (Contribution Via Web)



  2. #2
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    Palloni simili furono utilizzati durante la guerra fredda per lanciare oltre la cortina di ferro manifestini e in alcuni casi anche operatori dei servizi, partendo anche dalla Sardegna.

  3. #3
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Manifestini si. Ma operatori non mi risulta. Da dove viene la notizia?: PaoloM

  4. #4
    Moderatore L'avatar di Paolo Marzetti
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    Pare che venissero impiegati anche bambini per creare questi palloni:PaoloM
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