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Discussione: Elicotteristi dei CC a Palermo nel 1959

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    Elicotteristi dei CC a Palermo nel 1959

    Sul numero del 6 giugno 1959 il settimanale illustrato “La Settimana INCOM” dedicava una paginata, col titolo <<Sbucati dal cielo per catturare il bandito>>, all’ arresto di un evaso latitante da tre anni da parte degli elicotteristi dei Carabinieri di Palermo. Riproduco le foto a corredo dell’ articolo con le loro didascalie originali dell’ epoca in quanto interessante testimonianza dei primordi dell’ adozione dei nuovi mezzi ad ala rotante in seno alla Benemerita. Ma vorrei anche far notare un particolare, diciamo così, antropologico. Nel suo pezzo il prudentissimo corrispondente INCOM da Palermo, pur esaltando a pieni turiboli l’ incessante sforzo per assicurare i malfattori alla giustizia, definisce il Badalamenti con termini vaghi e anodini come “rapinatore”, “fuorilegge”, “bandito” e riesuma addirittura “brigante” (come si fosse ai tempi di Gasparone, Tiburzi e Ninco Nanco, col trombone e il cappello a punta) pur di non usare la parola mafioso. Mafia, quella parolina di cinque lettere che era tabù sulla stampa filo-governativa dell’ epoca e lo sarebbe rimasta per troppo tempo sotto il regime democristiano. E chi più filo-governativo de “La Settimana INCOM”? Il suo pacchetto azionario era di proprietà del Vaticano e la sua linea politica era perfettamente allineata alla DC nel segno dell’ anticomunismo e nell’ esaltazione delle libertà americane (portateci graziosamente nel 1943 sulla punta delle baionette anche grazie a Lucky Luciano). Certo alla fine degli anni ‘50 il lettore che avesse voluto informarsi sulla realtà mafiosa avrebbe potuto leggere i quotidiani d’ opposizione come “L’ Unità” o le inchieste di giovani giornalisti d’ assalto spediti in Sicilia dai grandi giornali del nord. Ma spuntava sempre qualche eccellentissima, onorevolissima, parlamentarissima personalità al di sotto di ogni sospetto a lanciare alti lai contro i “radicati pregiudizi antimeridionali”. Tanto “la mafia non esiste”, o “è un fenomeno residuale limitato a poche zone”, o “è poco più che folclore locale”, o “è una associazione benemerita di bravi cristiani”, o “è un male necessario per contrastare il bolscevismo”, o “chi non è siciliano non può capire”. E via di questo passo. Intanto stato e antistato si baciavano in bocca e distinguerli l’ uno dall’ altro era difficile perché si somigliavano troppo, salvo le solite eroiche eccezioni che di solito pagavano con la vita.
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