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Discussione: Ina Battistella, l' infermiera che prese il fucile...

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    Ina Battistella, l' infermiera che prese il fucile...

    Ina Battistella, giovanissima ma coraggiosa ragazza di idee patriottiche, ancora in tempo di pace si presta ad attraversare più volte il confine italo-austriaco, tenendo i contatti tra i circoli irredentisti e gli esuli rifugiati in territorio italiano. Contrabbanda oltre frontiera stampati e materiale di propaganda. Nel 1914, auspicando la prossima entrata in guerra dell’ Italia, si iscrive a un corso della CRI per infermiere volontarie. Nel 1915 è subito mobilitata in zona di operazioni in Friuli e si prodiga instancabilmente nel lenire le sofferenze dei soldati gravemente feriti, sotto i continui cannoneggiamenti austriaci. Per il suo comportamento fiero e dignitoso, il 30 luglio 1916 è insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare (M.B.V.M.) con la seguente motivazione:
    “Infermiera Volontaria nell’Ospedale della Croce Rossa nell’ospedale di guerra n. 1 di Cormons, compiva la sua nobile missione anche durante gli attacchi dell’artiglieria nemica alla città, infondendo col suo mirabile contegno la calma nei ricoverati, concorrendo all’opera soccorritrice con fermezza d’animo e sereno coraggio. Cormons, agosto 1915-marzo 1916”.
    Nel 1917 dopo la rotta di Caporetto è fatta prigioniera insieme a numerosi medici italiani e alcune crocerossine. Tutti vengono destinati all’ ospedale di Udine, ormai occupato dagli austroungarici. A differenza degli altri però, Ina si rifiuta da subito di curare i soldati nemici, anche sotto costrizione. Per lei la sola idea è ributtante, lo considera un tradimento verso i nostri combattenti. Il rischio di gravi rappresaglie è concreto, ma per sua fortuna, entrambi gli ufficiali medici chiamati a dirigere il nosocomio di Udine tra l’ ottobre 1917 e il novembre 1918 appartengono a etnie ostili all’ imperial-regio governo. Costoro - un ungherese e un cecoslovacco - solidarizzano apertamente con lei, permettendole di prendersi cura dei molti prigionieri di guerra italiani ancora presenti nella zona. Quando poi scoppia una furiosa epidemia di colera tra i civili italiani, depredati scientificamente di generi alimentari e ogni altro bene di valore, Ina Battistella allestisce nell’ ospedale una sezione di isolamento per i contagiosi, salvando molte vite e approfitta dei permessi di circolazione in bianco rilasciati dall’ autorità occupante per rifornire sottobanco i medici civili di disinfettanti e medicinali. Ma Ina non solo è ligia al suo dovere verso i compatrioti sofferenti e oppressi. Anche in prigionia continua a modo suo la lotta contro il nemico. Grazie alla relativa libertà di movimento fra prigionieri, soldati alla macchia e popolazione civile, incita sempre alla resistenza e alla lotta invitando a non disperare nella vittoria. Il 3 novembre 1918, le avanguardie del Regio Esercito sono già alla periferia di Udine ed Ina esce dall’ ospedale col proposito di accogliere festosamente le truppe liberatrici. Ma in strada sente dire dai passanti che un reparto austroungarico di etnia slava è sfuggito al controllo degli ufficiali, depredando negozi e case private al centro della città. Senza por tempo in mezzo accorre sul posto e insieme a pochi animosi, apre il fuoco sui saccheggiatori, ferendone alcuni e disperdendoli. Per quest’ atto di valore, viene insignita di una seconda decorazione, stavolta una Medaglia d’ Argento al Valor Militare (M.A.V.M.) concessa dalle autorità militari - bisogna dirlo - nell’ entusiasmo patriottico della vittoria nonostante non pochi malumori espressi dalla dirigenza della CRI per un comportamento definito “irrituale”. Comunque le viene dedicata anche la copertina del numero 51 de “La Domenica del Corriere” (22-29 dicembre 191 accompagnata dalla seguente didascalia:
    “L’Infermiera Volontaria Ina Battistella, ora decorata con Medaglia d’Argento al Valore, dopo essersi prodigata nell’ospedale contagiosi di Udine, all’alba della liberazione, generosamente si univa ai primi cittadini insorti per combattere e sbaragliare un battaglione austriaco che ancora resisteva “.
    Se il disegnatore Achille Beltrame la raffigura nell’ atto di sparare nascosta dietro ad un carro abbandonato, Ina Battistella stessa così narra il fatto nel libro di memorie che scritto nel dopoguerra:
    “Fin dal mezzogiorno gruppi di armati di nostri giovanetti o di soldati prigionieri giravano per le vie dando la caccia ai nemici nascosti. Noi osservavamo un nucleo di costoro che facevano resistenza da un baraccone là nelle vicinanze; e impegnatosi in breve un fuoco piuttosto vivo, vi partecipammo, due soldati dell’ospedale e io, da un abbaino dell’edificio stesso del Dante, mentre altri dei nostri facevano fuoco dalle finestre e dal tetto di una villa vicina, fino alla resa dei ribelli”.

    Ina Battistella muore ancor giovane nel 1927.
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