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Discussione: Danneggiamento cartelli indicatori a Milano 1944/45.

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    Collaboratore L'avatar di Il Cav.
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    Danneggiamento cartelli indicatori a Milano 1944/45.

    Nel novembre 1944 i cartelli indicatori apposti dai tedeschi su in vari punti strategici di Milano come riferimenti per le autocolonne, furono ricoperti dai partigiani con strisce di carta riportanti la scritta in lingua tedesca GEHEN WIR NACH HAUSE! che incitava gli occupanti a tornarsene a casa. In quel caso gli striscioni furono prontamente rimossi, ma casi di cartelli invertiti, obliterati con vernice nera o pece, bruciati o semplicemente sottratti nottetempo approfittando dell’ oscuramento, si susseguirono senza interruzione sino all’ aprile 1945. Ne nacque un fitto carteggio tra il Comune di Milano, le autorità fasciste e naziste e la ditta fornitrice della segnaletica stradale, in pratica una rincorsa a sostituire le indicazioni inservibili con altre identiche, destinate probabilmente a fare la stessa fine poco tempo dopo. Oltretutto il comando militare germanico considerava il Comune responsabile della mancata sorveglianza da parte dei VV.UU. esigendo di essere risarcito pronta cassa dopo ogni danneggiamento. Una delirante circolare propose addirittura a Prefetto e Questore che ogni cartello indicatore fosse sorvegliato da due agenti in borghese, e apposite ronde notturne ne controllassero l’ integrità, facendo fuoco senza preavviso su ogni civile trovato nei pressi in atteggiamento sospetto. Come se le molte polizie della R.S.I. non avessero in quei giorni ben altre preoccupazioni! I tedeschi erano talmente irritati che giunsero ad offrire ad eventuali delatori ben 25.000 Lire (allora equivalenti allo stipendio annuale di un impiegato). Finì che a vegliare sull’ incolumità dei cartelli furono i membri del Btg. “R.R.” una formazione disarmata alle dipendenze dalla L.A.M. “Ettore Muti”. Costoro non erano militi fascisti, bensì individui adibiti a servizi di pubblica utilità, soccorso dopo le incursioni aeree, rimozione delle macerie, lavori stradali, fortificazioni campali, ecc. Tra essi si trovavano disoccupati precettati, condannati per piccoli reati, ex- partigiani rientrati nella legalità grazie alla “Amnistia del Duce” e molti minorenni. Come si può capire, non erano molto scrupolosi nel loro nuovo incarico. Oltretutto in quanto lavoratori civili dovevano esser regolarmente stipendiati dal Comune, che ancora il 2 marzo 1945, pagò alla “Muti” la bella sommetta di £ 279.226, 50 per una sola settimana di sorveglianza. I documenti da me postati sono solo una piccola parte del carteggio in questione ma danno l’ idea della situazione.
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    "Chissà a quale di questi alberi ci impiccheranno..."

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