L'Adrian M26 impiegato nella 2.G.M. è un elmetto che è rimasto fino ad oggi fuori dai miei canoni collezionistici perché fino ad ora lo avevo poco apprezzato.
Evoluzione dell’Adrian della I.G.M e del successivo M.23 è stato distribuito dal 26 al 50 e utilizzato fino agli anni 70.
Il guscio, in acciaio al manganese, poteva resistere a palle di revolver da 15 g. sparate a 4 metri di distanza ad una velocità di 122 m/s.
Tre le taglie contraddistinte da una lettera B-C-D, rispettivamente di peso 1000-1100-1200 gr.
Le stesse potevano contenere cuffie di taglie variabili dalla 54 alla 62.
La verniciatura standard era in kaki bruno (color cioccolato) o come in questo caso verde kaki .
Un elmetto legato indissolubilmente all’immagine del soldato francese nella Campagna di Francia…e come commentava Piero in altra sede,
anche in Africa Equatoriale, Settentrionale e Orientale, in Medio Oriente, in Italia e in Provenza, sulle Alpi Occidentali, nelle Ardenne, in Germania e ancora
in altri luoghi.

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Il caratteristico crestino è fissato al guscio con 5 rivettini muniti di lamelle ripieghevoli all'interno della calotta.
lo stesso poteva essere in alluminio o acciaio come in questo caso.

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Qui le lamelle ripieghevoli di uno dei rivettini.

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E’ un elmetto in buone condizioni con una bella patina.
Purtroppo non sono presenti elementi per risalire al costruttore .

La fibbia metallica presente sul soggolo.

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Il cinturino, passante da un lato all’altro del casco, poteva essere fissato con rivetti metallici in ottone, alluminio,
o come in questo caso con vite e dado in ottone introdotta nel 1937 che ne consente lo smontaggio.

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Ecco il liner, un po’ vissuto; inserito grazie a 8 clip metalliche su quattro lame di sostegno
ciascuna fissata all’interno del casco con due ribattini, è facilmente estraibile.

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Una delle quattro lame di sostegno.

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Particolare dei 2 ribattini di fissaggio delle lame, qui sul retro.

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Su uno dei due lati.

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Davanti sotto il fregio.

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Ecco il liner estratto.
A parte la vistosa lettera o numero giallo che vedete, non sono presenti
timbri di alcun genere relativi al produttore e alla taglia.

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Nei sei fori, adibiti al passaggio del laccio, solitamente sono inseriti appositi occhielli metallici; qui non sono presenti.

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Alcune delle clip metalliche di fissaggio dell'imbottitura al casco.

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Grazie alla misura della circonferenza esterna, in questo caso di 67 cm., e con l’ausilio di tabelle di riferimento,
sono potuto risalire alla taglia del guscio C che poteva contenere cuffie di taglia 57-58-59.



Sul casco è presente un distintivo Modello 37 della fanteria (denominato rodanche); qui in particolare la quarta versione dello stesso.
Nel 1926 era previsto l’uso di distintivi relativi all’arma di appartenenza del tipo impiegato nella Prima Guerra Mondiale.
Successivamente nel 1937 viene disposto l’uso di simboli normalizzati rotondi, di 5 cm di diametro, fissati al pari dei precedenti con delle
linguette ripieghevoli all’interno del casco.

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La veduta frontale.

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Infine, ripensando alla Campagna di Francia eccolo con un altro "protagonista" di quei giorni.

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Ciao a tutti