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Discussione: La propaganda radiofonica per l' estero dell' EIAR nella 2^guerra mondiale

  1. #1
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    La propaganda radiofonica per l' estero dell' EIAR nella 2^guerra mondiale

    La propaganda radiofonica interna messa in atto dall’ Italia durante la 2^ guerra mondiale viene genericamente irrisa dalla vulgata antifascista postbellica, riducendola all’ infelice motto retorico “Dio stramaledica gli inglesi!” ideato dal giornalista del Popolo d’ Italia, Mario Appelius. Ma è un fatto che i nostri connazionali sin dai primi mesi del conflitto si abbeverarono bovinamente alle frequenze di Radio Londra, credendo alle false promesse dei propagandisti asserviti alla Gran Bretagna. A queste le nostre autorità non seppero replicare efficacemente, limitandosi alla stolida e ripetitiva propagazione di slogan fascisti, forse perché dopo vent’ anni di regime ritenevano gli italiani ormai ideologicamente saldi: mai errore fu più grande di questo. E’ anche vero però che in ambito EIAR le migliori professionalità ebbero modo di mostrare la loro efficacia propagandistica nelle trasmissioni dedicate all’ estero. Oltre alle normali emissioni e ai notiziari nella nostra lingua, diffusi per le varie comunità italiane all’ estero, sin dall’ inizio la maggiore attenzione fu posta verso le popolazioni musulmane del Medio Oriente, sottoposte al dominio britannico e verso il subcontinente indiano. Ciò trovò il suo culmine nel 1941/42 grazie agli accordi politici tra Italia fascista e leaders nazionalisti favorevoli all’ Asse, come Chandra Bose e il Gran Mufti di Gerusalemme. Dalle antenne del centro radio EIAR di Prato Smeraldo si trasmettevano a orari regolari, programmi in tutte le lingue dei paesi nemici e neutrali diffondendo il punto di vista italiano in tutto il mondo. Gli effetti non furono di poco conto. Come riportato nel dopoguerra dai nostri ex- prigionieri rimpatriati, la trasmissione “Radio Himalaya” era la più popolare in India non solo tra la popolazione, ma anche fra i soldati indiani, che la ascoltavano ogni qual volta era loro possibile, alle spalle degli ufficiali inglesi. Sempre nel 1941 iniziarono regolari trasmissioni per le popolazioni indigene dell’ A.O.I. occupata dagli inglesi e per i nostri concittadini rimasti in quel territorio, allo scopo di rassicurarli e incitarli alla non collaborazione col nemico. Singolare fenomeno fu invece quello delle trasmissioni dedicate agli Stati Uniti, dopo Pearl Harbour. Il propagandista più efficace della “Voice of America” era allora il sindaco di New York, Fiorello La Guardia. Ebbene per contrastarlo, fu creata una apposita trasmissione “L’ Italia parla all’ America” dove personalità italiane rimpatriate dagli Usa dopo la dichiarazione di guerra (ecclesiastici, industriali, artisti, semplici emigranti) polemizzavano sui guasti dell’ “American way of life” ponendo l’ accento in particolare sul razzismo a stelle e strisce. Senza contare la partecipazione alla propaganda radiofonica filo-italiana del poeta ed economista statunitense Ezra Pound, che continuò ininterrottamente le sue trasmissioni verso i paesi di lingua inglese sino al 1945, ciò costandogli l’ internamento in manicomio in Usa nel dopoguerra. Gli impianti a onde corte di Prato Smeraldo (progettati da Guglielmo Marconi) erano per l’ epoca all’ avanguardia, tanto che permettevano ai nostri tecnici di inserirsi in tempo reale nelle frequenze nemiche creando il fenomeno delle c.d. “voci fantasma” che a più riprese irridevano e contraddicevano ogni singola frase degli speaker angloamericani sgomentando gli ascoltatori. Gli impianti furono parzialmente danneggiati durante gli scontri tra italiani e tedeschi durante la difesa di Roma nei giorni 9-11 settembre 1943. Il trattato di pace del 1947 ci impose l’ abbattimento delle antenne e la demolizione delle strutture fisse, disperdendo quel prezioso know-how proprio a causa della sua efficacia in periodo bellico.
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  2. #2
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    Molto interessante. Grazie per la efficace e coinvolgente spiegazione
    sven hassel
    duri a morire

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