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Discussione: Tripolitania, 1921. Aviorifornimenti ad Azizia assediata.

  1. #1
    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    Tripolitania, 1921. Aviorifornimenti ad Azizia assediata.

    Oltre ad essere stati primi a fare uso dell’ aeroplano nel 1911 spettano ai militari italiani anche il primato nell’ aviorifornimento di una località isolata e nel trasporto per via aerea di truppe di fanteria. Dunque si può ben dire che paracadutisti (Castelbenito 193 e truppe aviotrasportate (Azizia 1921), cardini delle moderne FF.AA., nacquero entrambi in Libia con personale tratto dalle nostre valorose truppe coloniali. Nel 1921 la guarnigione italiana di Azizia fu isolata e circondata dai ribelli senussiti, che avevano interrotto la linea ferroviaria con Tripoli. Cinque bombardieri trimotori Caproni Ca.3 e una squadriglia di ricognitori monomotori SVA di stanza in Tripolitania vennero impiegati per garantire il costante afflusso di rifornimenti alla località assediata. In circa due mesi – dalla metà di febbraio alla metà di aprile – i Caproni trasportarono 40 tonnellate di derrate alimentari, 3 tonnellate di munizioni e materiali vari, attuando con successo la prima operazione di aviorifornimento mai tentata fino ad allora. Inoltre, sempre con gli stessi mezzi, fu trasferita in volo ad Azizia una intera compagnia di ascari eritrei, per un totale di 213 uomini. Nei voli di ritorno i Ca. 3 trassero in salvo 65 soldati italiani feriti e 53 civili (in gran parte mogli e figli degli ufficiali italiani del presidio). Quanto ai più piccoli SVA, anch’ essi furono utilizzati in emergenza per il trasporto di rifornimenti, con l’ espediente di legare strettamente con funi i sacchi di farina sul cofano motore dei velivoli. Certo era una soluzione assai precaria e in un caso l’ elica lacerando casualmente un sacco, provocò la fuoriuscita di una nube di farina e il conseguente azzeramento della visibilità. Ciò costrinse ad un atterraggio forzato nel deserto, peraltro senza gravi conseguenze per il pilota. Se questi episodi possono sembrare di poco conto in quanto i ribelli arabi non avevano una contraerea con la quale ostacolare i voli di soccorso si pensi a cosa voleva dire volare sul deserto, senza punti di riferimento, su logori aerei residuati della Grande Guerra, non progettati come aerei da trasporto e oltretutto pesantemente sovraccarichi di persone e materiali. Il rapido scioglimento del corpo aeronautico alla fine della 1^ g.m., il disinteresse dei governi parlamentari prefascisti e le gravi difficoltà economiche attraversate dal paese erano i motivi della scarsità di mezzi e truppe presenti in Libia (in realtà la nostra presenza si limitava ai centri costieri della Tripolitania, mentre l’ interno era in mano alle tribù più o meno ostili). Solo a partire dal 1922 col primo governo Mussolini, la riconquista della Libia divenne prioritaria nell’ agenda politica italiana, sviluppandosi ininterrottamente sino al 1927, ma si può dire che solo alla fine degli anni ’30 la “quarta sponda” risultò pienamente pacificata grazie anche all’ intelligente opera del governatore Italo Balbo, sostenitore di una politica di integrazione e assimilazione della popolazione locale che culminò nella cittadinanza italiana “speciale” concessa ai libici nel 1939.
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  2. #2
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    Notizia molto interessante, grazie della condivisione.
    sven hassel
    duri a morire

  3. #3
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    Era il 1922, non 1921.

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