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Discussione: Ennio Talamini, eroe italiano in Olanda

  1. #1
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    Ennio Talamini, eroe italiano in Olanda

    L’ invasione tedesca dell’ Olanda nel 1940 e la creazione di un regime d’ occupazione furono un vero trauma per la popolazione olandese, nonchè per la nutrita comunità italiana residente nel paese. A quei tempi gli emigrati italiani erano principalmente operai, artigiani, carpentieri, ebanisti, camerieri e gelatai. Praticamente tutte le gelaterie d’ Olanda erano gestite da famiglie italiane. Da sempre disprezzati, dopo l' avvento al potere di Mussolini gli italiani all' estero apprezzarono il nuovo prestigio e la dignità del nostro paese, che si rifletteva anche sulla loro vita di tutti i giorni. Per questo tra tutte le strutture del P.N.F. all’ estero, quelle olandesi avevano la maggior partecipazione popolare e dopo l’ entrata in guerra dell’ Italia il 10 giugno 1940 numerosissimi giovani volontari si arruolarono nelle nostre FF.AA. proveniendo da quelle comunità. Ciò non toglie però che molti giovani di seconda o terza generazione, sentendosi più olandesi che italiani, parteciparono alla resistenza antinazista, alcuni perdendovi la vita. Dopo l’ armistizio la comunità italiana d’ Olanda fu tra le più attive nell’ adesione alla R.S.I. tanto che venne creato nel 1944 anche un piccolo reparto delle BB.NN. aggregato ai tedeschi e alla milizia di Mussert. Fu l’ unico caso di una unità armata del P.F.R. operante fuori dal territorio della R.S.I. se si eccettuano due piccoli reparti in Germania (Berlino e Wolfsburg). Il caso di Ennio Talamini (1909 – 1985) ha però dell' eccezionale. Rampollo di una affermata e benestante famiglia di gelatieri italiani di idee patriottiche che che aveva partecipato attivamente alla vita della comunità italiana e del fascio locale, al momento dell’ invasione nazista gestiva esercizi a Tilburg, Dordrecht, Delft, Breda e Rotterdam. Mantenendop buoni rapporti con le autorità d' occupazione germanica a coi collaborazionisti locali riuscì a salvare una cinquantina di connazionali evasi da campi di lavoro nazisti sul territorio olandese. Si trattava per la maggior parte di soldati e marò già di stanza nella Francia meridionale, catturati dopo l’ 8 settembre 1943. In seguito allo sbarco alleato in Normandia erano stati spostati sempre più a est seguendo la lenta ritirata delle truppe germaniche, fino a giungere in Olanda. Tra il 1944 e il 1945 il Talamini nascose per quasi un anno questi ex-militari sia presso casa sua a Dordrecht che in casa di famiglie olandesi fidate nelle campagne, pagando per il loro mantenimento e provvedendoli di denaro e documenti falsi. Anche quando l’ Olanda divenne essa stessa campo di battaglia, Talamini continuò a prendersi cura dei suoi protetti, organizzandone gli spostamenti dalle zone di combattimento e trovando loro nuovi nascondigli sicuri. Grazie alle sue buone entrature, riuscì ad ottenere la totale collaborazione e il tacito assenso della Legazione italiana nell’ Olanda occupata. I funzionari procurarono di buon grado documenti d’ identità, lasciapassare e passaporti italiani autentici ma intestati a nomi falsi. In questo modo, nei primi mesi del 1945 i cinquanta fuggitivi riuscirono ad arrivare “legalmente” nella Repubblica Sociale dopo un estenuante viaggio in treno attraverso Olanda, Germania e Austria. Figuravano a tutti gli effetti come membri della comunità italiana in Olanda, desiderosi di arruolarsi volontari nell’ E.N.R. ma naturalmente - una volta giunti nell’ Italia settentrionale passando il Brennero - raggiunsero le proprie famiglie o si diedero alla macchia. Se la storia finisse in questo modo sarebbe già eccezionale, ma ciò che accadde dopo ha quasi del sensazionale. Poco prima della partenza per l’ Italia uno dei prigionieri, ufficiale di marina, si confidò per la prima volta con Talamini. Dal giorno dell’ armistizio, cucito sotto la fodera del pastrano, egli aveva custodito all’ insaputa di tutti l’ insegna col leone di San Marco, appartenuta all’ omonimo Reggimento della fanteria di marina regia. Ora rientrando in patria temeva di venir perquisito e scoperto, chiese dunque a Talamini di custodire in un luogo sicuro la preziosa reliquia. E il gelataio, una volta di più, non si tirò indietro. Il vessillo, racchiuso in un contenitore a tenuta stagna, attraversò mezza Olanda pullulante di posti di blocco, praticamente sotto gli occhi dei tedeschi e dei collaborazionisti olandesi, nascosto in un insospettabile carrettino dei gelati, giungendo sano e salvo in casa Talamini. E alla fine della guerra, appena l’ Ambasciata italiana venne riaperta dal governo di Roma, fu prontamente restituito intatto. Subito dopo la liberazione dell’ Olanda poi, il coraggioso atteggiamento di solidarietà verso i prigionieri ebbe una ancora più clamorosa spiegazione: all’ insaputa di tutti il “camerata” Talamini aveva avuto in realtà un ruolo attivo - e non di poco conto - nei ranghi della Ondergrondse (l’ organizzazione segreta dei resistenti olandesi), come autista di uno dei maggiori capi partigiani, sino dal settembre 1943. Ciò grazie alla disponibilità di benzina per la sua automobile e dei permessi di viaggio rilasciatigli con larghezza dagli occupanti e dal governo collaborazionista. La sua possibilità di movimento quasi illimitata gli permise anche di tenere i collegamenti con gli agenti segreti alleati presenti nel paese. Nel dopoguerra Talamini rimase in contatto con i suoi beneficati, fornendo attestati utili a chiarire la loro situazione davanti alle nuove autorità italiane, nonché dichiarazioni comprovanti la dissociazione dai regimi fascista e nazista e la partecipazione attiva di alcuni di loro alla resistenza olandese. Ennio Talamini per il suo operato durante la seconda guerra mondiale ricevette lettere di encomio dal Comando olandese delle forze di liberazione, dall’ Ambasciata italiana e dal nostro Ministero della Marina. Nel 2009 la figlia Cecilia pubblicò in Olanda un libro a lui dedicato.
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  2. #2
    Utente registrato L'avatar di leandro53
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    Farò senz'altro delle ricerche su questo nostro conterraneo sicuramente nato o di famiglia originaria
    di Vodo di Cadore.
    Ho chiesto di poter gentilmente usare o citare gentilmente le preziose informazioni dateci da - Il Cav. _
    OT
    sicuramente un suo antenato era Don Natale Talamini (anche se nato a Pescul di Selva di Cadore)
    sostenitore dell'intervento antiaustriaco del 1848 ) colto sacerdote poeta- interventista e poi eletto Senatore del Regno
    e che poi per coerenza si dimise da tale carica con questo suo ultimo discorso:
    E si trovò ad essere espulso dalla Camera dei deputati che aveva sognato. La goccia che fece perdere la pazienza al Talamini fu il dover ammettere (forse prima a sé stesso che agli altri) ch’era stato gabbato ben bene, sicché, al termine d’un suo discorso alla camera, novello Savonarola, parlò chiaro e tondo: «Questo devo dirvi: date al popolo più pane e a lor signori meno puttane!».
    cicli e ricicli storici?

    scusate l' OT
    Leandro
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  3. #3
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    Storia molto interessante di cui ringrazio per la condivisione.
    sven hassel
    duri a morire

  4. #4
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    Leandro, le ho risposto in OT. Saluti.

  5. #5
    Utente registrato L'avatar di leandro53
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    ringrazio "Il Cav." per la disponibilità e l' articolo estratto verrà pubblicato citandoLo assieme al sito di milistory
    Leandro
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  6. #6
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    Sono Cecilia Talamini figlia di Ennio Talamini "eroe italiano in Olanda".
    Gradirei avere dettagli sull'autore dell'articolo per poterlo contattare in quanto io sono in possesso dell'archivio storico di mio padre.
    Oltre al libro " UN UOMO " ricordo di Ennio Talamini, pubblicato nel 2009, ho pubblicato nel 2013 "LIEBE TONI " e nel 2015 " LA SAGA DEI TALAMINI
    i Belfi e le Vare Alte"dove vengono citati i fatti con documentazione originali.
    Grata a quanti mi potranno aiutare.

  7. #7
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    cecilia, le ho risposto in privato.

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