Negli anni scorsi alcuni autori, in buona fede, hanno creduto ed hanno riportato il testo di un fantomatico bollettino di guerra russo, il n. 630 dell`8 febbraio 1943, dove si affermava: ...l`unico Corpo che può ritenersi imbattuto in terra di Russia è il Corpo d`Armata alpino italiano.

I fatti andarono in questo modo: il 24 aprile 1949 a Mondovì (Cuneo) il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, decorò la bandiera di guerra del 1° reggimento alpini e parlò del valore e dei sacrifici degli alpini del 1°, del quale faceva parte il battaglione Mondovì nella campagna di Russia.

Al messaggio del nostro presidente della Repubblica fecero subito eco Radio Mosca nonché il giornale "Isvestia" che commentando la cerimonia di Mondovì osservarono che il 1° reggimento alpini "...non esiste perché fece una fine ingloriosa in Russia dove venne distrutto assieme all`8.a Armata italiana di cui faceva parte, e così la medaglia d`oro al valore è stata consegnata ad una bandiera che è il simbolo di una cosa che non esiste".
Pertanto non è credibile che uno Stato il quale, con i suoi mezzi di propaganda, si permette di criticare la memoria dei Caduti di una unità* dell`Esercito italiano possa avere stilato solo 6 anni prima un "bollettino di guerra" favorevole agli stessi Alpini.

Durante la seconda guerra mondiale l`Armata Rossa non ha mai emesso "bollettini di guerra" ma "ordini del giorno" e/o "ordini di servizio" e che gli stessi erano firmati dal comandante supremo delle forze armate: Stalin. E Stalin non fu mai tenero nei confronti degli invasori. L`"ordine del giorno" del 23 febbraio 1943 ne è una prova: "...Le armate romene, italiane e ungheresi inviate da Hitler sul fronte sovietico-tedesco sono state completamente distrutte...".
E` chiaro che l`aggettivo"invitto", inserito nel falso bollettino, non si concilia con il "distrutte" del predetto "ordine del giorno."

Negli anni successivi autori come Giancarlo Fusco ed Emilio Faldella inserirono il bollettino fasullo nei loro scritti e solo negli anni Ottanta iniziarono le opportune ricerche soprattutto da parte di Antonio Procacci, noto storico delle truppe alpine, il quale presi i contatti con l`ambasciata sovietica a Roma e le successive ricerche portano ad una semplice conclusione: non esiste nessun bollettino di guerra che dichiari "invitto" il Corpo d`Armata alpino.

Successivamente anche l`Associazione Nazionale Alpini, in veste ufficiale, prese i contatti con il Ministero della Difesa, con l`addetto militare italiano a Mosca, con i giornalisti italiani a Mosca e con quelli della "Prava". Anche qui il risultato è stato negativo.

L`esistenza o meno del bollettino nulla toglie o aggiunge a quello che hanno fatto gli Alpini, e gli italiani, in Russia.

Concludo, per chi volesse approfondire, che un articolo chiarificatore sull`argomento è riportato su "L`Alpino", mensile dell`ANA, del febbraio 1993 al quale si rimanda per ulteriori confronti.


Un caro saluto

Fante 71 [][][]