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Discussione: Prigionia e morte del Duca d' Aosta

  1. #1
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    Prigionia e morte del Duca d' Aosta

    Dopo aver fermamente rifiutato la proposta Churchilliana di costituire un comitato “Italia Libera” sull’ esempio francese e battersi contro il fascismo a fianco dell’ Inghilterra (scelta che gli avrebbe assicurato il trono a guerra finita) fu relegato nella località keniota di Dònyo Sàbouk, in una villa requisita all’ ottuagenaria Lady Mac Millan. In quanto prigioniero il Duca dipendeva amministrativamente dal campo P.O.W. 357 di Mitubìri, dal quale riceveva ogni mattina viveri sfusi in natura, corrispondenti alla razione giornaliera. Infatti si temeva che la disponibilità in loco di maggiori scorte di cibo, specie scatolame e conserve, lo avrebbe spinto a tentare la fuga. Isolato dagli altri prigionieri di guerra italiani, privato della corrispondenza per ben sette mesi dopo la cattura, non poteva ricevere visite e gli era vietato allontanarsi dall’ ingresso della casa oltre 400 yarde (380 metri) se non previa richiesta al comandante inglese della guardia e sotto scorta armata di soldati di etnia kikuju. Eccezionalmente gli venne permesso qualche volta di recarsi a Nairobi con un pick-up guidato da un sottufficiale per piccole spese o necessità inderogabili, in quanto la lussuosa berlina concessagli dal comando inglese era spesso guasta o danneggiata dagli ufficiali addetti alla sorveglianza. Costoro, scelti (intenzionalmente?) tra i più rozzi beoni della guarnigione britannica si presentavano spesso e volentieri al suo cospetto in stato di grave alterazione etilica. Ne derivarono episodi spiacevoli, come quando l’ ufficiale in comando ebbe la franchezza di comunicare al suo augusto prigioniero che era impossibilitato a pranzare con lui <<avendo appena finito la mia diciottesima birra della giornata>>. Amedeo si consolava scrivendo memoriali in favore del rimpatrio dei prigionieri civili italiani, facendo sport, coltivando un minuscolo orto a integrazione della magra razione fornitagli e insegnando l’ inglese ai suoi ufficiali d’ ordinanza Danieli, Honorati e Tait. La domenica il cappellano militare della R. A. padre Nerva veniva a celebrare messa. Questa la vita del Duca d’ Aosta in prigionia, fino a che i sintomi del morbo tremendo che lo minava forse sin dall’ Amba Alagi, divennero evidenti sino a portarlo a morte.
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  2. #2
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  3. #3
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